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Di Lorenzo: due gol li ricorderò per tutta la vita

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“Ero emozionato per portare la fascia da capitano, poi i due gol sono qualcosa di stupendo. Li ricorderò per tutta la vita. Momenti complicati capitano a tutti i giocatori. A me è capitato lo scorso anno, ma con equilibrio sono andato avanti. Poi la gente si fissa. Quest’anno ho iniziato in maniera importante con il Napoli e con la Nazionale. Vado avanti così. Era una partita difficile l’abbiamo approcciata bene”. Giovanni Di Lorenzo, ai microfoni della Rai, appare visibilmente soddisfatto per la sua prima doppietta con la maglia Azzurra realizzata contro Israele in Nations League.

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Daniel Maldini: emozione prima volta, dedicata alla mia famiglia

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“Un’emozione forte”. Non lo nasconde Daniel Maldini commentando, ai microfoni della Rai, il suo esordio con la maglia azzurra. Il papà Paolo e la mamma Adriana erano in tribuna a tifare per lui e fare video con il cellulare: “”Sono contento che siano venuti e siano qua – dice sorridendo Daniel – Tanto poi ci sentiamo e parliamo quando sono a casa. L’esordio lo dedico alla mia famiglia, ai miei amici, alle persone che mi vogliono bene”. Poi un commento sulla partita. “Siamo stati bravi a tenere botta e farla nostra. “Cosa spero di portare in Nazionale? Un po’ di qualità, anche se ce n’è fin troppa. Cerco solo di dare il mio apporto”.

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L’Italia travolge Israele, finale Nations League vicina: doppietta di Di Lorenzo

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Sono passati poco più di 100 giorni dalla partita senza storia con la Svizzera che costò gli Europei, ma per l’Italia di Spalletti sembra trascorsa un’era. Quel gruppo impaurito si è trasformato in un branco affamato di rivincita che fa un sol boccone di Israele (4-1) e scappa in vetta alla classifica del girone di Nations League, a un passo dalla qualificazione matematica alla finale a otto che varrebbe anche la posizione di testa di serie al sorteggio per le qualificazioni mondiali. Da segnare il debuttto di Daniel Maldini, terza generazione di campioni.

Quello di Udine e’ anche un match che verrà ricordato per le straordinarie misure di sicurezza, nei giorni di forti tensioni in Medio Oriente; tutto blindato fuori dallo stadio, cecchini sui tetti, mentre lontano dall’impianto sfilaavano per la citta’ i pro Palestina. In campo, invece, tutto comincia con fischi all’inno di Israele (coperti poi dagli applausi) e finisce con un invasore ‘pacifico’, placcato prima di arrivare a chiedere la maglia di Calafiori. Spalletti ripropone la formazione che aveva dominato il Belgio nei primi 40′ a Roma, con Raspadori al posto dello squalificato Pellegrini: uniche novità sono Fagioli per Ricci, in cabina di regia, e il portiere Vicario – per capitan Donnarumma – che gioca nella città in cui è nato e cresciuto calcisticamente.

Ben Shimon risponde affidandosi all’estro di Gloukh per colpire in ripartenza. Sprintano subito gli azzurri, ma sono gli ospiti, all’8′, ad andare a un passo dal vantaggio. Fagioli perde una palla sanguinosa nella propria metà campo e proprio Gloukh, talento ventenne del Salisburgo, avanza e dal limite lascia partire un rasoterra che esce di un soffio. L’Italia non si scompone e al 15′ si divora la rete: lo splendido lancio dalla destra di Di Lorenzo mette solo davanti alla porta Retegui, Glazer risponde da campione al tiro potente. Passano 3′ minuti e il copione si ripete: Raspadori pesca Frattesi che d’esterno al volo libera ancora Retegui al limite, la sciabolata del centravanti sembra indirizzata in fondo al sacco ma Glazer si supera ancora e mette in angolo. Il tiro al bersaglio prosegue al 20′: Tonali riceve solo in area piccola e scarica una fucilata che centra il portiere avversario.

Tre enormi occasioni gettate al vento in soli 5′ che lasciano nella disperazione il ct Spalletti, che torna sulla panchina dello stadio Friuli a quasi vent’anni dalla sua cavalcata con i bianconeri. Gli azzurri riprendono fiato solo per una decina di minuti e al 30′ Dimarco, con il solito sinistro fatato, mette un cross liftato su cui Frattesi non arriva di un soffio e Retegui, sempre lui alle spalle sparacchia sull’esterno. Al 32′ D. Peretz gioca da centroboa e assiste l’accorrente Gloukh la cui mira fa difetto. Poi al 40′ Tonali riceve un inutile pestone per un intervento in ritardo di D. Peretz all’ingresso in area, ma in posizione defilata, e Retegui stavolta esegue la sentenza dal dischetto per la sua sesta rete in nazionale. Gli ospiti vacillano, due minuti dopo Raspadori lascia correre la sfera e si fa anticipare invece che spingere verso la porta una sorta di rigore in movimento. Primo tempo spumeggiante e vantaggio minimo bugiardo.

La ripresa parte con un avvicendamento in cabina di regia, Ricci si posiziona davanti alla difesa al posto di uno spento Fagioli ma lo schema è il medesimo della prima frazione: azzurri in pressing asfissiante a tutto campo. Proprio su una palla rubata all’8 scaturisce una punizione dal limite per un fallo di mani. Sul cross pennellato di Raspadori, Di Lorenzo salta più in alto di tutti e insacca di testa. Un raddoppio, meritato, tutto in salsa napoletana. Il match si riapre improvvisamente al 22′: Abu Fani calcia un angolo a rientrare e Baltaxa sembra ostruire l’uscita di Vicario che gli salta letteralmente sulla schiena: non è dello stesso avviso Ricardo de Burgos che convalida tra le proteste degli azzurri e del Bluenergy. I padroni di casa non ci stanno e un solo minuto dopo sfiorano la rete con un’inzuccata di Bastoni che l’ennesimo intervento stupefacente di Glazer spinge in angolo.

Il gol arriva al 27′: Dimarco, ormai fantasista di sinistra, vede l’inserimento di Frattesi che non dà scampo al portiere avversario. Stavolta all’insegna delle due formazioni che si stanno contendendo la vetta del campionato, la marcatura è tutta a tinte nerazzurre. C’è tempo anche per aggiornare l’almanacco: Daniel Maldini fa il suo debutto in azzurro nello stadio in cui papà Paolo iniziò la sfavillante carriera in A e nella regione del triestino nonno Cesare. Proprio il figlio e nipote d’arte innesca la rete del poker, favorendo l’inserimento di Udogie e l’assist per il rimorchio di Di Lorenzo, che segna una doppietta personale che getta alle spalle quell’Europeo da dimenticare. Spiccioli di gara ed esordio in nazionale anche per il beniamino di casa Lorenzo Lucca in uno stadio ormai colmo d’entusiasmo.

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Calendario e salute dei giocatori, la Fifa sotto accusa

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“Quando è troppo, è troppo”. Kylian Mbappé (nella foto in evidenza) appare in un video targato Fifpro, European Leagues e LaLiga e, con una frase soltanto, riassume il senso di una nuova battaglia legale che potrebbe scuotere i vertici del pallone italiano e internazionale. L’élite delle leghe del continente e il sindacato mondiale dei calciatori alla fine hanno deciso di denunciare la Fifa a Bruxelles: a essere “troppo” sono, nelle loro rimostranze, le partite sul calendario in continua espansione che attende i giocatori, i rischi per la loro salute e l’abuso di potere dell’organo più influente del calcio mondiale, accusato di far vincere il profitto sulla qualità del gioco, senza concedere alcuna possibilità ai club e alle loro stelle di rifiatare, recuperare dagli infortuni e curare le prestazioni. La sensazione, ha tuonato il presidente dell’Assocalciatori (Aic), Umberto Calcagno, è che “il calcio stia iniziando a divorare se stesso”.

La ribellione dei giocatori contro la Fifa di Gianni Infantino si è consumata con un reclamo ufficiale già preannunciato a luglio e presentato alla direzione per la Concorrenza della Commissione europea. Gli addebiti si aggiungono al già ampio faldone antitrust che annovera anche i casi SuperLeague e Diarra, approdati in seguito nelle aule di giustizia della Corte Ue incassando due condanne storiche al modello Uefa e Fifa.

I rappresentanti di Fifpro Europe, European Leagues (dove hanno casa Seria A, Premier League, Bundesliga, Ligue 1) e LaLiga questa volta puntano il dito su un organo che “controlla tutto”, abusando del suo potere e violando il diritto comunitario, senza coinvolgere chi invece scende in campo ed è costretto a turni massacranti che ne mettono in pericolo la salute fisica e mentale. Il punto di rottura è stato il Mondiale per club in programma dal 15 giugno al 13 luglio 2025 negli Stati Uniti: un ormai ex mini-torneo a 7 che diventerà invece a 32 squadre, soltanto un anno prima della Coppa del Mondo 2026 allargata a 48 nazionali.

Un calendario sempre più fitto – sul quale pesa già anche la Champions League riformata – davanti al quale, hanno attaccato le Leghe, la denuncia si è resa “necessaria per salvaguardare l’intero settore europeo” e non soltanto i top club che temono l’inevitabile turnover delle loro punte di diamante. Quegli stessi top player che giocano “a una velocità superiore del 50% rispetto a dieci anni fa” e ai quali “viene chiesto di giocare 60-70 partite all’anno”, ha attaccato Calcagno, che nella disputa legale vede “una grande opportunità per manifestare il dissenso” nei confronti di “una situazione che anche i calciatori in Italia percepiscono come una grande stortura”. Dal canto suo, la Fifa si è sempre difesa dalle accuse sostenendo di aver coinvolto tutti e contrattaccando invece sulla “ipocrisia” delle leghe “che preferiscono ricche tournée estive, che spesso prevedono numerose trasferte in giro per il mondo”. Finito sul tavolo di Bruxelles, il reclamo adesso dovrà passare l’esame senza scadenze dei servizi antitrust Ue.

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