Collegati con noi

Cronache

‘Denunciate’,si temono altre vittime dello stupratore seriale di Roma

Pubblicato

del

Potrebbe essere più lunga la lista delle vittime di Simone Borgese, il 39enne arrestato nei giorni scorsi dalla polizia a Roma per la violenza su una studentessa e già condannato per altri due episodi. È il sospetto degli investigatori che non escludono una vera e propria serialità. Al momento non ci sarebbero denunce, ma chi indaga pensa possano esserci altri episodi di molestie o abusi che non sono ancora venuti alla luce.

Un’ipotesi che parte dal modus operandi che lega l’ultima violenza alla precedente, avvenuta nello stesso giorno, l’8 maggio, di nove anni fa. Il copione sembrerebbe praticamente lo stesso e anche la zona scelta per le aggressioni: strade isolate non molto distanti da Piana del Sole dove Borgese vive e si trova ora ai domiciliari. Ad insospettire inoltre la ‘sicurezza’ mostrata alla studentessa avvicinata in pieno giorno mentre si trovava alla fermata degli autobus sulla Magliana per tornare a casa. Proprio per questo gli investigatori invitano eventuali altre vittime a farsi avanti e a denunciare. Un appello lanciato ieri anche dalla giovane abusata il mese scorso.

“Mi rivolgo a tutte le ragazze che hanno subito violenze – ha detto ancora scossa – non abbiate paura, denunciate”. La ventenne ha anche ripercorso quegli istanti: “È stato un incubo, non sapevo come uscire da quella macchina. Mi sentivo ed ero in trappola”. L’aggressore l’ha avvicinata con la scusa di chiederle alcune informazioni stradali e l’ha convinta a salire in auto, fingendo di avere il cellulare scarico. Colta di sorpresa e vedendolo in serie difficoltà, si è fidata ed è salita a bordo. A quel punto ha iniziato a farle avances sempre più insistenti. Poi si è diretto in una zona isolata e avrebbe abusato di lei. Solo dopo le ha restituito lo smartphone e l’ha riaccompagnata nei pressi di Villa Bonelli.

La ragazza si è prima confidata con un’amica poi ha raccontato tutto ai genitori. Grazie alla descrizione fornita agli agenti e all’analisi delle immagini delle telecamere di videosorveglianza, che puntano sul percorso compiuto dalla macchina, gli investigatori del Distretto San Giovanni sono riusciti a dare un volto e un nome al presunto responsabile, riconosciuto anche dalla ragazza in sede di denuncia. Uscito dal carcere a novembre 2021, dopo aver scontato sette anni di pena per una violenza su una tassista avvenuta lo stesso giorno del 2015, Borgese è stato nuovamente arrestato. La Procura aveva chiesto per lui la detenzione in carcere ma il gip ha disposto i domiciliari. Una decisione che ha sollevato però reazioni nel quartiere e non solo. “Lascia sconcertati la decisione del giudice che, non accogliendo le richieste dei pm, ha concesso gli arresti domiciliari a uno stupratore seriale. Ma le femministe tacciono, e questo è ancora più preoccupante” ha commentato il capogruppo della Lega capitolina Fabrizio Santori che auspica “pene certe e più severe a tutela della sicurezza urbana”.

“Ma – aggiunge – auspichiamo pure di sentire la voce delle femministe, quelle vere, che sembrano però essersi smarrite nel conformismo del pensiero unico dimenticando la propria storia”.

Advertisement

Cronache

Falso carabiniere tenta una truffa ad una donna, arrestato dai veri carabinieri

Pubblicato

del

Non riesce la truffa ai danni di una donna da parte di un ventenne campano arrestato dai carabinieri di Osimo. Il giovane ha telefonato alla signora di Osimo fingendosi un maresciallo dei carabinieri per spiegare che il marito era rimasto coinvolto in un incidente e che sarebbe stata contattata da un avvocato. Per evitare la querela, avrebbe dovuto pagare alla controparte 8mila euro. La donna non si è lasciata ingannare, ha mantenuto il contatto telefonico, e attraverso la madre, ha contattato i Carabinieri della Compagnia di Osimo che, in brevissimo tempo, hanno organizzato un servizio di osservazione e, dopo aver atteso l’uomo nell’abitazione della donna per riscuotere quanto chiesto, lo hanno arrestato. Sono ancora in corso le indagini per dare un nome ai complici dell’arrestato in flagranza di reato per tentata truffa aggravata. Le indagini proseguono per individuare i suoi complici. Non dovendosi applicare misure cautelari, ad arresto convalidato, l’uomo, incensurato, è stato posto in libertà. Il provvedimento eseguito costituisce misura precautelare e il destinatario della stessa è persona sottoposta alle indagini e quindi presunta innocente fino a sentenza definitiva.

Continua a leggere

Cronache

Investe e uccide donna a Camposano, l’arrestato è un vigile urbano: tasso alcolemico alto

Pubblicato

del

Diminuzione della capacità di eseguire compiti semplici, stato di rilassamento.  Poi gradualmente l’alterazione della percezione degli spazi, mutamenti nella personalità, perdita di prontezza nella reazione agli stimoli, abbassamento della soglia di attenzione.
Sono i primi segnali del corpo quando la concentrazione di alcol nel sangue oscilla tra i 0,5 e 1 g per litro.
Con l’aumentare dei bicchieri, sale la soglia da 1 g/l fino a 2.
Qui la coordinazione è pregiudicata, inizia il biascicamento, subentrano vertigini, nausea. Le capacità motorie e cognitive sono già compromesse. Mettersi alla guida in questo stato è terribilmente pericoloso. Ed è vietato dalla legge già dalle prime avvisaglie elencate. Il tasso alcolemico del 26enne incensurato che questa notte avrebbe investito e ucciso una sua coetanea era di 1,7 g/l .

E’ successo nella tarda serata di ieri nel comune di Camposano.  Una donna passeggia in via Croce San Nicola insieme alle due nipotine di 10 e 7 anni.  Lungo lo stesso senso di marcia è arrivata la suzuki splash guidata dal 26enne che avrebbe preso in pieno la 27enne di Camposano, sbalzandola in un terreno, oltre un muro alto 1 metro e mezzo.  La donna è morta sul colpo, le due bimbe sono miracolosamente illese ma in stato di shock.  L’uomo alla guida si è fermato e poco dopo sono arrivati i carabinieri della compagnia di Nola.  Accompagnato in ospedale, gli è stato rilevato un tasso alcolemico pari a 1,7 g/l.  E’ stato arrestato per omicidio stradale e sottoposto ai domiciliari in attesa di giudizio.

Secondo quanto si è appreso, è un vigile urbano l’investitore con tasso alcolemico superiore alla norma ritenuto responsabile dell’omicidio stradale avvenuto a Camposano, nel Napoletano, dove ha perso la vita una donna di 27 anni che era con i suoi nipotini di 10 e 7 anni. L’uomo, ora agli arresti domiciliari, è titolare di un contratto di formazione e presta servizio da 6-7 mesi, nel comune di Portici (Napoli).

Continua a leggere

Cronache

Cantante scomparsa, giardiniere di nuovo indagato per omicidio

Pubblicato

del

Per la morte di Greta Spreafico, la donna di 53 anni di Erba (Como), scomparsa nel delta del Po rodigino il 4 giugno 2022, dopo l’archiviazione del caso sarebbe di nuovo indagato Andrea Tosi, 58 anni, giardiniere di Porto Tolle (Rovigo), questa volta non soltanto per distruzione e occultamento di cadavere, ma anche per omicidio preterintenzionale. L’emittente Telelombardia – riferiscono i quotidiani veneti – nei giorni scorsi ha diffuso il contenuto di un’intercettazione in cui Tosi risponde “ma sì, sono stato io” alla domanda di una terza donna che gli chiedeva, riferendosi a Sperafico: “Tu non l’hai uccisa vero?”

Sono intercettazioni risalenti all’ottobre 2022, successive alla scomparsa ma già presenti nel fascicolo della procura della Repubblica di Rovigo prima dell’archiviazione. All’epoca non erano state ritenute attendibili. La donna, conosciuta come cantante rock, si trovava in Polesine per vendere la casa del nonno a un cugino, ma si sono perse le sue tracce due giorni prima della data in cui era stato fissato il rogito. Il suo corpo non è mai stato ritrovato e neanche l’auto che utilizzava, una Kia Picanto. L’avvocato della famiglia Spreafico nei mesi scorsi però ha fornito alla Procura nuovo materiale, tra cui comunicazioni tra Tosi e l’ex compagno della donna scomparsa, Gabriele Lietti. Il caso è stato riaperto, c’è stato un nuovo sopralluogo nell’abitazione di Greta Spreafico, all’interno sono state ritrovate le chiavi dell’auto e un capello impigliato in una maglia di colore verde gettata nel bidone dell’umido. Il tutto è ora al vaglio del Reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri di Parma.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto