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Politica

De Luca, dopo Europee da Governo taglio 30 milioni su Caivano

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“Non ci siamo dimenticati di Caivano, anche se sono passate le elezioni europee, come sembra aver fatto qualcun altro. Abbiamo appreso, e questa è una notizia grave, che sui 40 milioni di euro che erano stati stanziati per Caivano, 30 milioni sono scomparsi nella proposta di legge di bilancio”. Lo ha detto il governatore della Campania Vincenzo De Luca prima di entrare alla scuola Milani di Caivano per la presentazione dell’ecosistema educativo nell’area nord della Provincia di Napoli. “Comunque sia – ha spiegato De Luca – noi adesso andiamo avanti. Come ci eravamo impegnati daremo continuità alla nostra iniziativa su Caivano e sull’area nord di Napoli. In questo caso facciamo partire un programma di formazione professionale che è rivolto ai ragazzi e alle ragazze che non hanno completato il ciclo scolastico, che hanno interrotto gli studi, per fornire loro un titolo di formazione professionale che gli consenta poi di trovare lavoro. Il nostro progetto è a vari capitoli, questo della formazione professionale per i ragazzi che non completano il ciclo scolastico”.

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Economia

Crisi dell’auto, Urso mette altri 200 milioni in manovra

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Aumentano le risorse per il settore auto. Dopo il taglio di 4,6 miliardi al fondo automotive, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, punta a mettere in campo maggiori risorse e assicura che nella manovra potrebbero esserci per il 2025, altri 200 milioni di euro. Ma chiede a Stellantis di assumersi la responsabilità sociale del rilancio in Italia con un piano dettagliato. Restano scettici i sindacati che insistono sulla necessità di spostare il confronto a Palazzo Chigi. Per ora è convocato un nuovo incontro al Mimit il 16 dicembre.

“Non abbiamo intenzione di chiudere nessun stabilimento in Italia e neppure di fare licenziamenti collettivi. Stellantis ha un piano solido per l’Italia, che è stato condiviso coi nostri partner sindacali, e che oggi condividiamo a questo tavolo”, assicura Giuseppe Manca, responsabile risorse umane del gruppo in Italia, che ricorda gli interventi previsti in tutti gli stabilimenti. Tra le novità più significative c’è il fatto è che l’azienda non ha ancora deciso dove realizzare la piattaforma small per le city car e l’Italia con la fabbrica di Pomigliano è tra i candidati con Francia e Spagna. Urso assicura che nella manovra potrebbero esserci per il 2025, oltre ai 200 milioni residui del fondo, altri 200 milioni di euro. A questi si aggiungono i 240 milioni rimasti dai vecchi piani per gli Ecobonus.

Ci sono poi 500 milioni per i contratti di sviluppo sui settori in transizione, a cominciare dall’automotive, che potrebbe raddoppiare dopo un confronto con la Commissione europea. In totale si tratta dunque, secondo i calcoli del ministero, di “un miliardo e 640 milioni” negli anni 2025 e 2026. Risorse che saranno destinate non più agli incentivi, ma a sostegno delle imprese, soprattutto degli investimenti della filiera dell’automotive. “Gli ecobonus – spiega Urso – svenano gli Stati, ma non risolvono il problema. È come svuotare un oceano con dei secchielli. Quest’anno abbiamo investito un miliardo di euro di intesa con Stellantis, che aveva sostenuto che la misura avrebbe aumentato la produzione in Italia. È accaduto esattamente il contrario e quindi, come preannunciato, non la riproporremo più. Destineremo tutte le risorse del fondo, che pensiamo di aumentare nel corso della manovra, sul fronte dell’offerta, a sostegno delle imprese, soprattutto degli investimenti della filiera dell’automotive”.

A Stellantis Urso chiede un Piano Italia con risorse significative, di indicare come intenda realizzare i contratti di sviluppo e senza riduzioni significative dell’occupazione, che investa sulla gigafactory, realizzi in Italia la nuova piattaforma per le auto di piccola dimensione che significherebbe coinvolgere e sostenere la componentistica italiana. Il piano illustrato da Manca prevede per Melfi cinque modelli: nel 2025 uscirà nel primo trimestre la prima Ds e, nel terzo, la nuova Jeep Compass elettrica. Nel 2026 arriverà nel primo trimestre la seconda vettura Ds, nel secondo la Jeep Compass Ibrida e nel terzo la nuova Lancia Gamma. Valutazioni sono in corso per nuovi progetti a Pomigliano e ad Atessa, a Cassino la Maserati Grecale andrà oltre il 2030. Cose già note, sostengono i sindacati. “Il tavolo al Mimit finora si è dimostrato non solo inefficace, ma addirittura controproducente. Non si può pensare di coinvolgere Palazzo Chigi solo in caso di esito positivo di una discussione in procinto di naufragare” afferma Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm. “Nessun passo in avanti né dal governo né da Stellantis” commenta la Fiom, mentre per il segretario generale della Fim Cisl, Ferdinando Uliano, “serve una spinta in più”.

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Politica

Il nuovo M5s ai voti, resta il rebus quorum

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Una questione di forma. Ma anche di contenuto politico scottante. Tra poche ore, la pubblicazione ufficiale dei quesiti che saranno messi ai voti dell’Assemblea costituente del M5s. Resta qualche virgola da aggiungere, ma la sostanza c’è già tutta. Gli iscritti, a suon di click, si esprimeranno su questioni nevralgiche per il futuro del Movimento, dalla modifica del ruolo del garante, alla revisione del tetto dei due mandati, fino al tema delle alleanze. Nella stesura finale dei quesiti, si infittiscono le riflessioni sulle parole più equilibrate da usare e sull’impalcatura delle procedure di voto. Dettagli non da poco, che potrebbero determinare il successo o l’insuccesso dell’intera operazione.

I timori, che cominciano a diffondersi nelle fila pentastellate, sono legati soprattutto al raggiungimento del quorum della metà più uno degli iscritti, necessario per validare al primo turno la votazione dei quesiti sulle modifiche allo Statuto. E così, l’accuratezza formale diventa terreno di alta densità politica. Meticolosità e prudenza, dunque, sono riservate soprattutto ai cosiddetti ‘quesiti statutari’. Tra questi, quelli che riguardano il garante e il simbolo del Movimento. Sul ruolo di Beppe Grillo, è andato in scena un ampio dibattito al tavolo di lavoro. Con Giuseppe Conte che avrebbe invitato a non estremizzare la scrittura, con l’intenzione di non proporre all’Assemblea uno scontro personale tra presidente e fondatore. Difficile, però, non tenere conto di una consistente fetta della base favorevole all’abolizione della carica, che potrebbe così finire tra i quesiti. Insieme a modifiche intermedie, che vanno dal ruolo a tempo determinato alla carica onorifica. Sul simbolo, invece, il quesito sarebbe orientato sulla revisione delle regole per modificarlo.

Lo Statuto, infatti, prevede una proposta ‘concertata’ tra presidente e garante, difficilmente raggiungibile con la guerra in corso tra Conte e Grillo. Invece, tra i cosiddetti ‘quesiti di indirizzo’, che non necessitano di quorum, ci saranno quello sulla collocazione politica del Movimento, con opzioni che potrebbero oscillare tra il divieto di alleanze e il posizionamento nel campo progressista, e quello che prevede diverse opzioni per superare il limite dei due mandati. Questioni calde a parte, i quesiti coinvolgono tanti altri ambiti. E sono una mole, che preoccupa gli stessi big al lavoro. Lo sforzo delle ultime ore, infatti, è riservato a rendere facilmente intellegibili e snelle le operazioni di voto per gli iscritti. Con l’ipotesi di aprire a votazioni selettive, e rinunciare dunque a una voto obbligatorio sull’integrità dei quesiti. Quorum o meno, la sfida per Conte resta quella di ottenere un mandato forte dalla Costituente.

Che passa anche dal numero di iscritti che voteranno online. Nelle ultime consultazioni, la partecipazione ha oscillato tra il 15 e il 20%. Ora, dal dato dell’affluenza dipenderà anche la forza dell’annuncio finale all’evento ‘Nova’ a Roma. Non a caso, lo stesso presidente invita gli iscritti a “convincere gli altri a votare” nelle ‘Agorà’, spazi di confronto in rete che precedono l’Assemblea. Intanto, si arricchisce il programma di ‘Nova’: dopo gli economisti Joseph Stigliz e Jeffrey Sachs, vengono rivelati i nomi di Enrico Mentana, Marcello Veneziani, Marco Travaglio e Peter Gomez sul tema ‘cultura e informazione’. Insieme a tanti altri ospiti, anche stranieri, ci sarà Andrea Riccardi della comunità di Sant’Egidio. Le adesioni per l’evento sono già tremila.

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Cronache

De Luca a Caivano parla con i manifestanti sugli abbattimenti delle case abusive

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Durante la visita all’Istituto Comprensivo Statale Milani di Caivano, dove si è tenuta la presentazione del progetto “Ecosistema educativo per l’Area Napoli Nord”, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca (foto Imagoeconomica in evidenza), ha avuto un incontro inatteso con un gruppo di manifestanti. I membri dell’associazione popolare “Casa Mia”, attivi nella difesa delle abitazioni abusive da abbattere, hanno aspettato il governatore all’ingresso dell’istituto, chiedendo chiarimenti e soluzioni sul tema dell’abusivismo edilizio.

La posizione di De Luca: “Abbiamo fatto il possibile”

Di fronte ai manifestanti, De Luca ha ribadito il suo impegno e quello della Regione Campania sul tema, sottolineando che, per quanto riguarda l’abusivismo, le competenze restano nelle mani del Governo nazionale. “Tutto quello che potevamo fare noi lo abbiamo fatto. Che devo fare di più? La lotta armata?”, ha commentato ironicamente il governatore, accettando di confrontarsi direttamente con i manifestanti.

Abusivismo: una proposta per il Governo nazionale

Nel corso del confronto, De Luca ha ricordato che la Regione Campania ha già presentato al Parlamento una proposta chiara per affrontare l’abusivismo edilizio. La proposta prevede l’abbattimento delle abitazioni che non possono essere sanate, mentre per le altre situazioni, si suggerisce di applicare piani di recupero a cura dei Comuni, prevedendo una sanatoria con il pagamento di un’ammenda. “La competenza sull’abusivismo è del Governo nazionale, ma noi abbiamo aperto un dibattito in Consiglio regionale e formulato una proposta”, ha spiegato il governatore, evidenziando il lavoro fatto in sede regionale.

Soluzioni e responsabilità: un dialogo con i cittadini

La proposta avanzata dalla Regione Campania mira a creare un equilibrio tra il rispetto della legge e la necessità di tutelare chi vive in abitazioni abusive in contesti urbani difficili. “La nostra idea è di coinvolgere i Comuni, dando loro il compito di definire piani di recupero per le aree interessate”, ha concluso De Luca, ribadendo il ruolo della Regione come interlocutore attivo ma sottolineando che, alla fine, spetta al Governo decidere.

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