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De Laurentiis: in partenza per Los Angeles, ma il messaggio ai tifosi del Napoli è chiaro

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Aurelio De Laurentiis (foto Imagoeconomica in evidenza), presidente del Napoli, non sarà presente a Milano per il match di domenica. Il presidente è infatti in partenza per Los Angeles, ma prima di lasciare l’Italia ha voluto rassicurare i tifosi con un messaggio pubblicato su Twitter. Dopo la recente sconfitta contro l’Atalanta e con l’importante sfida per il primo posto in classifica all’orizzonte, De Laurentiis ha fatto chiarezza sul progetto e sulle aspettative per la stagione in corso.

“Cari tifosi del Napoli – ha scritto De Laurentiis – sto partendo per Los Angeles e rientrerò in tempo per Napoli-Roma. Vorrei rassicurarvi sul fatto che il verbo ‘ricostruire’, da me pronunciato la scorsa estate, ha un significato preciso: è un percorso appena iniziato e ci vorrà calma e pazienza per arrivare a meta, anche se siamo partiti molto bene.”

Le parole di De Laurentiis sono un invito alla pazienza e alla riflessione. Il presidente ha sottolineato come il termine “ricostruire” implichi un cammino a lungo termine, con l’obiettivo di gettare solide basi per il futuro del club, puntando non solo ai successi immediati ma a una stabilità duratura, come accaduto negli ultimi 14 anni.

“Ho visto troppe reazioni improprie, anche perché non siamo al Fantacalcio. Ricostruire significa gettare le basi per un futuro duraturo sul piano dei risultati,” ha proseguito De Laurentiis. Il presidente ha voluto chiarire che le aspettative per lo scudetto potrebbero essere premature, e che un’eccessiva presunzione potrebbe trasformarsi in un errore controproducente.

L’importanza del sostegno dei tifosi

De Laurentiis ha anche ribadito l’importanza del sostegno dei tifosi, definendoli una componente fondamentale per il successo della squadra. “Ci vuole tempo, pazienza, lavoro e soprattutto l’appoggio e l’abbraccio di tutti voi tifosi, perché il Napoli è diventato non solo una squadra importante ma anche la bandiera di una città che sta vivendo una fase straordinaria di Rinascimento.”

Per il presidente, il vero obiettivo del Napoli per questa stagione è il ritorno in Europa. La squadra, infatti, dovrà confrontarsi con avversarie di alto calibro come Inter, Juventus, Milan, Atalanta, Lazio, Roma e Fiorentina. “Quindi, godiamoci questo splendido inizio di stagione e ricordiamoci che siamo una squadra in ‘costruzione’.”

Un cauto ottimismo per il futuro

Il messaggio si conclude con una nota di ottimismo e con un motto ormai caro ai tifosi: “Forza Napoli Sempre e a presto!” De Laurentiis lascia quindi una porta aperta per i sogni dei tifosi, invitandoli a credere nel progetto ma a non avere fretta. “Mai dire mai…”, chiude il presidente, lasciando intendere che, pur con obiettivi chiari e ragionevoli, il Napoli non smetterà mai di ambire a traguardi importanti.

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Campania, scoppia il caso Patriarca in FI: la segretaria provinciale lascia in polemica con Martusciello

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La situazione all’interno di Forza Italia in Campania è tesa e complicata. Se il centrosinistra vive già una fase di scontro tra il Partito Democratico e Vincenzo De Luca riguardo al terzo mandato per le regionali del prossimo anno, anche nel centrodestra ci sono segnali di disaccordo. In particolare, le recenti dimissioni di Annarita Patriarca da segretario provinciale di Napoli hanno generato un’ondata di discussioni e tensioni.

Le dimissioni di Patriarca: una scelta dolorosa per la deputata

La deputata Annarita Patriarca ha presentato le sue dimissioni il 5 novembre con una lettera indirizzata ad Antonio Tajani, leader di Forza Italia, e a Fulvio Martusciello, coordinatore regionale campano. Nella sua missiva, Patriarca spiega le motivazioni della sua scelta, specificando che non si tratta di una rottura con il partito, al quale si sente ancora legata per ideali e valori. “Le ragioni sottese a tale dolorosa scelta – spiega Patriarca – non riguardano assolutamente la nostra adesione al partito, piuttosto un’impossibilità oggettiva di svolgere il nostro ruolo con serenità e condivisione”.

Secondo Patriarca, il clima all’interno del partito sarebbe segnato da posizioni preconcette e fughe in avanti non condivise, situazioni che avrebbero minato la credibilità del partito stesso e dei suoi quadri dirigenti. “Il partito non ragiona al plurale confrontandosi, ma crea microsistemi,” denuncia la deputata, evidenziando come questo atteggiamento limiti la crescita e l’inclusività del partito.

Fulvio Martusciello. Europarlamentare e coordinatore regionale campano di Forza Italia (foto Imagoeconomica)

 

Le dimissioni di massa: un segnale forte al partito

Con Patriarca, hanno lasciato anche sette membri della dirigenza provinciale: i tre vicesegretari Raffale Barone, Francesco Pinto e Luigi Renzi, insieme ai responsabili Gaetano Cimmino (Enti Locali), Katia Iorio (Formazione), Gennaro Giustino (Organizzazione) e Angela Procida (Politiche Giovanili, Sport e Politiche Sociali).

Nella lettera di dimissioni, gli esponenti forzisti ribadiscono che “in queste condizioni non potremo svolgere il ruolo a cui siamo chiamati dai nostri elettori”. Tuttavia, chiariscono di non voler dare risonanza mediatica alla vicenda, definendola una questione interna finalizzata a determinare un’inversione di marcia per la crescita di Forza Italia nei territori.

La gestione di Martusciello e l’intervento di Tajani

Le dimissioni sembrano essere una forma di protesta contro la gestione di Fulvio Martusciello, europarlamentare e coordinatore regionale di Forza Italia in Campania. Il malcontento sembra essere esploso con la nomina del senatore Francesco Silvestro, vicino a Martusciello, come commissario di Forza Italia nella provincia di Napoli, una risposta immediata alle dimissioni di massa.

Da settimane, Martusciello ha manifestato interesse per la candidatura a governatore della Campania. Tuttavia, all’interno del centrodestra, altri nomi sono stati discussi per la presidenza della Regione, come il deputato di Fratelli d’Italia Edmondo Cirielli, viceministro degli Affari esteri, e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi (quota Lega). Inoltre, è emerso anche il nome di Antonio D’Amato, ex presidente di Confindustria, preferito da alcuni esponenti di Forza Italia nel caso di una scelta civica.

Forza Italia in Campania: un futuro incerto

Queste dimissioni sono un chiaro segnale delle difficoltà interne di Forza Italia in Campania. Patriarca e i suoi colleghi, pur rimanendo nel partito, chiedono un cambiamento di rotta e attendono l’intervento di Tajani per affrontare la situazione. Il futuro del partito nella regione dipenderà da come la leadership gestirà queste tensioni e se riuscirà a ricostruire l’unità in vista delle prossime sfide elettorali.

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De Luca: rifiuti un ricordo, oggi siamo regione ambientalista

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Il lavoro fatto per la rimozione delle ecoballe e per rendere balneabili le acque inquinate della Campania al centro dell’intervento del presidente della Regione CampaniaVincenzo De Luca (foto Imagoeconomica in evidenza), ospite della 27esima edizione di Ecomondo, gli Stati Generali della Green Economy, in corso alla fiera di Rimini. Risultati che lo portano a definire la Campania come “la regione più ambientalista e controllata di tutto il territorio”. “Fatemi dire come premessa – ha esordito il governatore campano – che la Campania era nota per il ciclo dei rifiuti e per l’inquinamento delle acque, argomenti che sono scomparsi. Per anni siamo comparsi sui giornali internazionali per le ecoballe, 4 milioni e 300 mila, per il mare inquinato e per la Terra dei Fuochi, argomenti che ora sono scomparsi. Un risultato di cui essere orgogliosi, oggi la Regione Campania è la regione più ambientalista e controllata di tutto il territorio. Partiamo da un risultato importante che ci incoraggia ad andare avanti”.

De Luca ha citato i risultati ottenuti in varie località campane oggetto di bonifica. “Siamo riusciti a fare il bagno a Castellammare – ha ricordato – dove ora c’è un mare pulito, e stiamo completando i lavori di collettamento della rete fognaria di Torre del Greco. Avremo tutto il Golfo di Napolibalneabile, un miracolo cui nessuno avrebbe creduto. Dietro queste cose – ha sottolineato – c’è la fatica, la concentrazione sul lavoro. Abbiamo fatto un lavoro importante, ora è in atto una accelerazione per disinquinare tutto il bacino del Sarno ma ormai la via è tracciata”. Il governatore campano ha ricordato la collaborazione ricevuta dal Governo Renzi in materia di rifiuti: “Mezzo miliardo dal governo per le ecoballe fu un atto di coraggio considerata la forza della Lega a quei tempi.

Ora stiamo lavorando per svuotare le discariche e recuperare spazi in quelle esistenti senza ricorrere a nuove discariche o a nuovi impianti termovalorizzatori, programma che sarà completato in un anno e mezzo, due. Oggi – ha proseguito De Luca – possiamo dedicarci al ciclo delle acque perché abbiamo risolto il problema rifiuti e siamo nelle condizioni di dire a Bruxelles togliete di mezzo l’ultimo terzo della sanzione europea da 40 mila euro al giorno”. “Non siamo per la guerra Nord-Sud – ha chiarito il presidente della Campania – ma per l’unità d’Italia sulla nostra linea che è burocrazia zero”. De Luca, infine, ha ricordato la collaborazione con Ibm sul fronte dei computer quantistici per una struttura al servizio delle imprese e delle istituzioni: “Senza computer quantistici saremmo fuori mercato – ha rilevato – e poi ci stiamo preparando sulla cyber security, argomento su cui siamo regione all’avanguardia in Italia”.

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Trump: sulle deportazioni dei migranti non c’è scelta

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Stop alle guerre in Ucraina, nuovi dazi commerciali, taglio delle tasse, porte aperte per le trivellazioni, crociata anti woke e soprattutto la lotta all’immigrazione clandestina con le deportazioni di massa più volte assicrate durante la campagna: sono le promesse principali che Donald Trump intende rispettare nei suoi primi cento giorni alla Casa Bianca per avviare la sua “nuova età dell’oro”. Firmando qualche provvedimento altamente significativo nel primo giorno del suo insediamento il 20 gennaio, quello in cui vorrebbe fare “il dittatore almeno per un giorno”, come aveva detto in un’intervista.

“Sulle deportazioni non è una questione di costi, non abbiamo scelta”, ha detto a Nbc news il tycoon, che in serata ha nominato la guru della sua campagna, Susan Wiles, come capo dello staff. Trump, dopo la sua vittoria, sta ricevendo a Mar-a-Lago le telefonate di congratulazioni dei leader mondiali, ha promesso in campagna elettorale di riportare la pace in Ucraina e in Medio Oriente in 24 ore. Ieri si è già sentito con Volodymyr Zelensky, mentre con Vladimir Putin si sentià presto, ha detto il presidente eletto a Nbc news. Dalle indiscrezioni trapelate finora, intende congelare il conflitto, tenendo Kiev fuori dalla Nato ma conservando l’integrità territoriale del Paese, con regioni autonome su ogni lato di una zona demilitarizzata, lasciando all’Europa i meccanismi di attuazione dell’accordo e i fondi per la ricostruzione.

In Medio Oriente pieno sostegno a Israele ma ha chiesto a Benyamin Netanyahu di mettere fine alla guerra prima del suo giuramento. Poi punterà sull’allargamento dei suoi ‘accordi di Abramo’, a partire da quello con l’Arabia Saudita. Da vedere cosa ha in serbo per Gaza e Cisgiordania, dove in passato prevedeva un maggior controllo di Israele sui palestinesi, pur promettendo 50 miliardi di dollari di investimenti internazionali per sostenere la loro economia. Mentre la soluzione dei due Stati dovrebbe rimanere in soffitta. Poi pugno di ferro sull’Iran, continuazione del flirt con il dittatore nordcoreano Kim Jong-un e sfida (commerciale) alla Cina, su cui c’è un ampio consenso bipartisan. Sulla Nato pretenderà un aumento delle spese, probabilmente sopra il 2% del Pil chiesto finora, con la minaccia di non proteggere chi non paga. Sul piano commerciale ha minacciato una nuova e più ampia guerra dei dazi per proteggere industrie e posti di lavoro americani: una tariffa generalizzata tra il 10% e il 20% su tutti i 3.000 miliardi di dollari di importazioni di beni e una tariffa del 60% su tutti i beni cinesi, probabilmente invocando l’International Emergency Economic Powers Act.

Minaccia di dazi al Messico anche per costringerlo a chiudere il flusso migratorio. Sul fronte interno ha infatti promesso di sigillare il confine col vicino meridionale, la più grande deportazione di massa della storia americana (con lo spettro di una vera e propria caccia al clandestino in tutto il Paese), la fine delle città santuario dem, il ripristino della politica ‘Remain in Mexico’ e del suo controverso ‘muslim ban’. Proseguirà anche la costruzione del muro.

In economia Trump intende rendere permanente il suo taglio delle tasse del 2017, che scade nel 2025, proponendo al contempo nuovi tagli di vasta portata, dalla detassazione di mance e straordinari alla possibilità di dedurre gli interessi sui prestiti per l’acquisto di un’auto. Da vedere se e come il Congresso troverà i fondi. In vista anche uno stop al Green New Deal e un’ampia deregulation (ispirata e coordinata da Elon Musk) a favore delle aziende, a partire dal settore energetico (“drill, baby, drill”). Si tornerà quindi a trivellare ed estrarre petrolio e gas ai livelli pre amministrazione Biden. Atteso anche uno stop agli incentivi per lo sviluppo del mercato delle auto elettriche. Infine, una crociata anti woke e anti transgender nelle scuole, nello sport e nell’esercito.

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