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Dal governo lampo Fanfani al record di Berlusconi, storia dell’ingovernabilità italica

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Dal 1948 ad oggi in Italia si sono contati 67 governi, guidati da 29 presidenti del Consiglio registrando una media di durata di 14 mesi (414 giorni). Anche se calcolando i giorni “effettivi” del governo, ovvero i giorni che vanno dal giuramento alle dimissioni, la media crolla a 380 giorni, poco più di un anno. A più di dieci anni dal suo ultimo governo, il record di durata resta saldamente in mano a Silvio Berlusconi nella sua esperienza governativa che lo ha visto a Palazzo Chigi per 1.412 giorni tra il 2001 e il 2005. E sempre di Berlusconi – tra il 2008 e il 2011 – è il secondo posto con 1.287 giorni. Terzo – e si deve tornare alla Prima Repubblica – è il primo governo Craxi con 1.093 giorni tra il 1983 e il 1986. Il governo più veloce – in assoluto – è quello di Amintore Fanfani con appena 22 giorni di vita nel 1954. Quello che comincerà oggi al Quirinale con Giorgia Meloni prima premier donna della storia d’Italia sarà il governo numero 68.

Di seguito tutti i governi in ordine di longevità:

  • 1) 1.412 Berlusconi II – 11 giugno 2001 – 23 aprile 2005
  • 2) 1.287 Berlusconi IV – 8 maggio 2008 – 16 novembre 2011
  • 3) 1093 Craxi I – 4 agosto 1983 – 1º agosto 1986
  • 4) 1.024 Renzi – 22 febbraio 2014 – 12 dicembre 2016
  • 5) 886 Prodi I -18 maggio 1996 – 21 ottobre 1998
  • 6) 852 Moro III – 24 febbraio 1966 – 25 giugno 1968
  • 7) 722 Prodi II – 17 maggio 2006 – 8 maggio 2008
  • 8) 721 De Gasperi VII – 26 luglio 1951 – 16 luglio 1953
  • 9) 684 Segni I – 6 luglio 1955 – 20 maggio 1957
  • 10) 629 Andreotti VI – 23 luglio 1989 – 13 aprile 1991
  • 11) 613 De Gasperi V – 24 maggio 1948 – 27 gennaio 1950
  • 12) 591 Andreotti III – 30 luglio 1976 – 13 marzo 1978
  • 13) 581 Moro II – 23 luglio 1964 – 24 febbraio 1966
  • 14) 575 Fanfani III – 27 luglio 1960 – 22 febbraio 1962
  • 15) 561 Colombo – 6 agosto 1970 – 18 febbraio 1972
  • 16) 545 De Gasperi VI – 27 gennaio 1950 – 26 luglio 1951
  • 17) 536 Gentiloni – 12 dicembre 2016 – 1º giugno 2018
  • 18) 529 Monti – 16 novembre 2011 – 28 aprile 2013
  • 19) 527 Conte II – 5 settembre 2019 – 13 febbraio 2021
  • 20) 523 Draghi13 febbraio 2021 – 21 luglio 2022 (giorno delle dimissioni)
  • 21) 511 Scelba – 10 febbraio 1954 – 6 luglio 1955
  • 22) 487 Dini – 17 gennaio 1995 – 18 maggio 1996
  • 23) 485 Fanfani IV – 22 febbraio 1962 – 22 giugno 1963
  • 24) 466 De Mita – 13 aprile 1988 – 23 luglio 1989
  • 25) 461 Conte I – 1º giugno 2018 – 5 settembre 2019
  • 26) 446 Moro IV – 23 novembre 1974 – 12 febbraio 1976
  • 27) 442 Andreotti VII – 13 aprile 1991 – 28 giugno 1992
  • 28) 427 D’Alema I – 21 ottobre 1998 – 22 dicembre 1999
  • 29) 421 Spadolini I – 28 giugno 1981 – 23 agosto 1982
  • 30) 411 Amato II – 26 aprile 2000 – 11 giugno 2001
  • 31) 408 Zoli – 20 maggio 1957 – 2 luglio 1958
  • 32) 404 Segni II – 16 febbraio 1959 – 26 marzo 1960
  • 33) 389 Berlusconi III – 23 aprile 2005 – 17 maggio 2006
  • 34) 377 Andreotti II – 26 giugno 1972 – 8 luglio 1973
  • 35) 377 Ciampi – 29 aprile 1993 – 11 maggio 1994
  • 36) 373 Andreotti IV – 13 marzo 1978 – 21 marzo 1979
  • 37) 358 De Gasperi IV – 1º giugno 1947 – 24 maggio 1948
  • 38) 305 Amato I – 28 giugno 1992 – 29 aprile 1993
  • 39) 300 Letta – 28 aprile 2013 – 22 febbraio 2014
  • 40) 260 Craxi II – 1º agosto 1986 – 18 aprile 1987
  • 41) 259 Goria – 29 luglio 1987 – 13 aprile 1988
  • 42) 253 Forlani – 18 ottobre 1980 – 28 giugno 1981
  • 43) 253 Rumor V – 15 marzo 1974 – 23 novembre 1974
  • 44) 251 Berlusconi I – 11 maggio 1994 – 17 gennaio 1995
  • 45) 250 Rumor IV – 8 luglio 1973 – 15 marzo 1974
  • 46) 246 Fanfani V – 1º dicembre 1982 – 4 agosto 1983
  • 47) 243 Cossiga I – 5 agosto 1979 – 4 aprile 1980
  • 48) 236 Rumor I – 13 dicembre 1968 – 6 agosto 1969
  • 49) 234 Rumor II – 6 agosto 1969 – 28 marzo 1970
  • 50) 231 Moro I – 5 dicembre 1963 – 23 luglio 1964
  • 51) 229 Fanfani II – 2 luglio 1958 – 16 febbraio 1959
  • 52) 203 De Gasperi II – 14 luglio 1946 – 2 febbraio 1947
  • 53) 197 Cossiga II – 4 aprile 1980 – 18 ottobre 1980
  • 54) 171 Leone II – 25 giugno 1968 – 13 dicembre 1968
  • 55) 169 Moro V – 12 febbraio 1976 – 30 luglio 1976
  • 56) 166 Leone I – 22 giugno 1963 – 5 dicembre 1963
  • 57) 155 Pella – 17 agosto 1953 – 19 gennaio 1954
  • 58) 137 Andreotti V – 21 marzo 1979 – 5 agosto 1979
  • 59) 131 Rumor III – 28 marzo 1970 – 6 agosto 1970
  • 60) 129 Andreotti I – 18 febbraio 1972 – 26 giugno 1972
  • 61) 126 D’Alema II – 22 dicembre 1999 – 26 aprile 2000
  • 62) 123 Tambroni – 26 marzo 1960 – 27 luglio 1960
  • 63) 119 De Gasperi III – 2 febbraio 1947 – 1º giugno 1947
  • 64) 102 Fanfani VI – 18 aprile 1987 – 29 luglio 1987
  • 65) 100 Spadolini II – 23 agosto 1982 – 1º dicembre 1982
  • 66) 32 De Gasperi VIII – 16 luglio 1953 – 17 agosto 1953
  • 67) 22 Fanfani I- 19 gennaio 1954 – 10 febbraio 1954

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Politica

G7 a Napoli, evento blindato per il debutto di Giuli

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Inizia con la giornata di festa e il buon auspicio di San Gennaro il G7 Cultura a Napoli, in una città blindata per garantire la sicurezza dei partecipanti. Al riparo di lunghe transenne che circondano il Museo Archeologico di Napoli, dove è stata organizzata la cerimonia di accoglienza degli invitati, il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, al suo battesimo alla guida di un evento internazionale, ha ricevuto le delegazioni dei ministri della Cultura dei 7 Grandi, e con lui a fare gli onori di casa c’erano anche il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, il governatore Vincenzo De Luca e tra gli altri il procuratore capo di Napoli, Nicola Gratteri, il prefetto di Napoli Michele di Bari. Molte le delegazioni attese per l’avvio dei lavori di domani, come quelle dell’Unesco, della Ue e di paesi ospiti, primo fra tutti quello dell’Ucraina e, in vista della sessione speciale di sabato di quelli dei paesi africani e del Brasile. Proprio i rapporti con i paesi con le economie emergenti e le nazioni in via di sviluppo, in particolare con le nazioni africane, sono uno dei focus di questo G7 che punterà alla costruzione di nuovi partenariati.

Ma l’accento verrà posto anche sulla cultura come “architrave identitario di un popolo” e, nel giorno del nuovo alluvione che ha allagato l’Emilia Romagna, come “bene pubblico essenziale e un motore per lo sviluppo sostenibile”. L’evento sarà poi occasione per discutere temi di grande rilevanza internazionale come la protezione del patrimonio culturale ucraino (oggi a margine dell’inaugurazione Lee Satterfield, sottosegretario di Stato per la Diplomazia Usa ha annunciato una nuova donazione di 1 milione di dollari per la protezione dei beni culturali del pase in guerra), le sfide poste dall’intelligenza artificiale nel settore creativo e l’impatto dei cambiamenti climatici sui beni culturali. Proprio alla vigilia dei lavori, in occasione del ‘miracolo’ del santo patrono di Napoli, è andata in scena, davanti al Duomo, la protesta degli attivisti della campagna contro l’overtourism ‘Resta Abitante’ che hanno esposto un con gonfalone con sopra ricamata la richiesta di intervento del Patrono: “‘Caro San Gennaro ‘squaglia’ tutti i B&b”. Anche i giovani dell’Unione degli Studenti hanno organizzato un flash mob per protestare contro le politiche della cultura “sempre più privatizzate e inaccessibili”.

Nel complesso, tuttavia, la prima giornata in vista del summit ministeriale è trascorsa senza particolari problemi, neppure per la città. L’attenzione è stata invece rivolta a Roma dove è giunta all’attenzione dei pm la denuncia a carico dell’imprenditrice Maria Rosaria Boccia, presentata dal legale di Gennaro Sangiuliano, ex ministro della Cultura, dimessosi proprio in conseguenza delle rivelazioni fatte dalla donna su fatti relativi all’organizzazione del G7. Proprio mentre l’incartamento arrivava sulla scrivania dei pm romani, l’inluencer di Pompei, mandava sue notizie proprio dalla Capitale dovesi è fatta fotografare davanti a Montecitorio e in una sosta all’Apple store di via del Corso.

Tappa, quest’ultima, che sembra riferirsi indirettamente alle fotografie apparse su Dagospia che ritraggono il ministro Sangiuliano in un negozio di telefonia mentre acquista un nuovo cellulare. L’imprenditrice campana ha anche rilanciato sui social la sua battaglia, dice, di verità: “non ho ancora letto alcun articolo che si sia soffermato sul tema della verità che sto cercando di comunicare e che nessuno sembra ascoltare” scrive prendendo come pretesto la smentita di Marina Berlusconi a proposito del suo incontro con Mario Draghi. “Sottoscrivo queste parole e le faccio mie” scrive ancora Boccia approfittandone per lanciare un nuovo messaggio: “Ringrazio le reti Mediaset che mi offrono la possibilità di far sentire la mia voce”.

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Politica

Il Copasir sentirà Crosetto. Guerini: ciclo audizioni

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Lo chiede da un anno e sarà a breve accontentato il ministro della Difesa, Guido Crosetto. Nei prossimi giorni verrà ascoltato dal Copasir sulla vicenda dei dossieraggi e dei rapporti con l’Aise. A confermarlo il presidente del Comitato, Lorenzo Guerini. “Il Copasir – ha fatto sapere Guerini – sta facendo il proprio lavoro, esamina le carte e ha già fatto un primo ciclo di audizioni all’inizio della questione, sia con il procuratore nazionale antimafia, Giovanni Melillo, sia con il procuratore di Perugia, Raffaele Cantone, sia con il sottosegretario Alfredo Mantovano. Sulla base delle carte faremo un ciclo di audizioni nel quale ci sarà anche il ministro Crosetto che ha già dato la sua disponibilità. E’ una questione di definizione di agende, sarà nei prossimi giorni”.

Lo scorso anno, quando è uscito fuori il caso Striano e delle migliaia di accessi alla banca dati della Dna e non solo, in seguito ad una denuncia proprio del titolare della Difesa che riferì di notizie riservate sul suo conto finite sui giornali, il Comitato non ha ritenuto di convocare Crosetto. Mantovano aveva comunicato all’organismo che l’intelligence non era coinvolta. Ma il verbale di un secondo colloquio tra il ministro e Cantone, risalente allo scorso gennaio e pubblicato dal Fatto, ha convinto il Copasir a tornare sul caso. Crosetto ha infatti riferito a Cantone di avere rapporti “non particolarmente buoni con l’Aise”, cui aveva contestato “in più di un’occasione mancate informazioni che avrebbero potuto anche creare problemi alla sicurezza nazionale”.

Ecco quindi l’intenzione di vederci più chiaro con nuove audizioni che, oltre al ministro, potrebbero coinvolgere nuovamente Mantovano ed anche il direttore dell’Aise, Gianni Caravelli. Contattato anche il procuratore di Perugia per avere copia del verbale che era stato consegnato alla commissione Antimafia. “Chiediamo al ministro e alla premier chiarezza sull’intera vicenda. Perché gli apparati di sicurezza non possono essere mantenuti sotto tensione istituzionale, né tantomeno usati per giochi di sponda”, ha detto il senatore e membro del Copasir, Enrico Borghi. Mentre i parlamentari dem della commissione Antimafia hanno sollecitato ieri l’intervento in Aula della premier per dissipare le ombre. Crosetto, da parte sua, è pronto a dare la sua versione

. “Sono – ha assicurato – ben lieto di dire tutto ciò che ho riferito a Cantone al Copasir, ovvero in una sede vincolata al segreto, dove si scoprirà che non c’è, né ci sarà, mai nulla su cui poter fare speculazione politica o inventare contrasti nel Governo, ma solo circostanze serie e circostanziate che ogni cittadino ha il dovere di denunciare”. Nei giorni scorsi l’Autorità delegata alla sicurezza della Repubblica, Mantovano, aveva espresso “piena fiducia” in Caravelli e nell’Aise. E martedì il Consiglio dei ministri ha nominato prefetto il generale, proprio per rafforzare il concetto. Col pieno consenso del ministro della Difesa.

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Politica

Stretta su sim e cannabis, primo sì a ddl sicurezza

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Via libera dell’Aula della Camera al ddl Sicurezza che ora passa al Senato dove la Lega ha già fatto sapere che chiederà una corsia preferenziale. I sì sono stati 162, i no 91 e 3 gli astenuti. Il provvedimento, molto contestato dalle opposizioni, introduce diverse novità: dalle bodycam che potranno essere indossate dagli agenti delle forze dell’ordine alla stretta sulle rivolte in carcere e sulle sim ai migranti, dal giro di vite sulle mamme detenute dall’aggravante per chi protesta col fine di impedire una opera pubblica strategica. E ancora: norme contro l’occupazione abusiva delle case, per la tutela legale delle forze dell’ordine, contro la cannabis light. Via libera all’odg leghista sulla castrazione chimica.

Ecco i 10 punti principali:

BODYCAM PER LA POLIZIA – Sì alle bodycam per le forze di polizia impegnate nel mantenimento dell’ordine pubblico, anche se non come dotazione obbligatoria. Non sono previsti, invece, numeri identificativi sulle divise degli agenti, richiesti da parte delle opposizioni.

VIDEOCAMERE NEGLI INTERROGATORI – Si introduce la possibilità di utilizzare le videocamere nell’ambito degli interrogatori delle forze dell’ordine. Una norma, viene spiegato, a tutela dagli abusi d’ufficio come dalle accuse di abuso d’ufficio.

NORMA ANTI-GANDHI – Carcere fino a un mese per chi da solo blocca una strada o una ferrovia e da sei mesi a due anni se il reato viene commesso da più persone riunite. La norma è stata soprannominata “anti-Gandhi” dalle opposizioni. Tra le aggravanti introdotte nel provvedimento c’è anche quella per i reati commessi nelle stazioni o nelle loro vicinanze.

DETENUTE MADRI – Diventa facoltativo e non più obbligatorio il rinvio della pena per le donne in gravidanza e le madri con figli sotto l’anno: un emendamento dei relatori, approvato in Aula, prevede che ogni anno il governo presenti una relazione sulla attuazione delle misure cautelari nei confronti delle donne incinte e delle madri con figli di età inferiore a tre anni.

STRETTA SULLA CANNABIS LIGHT – Stop alla coltivazione e la vendita delle infiorescenze, anche di cannabis a basso contenuto di Thc, per usi diversi da quelli industriali consentiti. Il commercio o la cessione di infiorescenze viene punito con le norme del testo unico sulle sostanze stupefacenti.

MISURE PER I NO TAV E PONTE – Arriva un’aggravante per punire la violenza o la minaccia a un pubblico ufficiale se commessa per impedire la realizzazione di un’opera pubblica o di una infrastruttura strategica.

TUTELA LEGALE DELLE FORZE DELL’ORDINE – Raddoppio delle spese legali, con un tetto fino a 10mila euro, per forze dell’ordine, forze armate o agenti indagati per fatti inerenti al servizio.

OCCUPAZIONE DELLE CASE – Viene istituito un nuovo reato contro l’occupazione abusiva degli immobili: sarà quello di ‘occupazione arbitraria di immobile destinato a domicilio altrui’. La pena prevista è il carcere da due a sette anni.

SIM PER EXTRACOMUNITARI SOLO CON PERMESSO – I cittadini extracomunitari che vogliono acquistare Sim sul territorio nazionale dovranno presentare agli operatori, oltre ai documenti di identità, anche “copia del titolo di soggiorno”.

“RESISTENZA PASSIVA” IN CARCERE – Si introduce nel codice penale anche la “resistenza passiva” in carcere. Il testo prevede che hi “partecipa ad una rivolta mediante atti di violenza o minaccia o di resistenza all’esecuzione degli ordini impartiti, commessi in tre o più persone riunite, è punito con la reclusione da 1 a 5 anni”. In tale contesto “costituiscono atti di resistenza anche le condotte di resistenza passiva”.

CASTRAZIONE CHIMICA – Uscita di scena come emendamento in commissione, la possibilità di accesso alla castrazione chimica rientra come odg. L’impegno è ad aprire una commissione o un tavolo tecnico per valutare, in caso di reati di violenza sessuale, la possibilità per il condannato di aderire a percorsi di assistenza sanitaria, sia psichiatrica sia farmacologica, anche con un eventuale trattamento di “blocco androgenico”.

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