Dopo sette settimane di costante discesa, risale la curva dei ricoveri di pazienti Covid nei reparti ordinari degli ospedali facendo registrare un +10,7% in una settimana e con punte maggiori al Sud e nelle isole (+15%). La buona notizia e’ che continua invece a calare il numero delle ospedalizzazioni in terapia intensiva, con un -20% in sette giorni secondo i dati della Fiaso. Tuttavia, per gli esperti, questa ultima onda di contagi legata quasi totalmente alla variante Omicron sta rallentando ed alcune Regioni avrebbero gia’ raggiunto il picco. Dei pazienti in rianimazione, evidenzia la rilevazione negli ospedali sentinella della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso) del 22 marzo, il 72% non e’ vaccinato o non ha completato il ciclo vaccinale. E torna a flettersi anche la curva dei ricoveri pediatrici registrando un -6% nell’ultima settimana, dopo l’impennata registrata tra gli under18 nella settimana 8-15 marzo che aveva fatto segnare un +48%. La risalita dei ricoveri e’ confermata, su base nazionale, anche dal monitoraggio dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) relativo al 22 marzo: l’occupazione dei reparti ospedalieri di ‘area non critica’ da parte di pazienti Covid risale infatti al 14% (un anno fa era al 42%) e in 24 ore cresce in 9 regioni, L’occupazione delle terapie intensive, invece, e’ stabile al 5% in Italia ed e’ sotto la soglia di allerta del 10% in tutte le regioni. “Si riflettono sulle ospedalizzazioni gli effetti della risalita della curva dei contagi. Occorre ancora prestare la massima attenzione soprattutto nei luoghi chiusi, indossare la mascherina e non confondere la fine dello stato di emergenza con la fine della pandemia”, afferma il presidente Fiaso Giovanni Migliore. Anche i dati del bollettino giornaliero del ministero della Salute confermano un numero ancora sostenuto di contagi, anche se in calo rispetto a ieri: sono infatti 76.260 i nuovi casi nelle ultime 24 ore (ieri erano stati 96.365) e le vittime sono 153 (ieri 197). Il tasso di positivita’ e’ al 14,8%, in lieve calo rispetto al 15,01% di ieri. Sono invece 466 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, 11 in piu’ rispetto a ieri nel saldo tra entrate e uscite. I ricoverati nei reparti ordinari sono 8.939, ovvero 30 in meno rispetto a ieri. L’epidemia tuttavia, pur con numeri ancora sostenuti e che rimarranno tali ancora per alcuni giorni, sta rallentando, come rileva Antonello Maruotti, ordinario di Statistica all’Universita’ LUMSA e cofondatore dello StatGroup19, gruppo inter accademico di studi statistici sulla pandemia da Covid19. Questa nuova “mini ondata, molto rapida e in perfetto stile Omicron 2 – spiega – ha rallentato: in alcune regioni siamo gia’ nella fase di picco e altre la stanno raggiungendo. Bisogna comunque prestare attenzione perche’ l’andamento dell’epidemia e’ molto eterogeneo”. L’onda dei contagi rallenta quindi la sua crescita, “pur mantenendo valori ancora elevati. Poi – avverte Maruotti – bisognera’ capire se scendera’ o si stabilizzera’”. Il dato nazionale non riflette pero’ l’andamento regionale che e’ “molto eterogeneo, perche’ alcune Regioni sono partite prime di altre in questa ricrescita dei casi e dunque prima si stanno avvicinando alla fase di picco”. La Sicilia e la Sardegna, precisa l’esperto, “sono le Regioni entrate gia’ in fase di picco, ed anche Lazio e Calabria. Tutto il nord Italia invece, seppur con una curva epidemica in rallentamento, e’ ancora in fase di crescita dei casi. Al Sud, infine, sono la Puglia e la Campania a registrare la crescita di casi piu’ sostenuta”. Secondo lo statistico, inoltre, “dovremo abituarci a queste piccole ondate, frutto dell’aumento della popolazione suscettibile al virus e del presentarsi di nuove varianti, sempre piu’ contagiose, ma meno aggressive”. Ricoveri e decessi, conclude, “vanno monitorati con attenzione: sara’ il loro andamento a guidare le scelte future”. (ANSA). CR 23-MAR-22 19:37 NN