Nuovi divieti scatteranno, probabilmente già il prossimo fine settimana, anche nelle regioni in fascia gialla. Ci saranno altri lockdown locali dove si creano focolai. Il Comitato tecnico scientifico traccia la strada, il governo si riunisce oggi per cambiare il Dpcm entrato in vigore il 6 marzo. Il Cts sembra abbia consigliati misure drastiche, il Governo lo accontenterà in parte.
Gli esperti sono netti: le misure in atto non sono sufficienti per allentare la morsa del Covid-19. Serve una nuova stretta, bisogna rendere automatico il passaggio in zona rossa se ci sono 250 casi settimanali su 100 mila abitanti, come del resto avevano già chiesto l’ 8 e il 12 gennaio senza che questa raccomandazione fosse però raccolta al momento di stilare il Dpcm. Ma soprattutto, dicono, adesso bisogna limitare gli spostamenti delle persone, i contatti.
La curva epidemiologica sale, la soglia critica dei 40 mila contagiati al giorno non appare più così lontana. I modelli matematici in possesso degli scienziati del Cts parlano di 40 mila e passa contagiati al giorno fino al picco della terza ondata che è prevista per fine marzo (all’attuale ritmo) e morti, tanti morti ogni giorno. La terza ondata ha investito l’Italia nel pieno della campagna vaccinale. Il presidente del Consiglio Mario Draghi e i ministri – primi fra tutti quello della salute Roberto Speranza e degli Affari Regionali Mariastella Gelmini – sono consapevoli che in un momento così delicato non sono possibili errori o sottovalutazioni. Dunque, si procede a una revisione del provvedimento. Quella che il Governo Draghi si gioca è l’ultima carta per evitare il lockdown nazionale, lo stesso dichiarato da Conte esattamente un anno fa.
Nel verbale trasmesso al governo dopo la riunione di ieri mattina gli scienziati sottolineano “il peggioramento della curva epidemiologica e una rapida diffusione delle varianti a maggiore trasmissibilità”.
Si torna dunque alle regole in vigore durante le festività natalizie con le chiusure in vigore il sabato e la domenica. Oggi si riunirà la “cabina di regia” e saranno messi a punto i dettagli. Ci sarà la correzione del Dpcm in modo che le nuove regole entrino in vigore il prossimo fine settimana, il 13 e 14 marzo. Ma bisognerà decidere se impedire gli spostamenti delle persone come avviene in fascia rossa – ad eccezione di quelli per lavoro, salute e urgenza – oppure lasciare maggiore libertà di movimento, come era accaduto durante le festività natalizie, quando si era optato per la fascia arancione che impedisce di uscire dal proprio Comune ma consente di uscire di casa dalle 5 alle 22.
Gli scienziati fanno esplicito riferimento a questa seconda ipotesi, sarà quindi il governo a dover stabilire se sia invece opportuna una stretta ancor più vigorosa.
In ogni caso nel fine settimana anche in fascia gialla saranno chiusi tutto il giorno i bar e i ristoranti, consentito soltanto l’ asporto (fino alle 18 dai bar) e la consegna a domicilio.
Un vero e proprio lockdown scatterà nelle zone rosse, dove saranno chiusi locali pubblici e negozi, vietati gli spostamenti, consentita l’attività motoria soltanto nelle adiacenze della propria abitazione.
Le chiusure nel fine settimana rendono più difficile la possibilità di riaprire cinema e teatri il 27 marzo, come era stato invece stabilito dal Dpcm in vigore. I tecnici del ministero guidato da Dario Franceschini sono però al lavoro per proporre la stessa regola già applicata a musei e mostre: consentire l’ ingresso del pubblico in sala dal lunedì al venerdì.
Una ripartenza limitata, ma pur sempre uno spiraglio in una situazione che appare ancora drammatica.