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Corona Virus

Covid, si teme la risalita della curva: siamo oltre 7.000 casi quotidiani

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Sembra tutto fermo in una sorta di stallo, ma da regioni e province arrivano i primissimi segnali di un cambiamento che fanno temere una risalita della curva dell’epidemia di Covid-19 in Italia. E’ comunque una situazione dagli sviluppi al momento imprevedibili, osservano gli esperti. I dati del ministero della Salute indicano che i nuovi casi positivi sono stati 7.270 contro i 6.968 del giorno prima, individuati con 216.969 test fra molecolari e antigenici rapidi, un numero confrontabile ai 230.039 del giorno precedente. Il tasso di positivita’ e’ rimasto stabile al 3,3%, mentre il rapporto fra totale dei nuovi casi e i soli test molecolari indica un aumento al 7,6%. I nuovi decessi sono stati 30, mentre 24 ore prima erano stati 31. Aumentano ancora, intanto, i ricoveri nelle terapie intensive: sono stati 15 in piu’ in 24 ore nel saldo tra entrate e uscite, per un totale di 352 pazienti ricoverati; i nuovi ingressi sono stati 37, contro i 40 del giorno prima. Segnano un incremento di 27 unita’ in 24 ore anche i ricoverati con sintomi nei reparti ordinari, dove sono attualmente ricoverati 2.975 pazienti. In salita anche l’incremento giornalieri dei casi positivi nelle regioni, fra le quali e’ la Sicilia l’unica a superare la soglia di mille unita’, con 1.134 nuovi casi. Seguono Toscana (876), Lombardia (679), Emilia Romagna (632), Veneto (583), Lazio (567), Campania (543), Umbria (435), Piemonte (301), Sardegna (299), Puglia (281), Marche (199), Liguria (164), provincia autonoma di Trento (158),Abruzzo (140), Friuli Venezia Giulia (101). Nelle mappe del Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc) salgono a cinque le regioni italiane in rosso: oltre a Sicilia, Sardegna, Toscana e Marche, tornate rosse nelle scorse settimane, nell’ultimo aggiornamento si aggiunge anche la Calabria. Tutto il resto dell’Italia e’ in giallo, ad eccezione del Molise e della Provincia autonoma di Bolzano, che restano in verde. Per il fisico Giorgio Parisi, dell’ Universita’ Sapienza di Roma e Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), la “situazione appare quasi stazionaria, con un aumento dei casi del 10% a settimana”, ma e’ anche vero che e’ “una situazione di attesa perche’ in futuro potrebbe accadere di tutto: la diffusione dei casi potrebbe accelerare, per passando dall’attuale ritmo del 10% al 30% a settimana, oppure cominciare a diminuire. E’ difficile dirlo”. Si puo’ dire invece, prosegue il fisico, che e’ comunque una “situazione abbastanza buona in quanto l’aumento impetuoso dei casi e’ rallentato e il ritmo delle vaccinazioni sta procedendo abbasta bene, considerando il rallentamento fisiologico in agosto”. Lo zoccolo duro, rileva Parisi, “e’ quel 5%-10% della popolazione che non si vuole vaccinare”, ma” il fatto nelle terapie intensive siano ricoverati molti non vaccinati speriamo debba far riflettere e che molti si decidano a vaccinarsi”. Qualche segnale di risalita si osserva a livello di alcune regioni e di alcune province. “Iniziali segni di ripresa della diffusione si osservano negli ultimi giorni 4-5 giorni dall’analisi delle differenze settimanali delle curve dei positivi totali della percentuale di positivi ai test molecolari”, osserva il matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo “Mauro Picone” del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). Questa tendenza e’ piu’ evidente a livello regionale, soprattutto nel Lazio, Sicilia, Toscana e Puglia. La Sardegna e la provincia autonoma di Trento si trovano invece sono su un plateau da circa due settimane, prosegue l’esperto.

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Covid, ok Ue a vaccino aggiornato di Moderna contro JN.1

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Il Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha raccomandato l’autorizzazione all’immissione in commercio per la formulazione aggiornata del vaccino contro Covid-19 di Moderna. Il nuovo vaccino è indirizzato contro la variante JN.1. Lo ha reso noto l’azienda. Si attende ora la decisione definitiva della Commissione europea. “Dato che le malattie respiratorie aumentano durante i mesi invernali, è fondamentale che le persone si proteggano vaccinandosi con un vaccino Covid-19 aggiornato”, ha detto in una nota Stéphane Bancel, amministratore delegato di Moderna. La raccomandazione di inserire la variante JN.1 nel vaccino di questa stagione era stata espressa dalla Emergency Task Force (ETF) dell’Ema lo scorso aprile e poi confermata dalla stessa agenzia a luglio. Esiste, però, anche una versione del vaccino aggiornata alla variante KP.2 – ceppo discendente da JN.1 – approvata nelle scorse settimane in Usa. L’azienda non ha anticipato quando inizierà la distribuzione del prodotto, ma ha reso noto che l’Unione Europea sta partecipando a una procedura di gara per i vaccini a mRNA attraverso l’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA).

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La Corte Ue per diritti dell’uomo boccia sanitari novax

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Curve Covid stabili. Verso l'estate senza mascherine

La Corte europea per i diritti dell’uomo, dopo la Corte Costituzionale italiana, boccia i sanitari novax che durante l’emergenza Covid-19 rifiutarono nel 2021 la somministrazione del vaccino essendo per questo sospesi dalla loro funzione. Con una sentenza pubblicata il 29 agosto, la Corte europea afferma infatti che non vi fu violazione dei diritti, ritenendo “manifestamente infondata” l’accusa di discriminazione. Intanto, il presidente della Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, invita a non sottovalutare la persistente diffusione del virus ed a proteggere i soggetti fragili. I sanitari che hanno fatto ricorso alla Corte Ue sono 26: 19 sammarinesi, 6 italiani e uno di nazionalità moldava, tutti impiegati presso l’Istituto per la Sicurezza Sociale di San Marino. Avevano rifiutato la vaccinazione contro il Covid-19 ed erano stati sospesi per questo dalla loro attività di operatori sanitari, per poi essere reintegrati passata la fase di emergenza. Secondo la Corte, non vi fu però violazione dei diritti e le misure adottate furono proporzionate e giustificate al fine della protezione della salute della popolazione in generale, compresi i richiedenti. “L’obiettivo delle misure – si legge infatti nella sentenza – era proteggere la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza, nel contesto di una pandemia che aveva rappresentato un grave rischio per la popolazione in generale”.

Ed ancora: “Le persone non vaccinate erano più vulnerabili alle gravi conseguenze della malattia”. Le parti hanno ora tre mesi di tempo per fare ricorso. La Corte Europea, afferma Anelli, “promuove le misure adottate durante il Covid e le considera non sproporzionate e adeguate per la tutela della salute pubblica e per garantire le necessarie condizioni di sicurezza anche nei confronti delle persone non vaccinate, in quanto più vulnerabili alle gravi conseguenze della malattia”. La sentenza della Corte Ue, rileva, “segue quella della Corte Costituzionale italiana, che aveva sottolineato che le misure adottate dal legislatore al fine di prevenire la diffusione del virus, limitandone la circolazione, non possano ritenersi né irragionevoli né sproporzionate”. Una sentenza che arriva mentre il virus SarsCoV2 continua a diffondersi, anche se i dati italiani segnano attualmente una fase di stabilizzazione dei contagi. Medici ed epidemiologi esortano tuttavia a non abbassare la guardia, ribadendo come le persone fragili siano maggiormente a rischio e vadano protette anche per mezzo di un nuovo richiamo vaccinale.

I dati sul Covid “sono sicuramente sottostimati perchè buona parte dei cittadini non fa più i tamponi ed oggi – spiega Anelli – non abbiamo una reale percezione di quello che sta avvenendo. Personalmente, però, ogni giorno faccio diagnosi di Covid, largamente diffuso al momento soprattutto tra i giovani”. Il Covid, nella forma attuale, precisa, “non sta creando seri problemi: si presenta in genere come una influenza più forte che si autorisolve nel giro di pochi giorni. Tuttavia, il problema sussiste per gli anziani con malattie importanti che possono andare incontro a scompenso anche grave. E’ pertanto opportuno raccomandare il tampone se si hanno sintomi simili all’influenza, per essere coscienti del proprio stato ed evitare il contatto con soggetti fragili se si è positivi”. Quanto alla prossima campagna vaccinale, “al momento non abbiamo indicazioni in merito alla somministrazione del vaccino anti-Covid – aggiunge – e aspettiamo che le autorità sanitarie ci facciano sapere come e quando iniziare la campagna vaccinale per Covid e influenza, che appare opportuna soprattutto per i malati cronici”. A fronte di una attuale stabilità dei contagi, anche l’epidemiologo Cesare Cislaghi esorta tuttavia a non abbassare la guardia: “Si sta andando verso l’autunno e l’esperienza suggerisce che il virus probabilmente circolerà maggiormente. E’ per questo che consiglio una maggior protezione vaccinale ed una maggior precauzione soprattutto a protezione dei soggetti più fragili”.

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In 7 giorni oltre 15.200 casi di Covid, +11% in una settimana

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Salgono a 15.221 i casi di Covid-19 registrati dal 22 al 28 agosto in Italia, con un aumento di circa l’11% rispetto ai 13.690 della settimana precedente (ma in calo se confrontati a quelli di due settimane fa, considerato che dall’8 al 14 agosto i contagi erano stati 16.299). In aumento anche i decessi settimanali, che sono stati 135, rispetto ai 99 del 15-21 agosto. Lo indicano i dati dell’aggiornamento settimanale sul Covid-19 in Italia, pubblicato sul sito del ministero della Salute. Il maggior numero di casi si registra in Lombardia, con 2.562 contagi tra il 22 e il 28 agosto rispetto ai 1.796 della settimana prima. Sempre in Lombardia è stata registrata circa la metà di tutti i decessi per Covid rilevati nella settimana in esame, 66. In aumento anche i tamponi: dal 22 al 28 agosto ne sono stati eseguiti 94.171 rispetto ai 72.266 della rilevazione precedente. Il tasso di positività è al 16,2%, a fronte del 18,9%.

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