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Covid: scende curva. In classe tornano i prof No vax

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La curva dei contagi Covid in Italia scende, anche se aumentano da 21 a 60 le Province dove il calo dei casi e’ fermo, e diventano 5 quelle nelle quali si rileva una crescita di positivi. In un quadro generale in miglioramento a preoccupare sono pero’ i decessi. L’allarme arriva dal Campus Bio-medico di Roma: troppi 100 morti al giorno. Intanto si guarda alla ripresa dell’anno scolastico. Dal primo settembre prossimo decadono gli obblighi di vaccinazione per l’intero personale scolastico e quindi torneranno in cattedra anche i docenti No vax, cosi’ come i bidelli e gli amministrativi, che hanno scelto di non ricevere le somministrazioni. Nella nota inviata venerdi’ dal ministero dell’Istruzione a tutte le scuole, dalle materne agli istituti superiori per le misure standard di prevenzione anti-Covid, si sottolinea infatti che le disposizioni emergenziali in vigore per la scuola “esauriscono la loro validita’ al 31 agosto prossimo e, in assenza di ulteriori specifiche proroghe o rinnovi, non prolungano i loro effetti nel prossimo anno scolastico 2022/2023”. L’immunizzazione rientrava nelle norme inserite per il contrasto all’emergenza. Per ora non sembrano esserci all’orizzonte novita’ su cambi di marcia. La nota si basa sulle linee guida gia’ dettate dall’Iss all’inizio di agosto. Per il resto quindi restano in vigore le regole come divieto di accedere nelle strutture scolastiche con sintomi influenzali o febbre superiore a 37,5 gradi, sanificazione delle classi sia ordinaria sia straordinaria, in presenza di uno o piu’ casi di positivita’, e ricambi d’aria. Protesta la Uil Scuola: “Distanziamento, misure stabili contro il sovraffollamento delle classi, mappatura degli interventi tecnici per il ricambio d’aria: tutte questioni ancora aperte”. Secondo il dg dell’Istituto Spallanzani, Francesco Vaia “i numeri del Covid scendono ma non aspettiamo inerti l’autunno che verra’ presto. Dobbiamo mettere in sicurezza scuole, trasporti e luoghi della socialita’ o saremo punto e a capo. Al 20 agosto ancora non si vedono azioni concrete su questo fronte”. Sull’andamento dell’epidemia, il bollettino quotidiano del ministero della Salute parla di 24.394 nuovi contagi nelle ultime 24 ore (erano 24.691 il giorno precedente) mentre le vittime sono 88, in calo rispetto alle 124 del rilievo precedente. I tamponi effettuati sono 164.805. I ricoveri in terapia intensiva registrano un -4 per un totale di 256 e 254 in meno nei reparti ordinari per un totale di 6.528. Scendono di 16.795 gli attualmente positivi che si attestano a 782.628. Da inizio pandemia il totale dei casi e’ di 21.630.998 e quello dei decessi di 174.659. Sul numero dei decessi il direttore dell’ Unita’ di Statistica medica ed epidemiologia molecolare del Campus Bio-medico di Roma, Massimo Ciccozzi ritiene “inammissibile avere oltre 100 morti al giorno di Covid. Cosi’ non e’ possibile convivere con il virus. Bisogna chiarire le cause, perche’ ormai del virus si sono fatti tutti gli studi possibili ma la mortalita’ resta un problema”. A livello territoriale, le analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’ Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M.Picone’, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), sulla base dei casi positivi ai tamponi molecolari, evidenziano una ripresa della crescita in 5 Province (Potenza, Catanzaro, Cosenza, Isernia, Vibo Valentia) mentre sono altre 39 quelle in cui e’ chiara, o quasi, la fermata della discesa della curva dei casi positivi, che si aggiungono alle 21 di due giorni fa. Per quanto riguarda le reinfezioni, dice l’Istituto superiore di Sanita’ (Iss) nel suo Report esteso, sono in lieve diminuzione: 12,9% rispetto al 13,44%. Per i vaccini, nell’ultima settimana, quarte dosi praticamente stabili: 2.127.480, appena 73.475 in piu’ rispetto alla settimana precedente, mentre da inizio campagna vaccinale (27 dicembre 2020) al 17 agosto scorso sono state 140.124.654 le dosi somministrate. Infine sequenziato il primo caso di Omicron Centaurus (BA.2.75) in Sardegna.

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

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Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

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