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Corona Virus

Covid, record di 253 morti da 5 mesi e forti polemiche sulla riduzione della quarantena

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Anche se si conferma un trend di raffreddamento della curva, il Covid continua a far registrare in Italia un alto numero di contagi e vittime mentre divide l’ipotesi di una riduzione della quarantena per i positivi. Nelle ultime 24 ore sono 88.221 i nuovi contagi, secondo il ministero della Salute (ieri 23.699). I decessi invece sono 253, e’ il dato piu’ alto degli ultimi cinque mesi. Un aumento simile, infatti, risale al 23 febbraio, quando i morti furono 252. Stabile il tasso al 19,7% con 446.718 tamponi effettuati. Sono invece 434 i pazienti in terapia intensiva – in aumento di 8 – e i ricoverati nei reparti ordinari sono 11.124, 43 in piu’. “Io credo che l’obiettivo sia convivere con il virus e la convivenza significa anche rivedere e rivalutare le regole in caso di positivi senza sintomi – afferma il sottosegretario alla Salute Andrea Costa – Sicuramente prevedo che nei prossimi giorni ci potra’ essere la riduzione dell’isolamento per chi e’ positivo e non ha sintomi. Dopo di che, il passo successivo credo sia considerare l’ipotesi, in caso di positivi senza sintomi, di eliminare la quarantena”. Piu’ cauto Massimo Andreoni, professore ordinario di malattie Infettive della facolta’ di Medicina e Chirurgia Universita’ degli studi di Roma Tor Vergata, che si dice “d’accordo” che la scelta dell’isolamento dei positivi senza sintomi “sia un argomento che vada un pochino rivisto alla luce dei dati epidemiologici” anche perche’ “sul regime di isolamento noi siamo sempre stati molto cauti e rigorosi rispetto ad altri paesi”. D’altro canto, “continuiamo ad avere circa 100 decessi al giorno e un minimo di precauzione ci deve essere perche’ meno circola il virus e meno casi gravi ci sono, meno nuove varianti insorgono”, precisa. Frena Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, per il quale “non c’e’ nessuna motivazione” per modificare le attuali misure. Una linea, invece, adottata dall’Austria dove il governo ha annunciato un radicale cambiamento di rotta: chi e’ positivo al coronavirus non finisce piu’ automaticamente in quarantena, ma puo’ lasciare la casa indossando pero’ la mascherina Ffp2. Le nuove misure entreranno in vigore il primo agosto. Sul fronte dei vaccini intanto in Italia sono quasi quaranta milioni i booster somministrati. Oltre 2 milioni gli italiani che hanno ricevuto la quarta dose. Numeri che per il ministro della Salute Roberto Speranza decretano il “grande successo” della campagna vaccinale contro il Covid in Italia. E un appello a fare la quarta dose arriva dal premio Nobel Giorgio Parisi, testimonial di un nuovo spot realizzato dal Dipartimento Informazione ed Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministero della Salute. Seduto al tavolo di un ristorate Parisi spiega – anche attraverso un grafico disegnato su una tovaglietta – l’importanza del vaccino che “protegge dalla malattia grave,” ricordando che gli over60 sono le persone “piu’ a rischio”. “Problema complesso, soluzione semplice” chiosa il Nobel che ha ricevuto il riconoscimento proprio per i suoi studi sui sistemi complessi. In vista dell’autunno c’e’ poi il nodo della ripresa dell’anno scolastico. Un’indagine della Fondazione Gimbe con l’Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalita’ della scuola (Anp), ‘promuove’ le scuole italiane per l’igiene delle mani e parzialmente per il controllo della temperatura mentre per l’aerazione dei locali le strutture non sono ancora pronte per affrontare in sicurezza l’avvio del prossimo anno scolastico. E l’assenza di interventi su aerazione e ventilazione ostacolano il rientro in classe senza mascherine.

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

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Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

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