Collegati con noi

Salute

Covid, nel 2023 più di 10mila morti in Italia

Pubblicato

del

“Il tasso di vaccinazione del 12% riportato dall’Ecdc è troppo basso per mantenere protetti i gruppi più vulnerabili in Italia. Dobbiamo fissare un obiettivo di copertura del 75%, come per l’influenza stagionale”. Ed “è fondamentale misurare i nostri progressi con una raccolta dati coerente e tempestiva”. Lo ha dichiarato Roberta Siliquini, membro della Covid Transition Initiative (Cti), gruppo indipendente e multi-stakeholder composto da esperti europei di rilievo, tra cui rappresentanti di associazioni di pazienti e decisori politici. Siliquini, che è presidente della Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica (Siti), oggi si è riunita assieme agli altri rappresentanti del Cti per elaborare raccomandazioni per migliorare i tassi di vaccinazione contro il Covid-19 in Italia e in Europa, oggi preoccupatamente bassi. Le raccomandazioni identificate dalla Cti, in particolare, sono state raccolte all’interno del rapporto ‘Covid Transition Roadmap’.

“Solo l’anno scorso – ha ricordato Siliquini – l’Italia ha registrato 10.000 decessi e oltre 80.000 ricoveri a causa del Covid-19, che hanno coinvolto quasi esclusivamente individui vulnerabili, anziani e malati cronici. Un fattore che ha contribuito è stata una campagna vaccinale a rilento. Nonostante l’efficacia dei vaccini nel combattere il Covid-19 e nel ridurre il rischio di ‘Long Covid’, la copertura vaccinale è diminuita considerevolmente, specialmente tra i gruppi a rischio. Dobbiamo agire in modo urgente per migliorare i tassi di vaccinazione di quest’autunno”.

Organizzare campagne di vaccinazione contro Covid-19 regolari e in linea con le raccomandazioni nazionali, con particolare attenzione alla protezione dei gruppi a rischio; garantire tutte le tecnologie vaccinali anti-Covid disponibili; chiarire i tempi e il processo di selezione dei ceppi del vaccino anti-Covid: queste alcune delle raccomandazioni nel rapporto ‘Covid Transition Roadmap, che evidenzia anche, ha sottolineato Siliquini, la preoccupazione “della dipendenza eccessiva dell’Europa da un unico tipo di vaccino. L’Ecdc ha dichiarato che il 97% delle dosi somministrate tra il 1° settembre 2023 e il 15 gennaio 2024 era di un solo tipo di vaccino anti Covid-19”. “Questo – ha concluso – potrebbe esporre l’Europa a potenziali problemi a livello di fornitura e non permettere ad individui e operatori sanitari di accedere alla tecnologia vaccinale più adatta a loro”.

Advertisement

In Evidenza

Farmindustria, Marcello Cattani confermato alla Presidenza

Pubblicato

del

Marcello Cattani è stato confermato all’unanimità alla Presidenza di Farmindustria. Sarà in carica per il biennio 2024-2026, come riporta una nota. Cattani – parmigiano, 53 anni, sposato, due figli, laureato in Scienze Biologiche ad indirizzo biomolecolare, con una specializzazione in Chimica e Tecnologia Alimentari – è Presidente e Amministratore Delegato di Sanofi Italia e Malta. È anche nel Consiglio generale di Confindustria e nel Consiglio generale di Assolombarda. Da ottobre 2022 è Presidente del Club Santé Italia, che riunisce 40 aziende francesi in Italia in ambito medico-farmaceutico. L’Assemblea ha nominato anche Alberto Chiesi (Chiesi Farmaceutici) Presidente Onorario di Farmindustria e ha eletto il Comitato di Presidenza composto da cinque Vice-Presidenti: Alessandro Chiesi (Chiesi Farmaceutici); Valentino Confalone (Novartis Farma); Massimo Di Martino (Abiogen Pharma); Paivi Kerkola (Pfizer Italia); Pierluigi Petrone (Euromed). Del Comitato di Presidenza fanno parte anche: Lucia Aleotti (A. Menarini); Francesco De Santis (Italfarmaco); Fabio Landazabal (GlaxoSmithKline); Morena Sangiovanni (Boehringer Ingelheim Italia); Mario Sturion Neto (Johnson & Johnson); Luciano Grottola (Ecupharma). Le linee programmatiche della nuova squadra per il biennio 2024-2026 saranno illustrate nel corso dell’Assemblea di Farmindustria che si svolgerà a Roma giovedì 4 luglio.

Continua a leggere

In Evidenza

La prima mano bionica su misura raccoglie 5,5 milioni di euro

Pubblicato

del

La prima mano bionica ‘su misura’ al mondo, in grado di adattare il proprio funzionamento al tono muscolare di ogni persona, ha raccolto 5,5 milioni di euro grazie a un nuovo round di investimento per la start-up pugliese BionIt Labs: all’investimento hanno partecipato i fondi Cdp Venture Capital Sgr, Rif Srl, Sefea Impact Sgr e Simest Spa, insieme alla Fondazione Enea Tech e Biomedical. Con queste nuove risorse, grazie alle quali il capitale dell’azienda sale a oltre 12 milioni di euro dalla sua fondazione nel 2018, sarà possibile espandere le attività nel mercato degli Stati Uniti, che rappresentano oltre il 50% del mercato protesico globale, ed ampliare l’offerta dei prodotti.

Il progetto di punta di BionIt Labs è ‘Adam’s Hand’, una protesi di mano che coniuga semplicità di utilizzo, elevata affidabilità e robustezza, nata durante la tesi di laurea di Giovanni Zappatore, amministratore delegato e fondatore dell’azienda. Per questo dispositivo, disponibile attualmente in 12 paesi, è stato sviluppato e brevettato un algoritmo di Intelligenza Artificiale che consente di adattarlo alle caratteristiche dell’utente. “BionIT Labs ha già dimostrato di saper trasformare un’idea in un prodotto perfettamente in grado di rispondere ed adattarsi nel tempo alle esigenze del mercato protesico” dichiara Zappatore. “La rinnovata fiducia di Cdp Venture Capital e Rif, assieme all’ingresso dei nuovi fondi di investimento, ci consentirà di posizionarci sul mercato come una delle maggiori realtà operanti in questo settore a livello mondiale”.

Continua a leggere

In Evidenza

La dieta mediterranea protegge anche i pazienti oncologici, progetto UMBERTO con Neuromed

Pubblicato

del

Neuromed

La Dieta Mediterranea si rivela un ottimo alleato per la salute anche dopo una diagnosi di tumore, infatti restare fedeli alla tradizione alimentare nostrana si associa a una mortalità ridotta del 32%, e a una mortalità per cause cardiovascolari ridotta del 60%. È il risultato di uno studio realizzato nell’ambito del Progetto UMBERTO, condotto dalla Piattaforma Congiunta Fondazione Umberto Veronesi ETS -I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli (IS), in collaborazione con l’Università LUM “Giuseppe Degennaro” di Casamassima (BA).

La ricerca ha mostrato che le persone con una diagnosi di tumore che seguivano uno stile alimentare ispirato ai principi mediterranei vivono più a lungo rispetto a chi non mangia mediterraneo. Pubblicata sulla rivista JACC CardioOncology, la ricerca ha analizzato i dati di 800 adulti italiani, uomini e donne, che al momento dell’ingresso nello studio epidemiologico Moli-sani avevano già avuto una diagnosi di tumore.

I partecipanti sono stati seguiti per oltre 13 anni e per tutti loro erano disponibili dettagliate informazioni sui consumi alimentari. Il ruolo protettivo della dieta mediterranea nella prevenzione primaria di alcuni tumori è documentato da svariate ricerche scientifiche, spiega Marialaura Bonaccio, primo autore dello studio. Il nuovo studio mostra che questo modello alimentare può avere benefici anche per chi ha già avuto una diagnosi di tumore.

“I risultati della nostra ricerca – continua Bonaccio – indicano che le persone che avevano avuto precedentemente un tumore e che avevano seguito uno stile alimentare mediterraneo avevano, negli anni successivi, un rischio di mortalità più basso del 32% rispetto a chi invece non aveva seguito la dieta mediterranea.La mortalità cardiovascolare è ridotta del 60%”.

“La Dieta Mediterranea – spiega Chiara Tonelli, Presidente del Comitato Scientifico di Fondazione Veronesi ETS – è composta principalmente da alimenti che sono fonti naturali di sostanze antiossidanti, come frutta, verdura e olio di oliva, che potrebbero spiegare il vantaggio riscontrato nei confronti della mortalità tumorale e cardiovascolare, che sappiamo essere ridotta da diete particolarmente ricche di questi composti bioattivi”.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto