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Corona Virus

Covid: la curva del contagio verso la discesa ma ci sono 54 morti

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I 5.273 casi di positivi al Coronavirus su 238.073 tamponi registrati nelle ultime 24 ore in Italia fanno ben sperare. Per gli esperti il plateau della curva di contagio e’ stato raggiunto intorno a Ferragosto ed ora comincia una lenta discesa. Ma le 54 vittime – ieri erano 24 e il giorno prima 19 – riportano l’attenzione sulla necessita’ di avere dati piu’ precisi sui pazienti deceduti per Covid: dall’eta’, alle malattie pregresse, e soprattutto se si tratti di pazienti che avevano ricevuto il vaccino oppure no. E mentre Israele conta 8.646 nuove infezioni in un solo giorno, un record negli ultimi 6 mesi, la rivista scientifica Pnas pubblica i dati di una meta analisi di alcune universita’ Usa da cui emerge che piu’ di un terzo delle infezioni sono asintomatiche. Argomento al centro delle considerazioni degli scienziati anche in Italia, che ritengono la stima dei casi al di sotto dei numeri reali, essendo buona parte degli infettati senza sintomi e quindi non sottoposti al test. “Per leggere correttamente la curva dei contagi adesso, dice l’infettivologo Massimo Galli, primario dell’Ospedale Sacco di Milano, bisogna soprattutto chiedersi quanto siano attendibili i dati a disposizione in questo particolare periodo dell’anno, agosto e gente in ferie fuori dalla propria sede. Per due fattori in particolare: a infettarsi sono soprattutto giovani, per la maggior parte asintomatici, e quanti sono coloro che effettivamente fanno il test. E’ altamente probabile che il numero dei contagi sia molto piu’ alto rispetto a quello ufficiale”. Sulla stessa linea Roberto Cauda, direttore della Clinica di malattie infettive del Policlinico Gemelli di Roma, che spiega: “Quello che vediamo oggi non corrisponde alla totalita’ dei casi di Coronavirus perche’ negli ultimi giorni e’ stato fatto da un quarto a un quinto di test in meno rispetto alle scorse settimane. Ieri, per esempio erano 70mila contro i circa 300mila dei mesi passati. Meno test si fanno, meno casi si rintracciano. Il numero dei casi e’ sottostimato. Ma le ospedalizzazioni non sfuggono, e sono in incremento”. Nell’ultima giornata, secondo i dati forniti dal Ministero della Salute, i pazienti ricoverati in terapia intensiva per il Covid sono 423, in aumento di 19 unita’ rispetto a ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri, sono 49 (ieri erano 32). I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 3.472, con un incremento di 138 su ieri. Dall’inizio della pandemia i casi sono 4.449.606, i morti 128.510. I dimessi e i guariti sono invece 4.191.980, con un incremento di 4.794 rispetto a ieri, mentre gli attuali positivi salgono a 129.116 con un aumento di 420 casi nelle ultime 24 ore. Massimo Ciccozzi, direttore dell’Unita’ di Statistica medica ed epidemiologia molecolare del Campus Bio-medico di Roma interpreta i numeri di oggi e chiarisce: “I dati sui contagi ci dicono che il plateau e’ stato raggiunto intorno a Ferragosto. Oggi, con oltre 200 mila tamponi e 5.273 positivi possiamo osservare che la curva comincia lentamente a scendere”. Ma sottolinea: “I dubbi permangono sul numero dei decessi, poiche’ non sappiamo se le 54 persone che sono morte nelle ultime 24 ore fossero o no vaccinate, che eta’ avessero e se soffrissero di altre patologie – spiega – insomma, sono dati che non consentono di fare un ragionamento. Certamente da notizie spot che mi arrivano da alcuni ospedali sembra che il 99% dei pazienti in terapia intensiva non abbia ricevuto la somministrazione del vaccino”. Anche se di proporzioni maggiori, il Regno Unito registra a sua volta un rimbalzo delle vittime con 170 morti in 24 ore, picco giornaliero dai 175 del 12 marzo quando il Paese era alle prese ancora con la coda della variante Alfa. Su questo numero di decessi (oltre 131.000 da inizio pandemia) pesa pero’ il recupero statistico tardivo di parte dei dati riferiti al weekend; mentre il trend del contagi alimentati dalla nuova variante Delta resta in frenata.

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

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Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

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