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Corona Virus

Covid: in Italia oltre 130.000 morti, in calo casi

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Sono stati piu’ di 130.000 i decessi per Covid-19 in Italia dall’inizio della pandemia, mentre i casi sono stati complessivamente 4,6 milioni a fronte di 4,3 milioni fra dimessi e guariti: i numeri complessivi dell’epidemia nel nostro Paese “sono la testimonianza di quanto questa pandemia sia un evento drammatico, una battaglia ancora in atto”, osserva il fisico teorico Enzo Marinari, dell’Universita’ Sapienza di Roma. Inumeri delle ultime 24 ore confermano una situazione “un po’ meglio che stazionaria”, dice Marinari, nella quale si vede “qualche segno di miglioramento nel numero dei nuovi casi positivi, con una discesa che continua da almeno 15 giorni”. La discesa della curva degli ingressi nelle terapie intensive comincia invece a mostrare i primi segni di una frenata, secondo l’analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M.Picone’, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). I dati del ministero della Salute indicano che dall’inizio della pandemia i decessi per Covid sono stati 130.027, i casi 4.613.214 e 4.360.847 sono stati i dimessi e guariti; gli attualmente positivi sono 122.340. I dati relativi alle ultime 24 ore indicano che i nuovi casi positivi sono stati 4.021, con un notevole incremento rispetto ai 2.800 di lunedi’ 13 settembre, che risentivano comunque del rallentamento nell’attivita’ di test tipico del fine settimana. I test, fra molecolari e antigenici rapidi, sono infatti aumentati dai 120.045 del 13 settembre a 318.593. Il tasso di positivita’ segna di conseguenza un calo dal 2,3% all’1,3%. Facendo invece il rapporto fra i casi complessivi e i soli tamponi molecolari il tasso di positivita’, secondo il sito Covid Trends, e’ del 3,4%. In 24 ore i decessi sono aumentati da 36 a 72 e “i dati degli ultimi quattro giorni – osserva Sebastiani – confermano che, come annunciato, la curva media dei decessi giornalieri ha raggiunto un massimo il 6 settembre”. I ricoveri segnano una leggera flessione, sia nelle terapie intensive sia nei reparti ordinari. Nelle prime sono ricoverati attualmente 554 pazienti, 9 in meno rispetto al giorno precedente nel saldo tra entrate e uscite, e gli ingressi giornalieri si sono ridotti in 24 ore da 35 a 29. Nei reparti ordinari sono i ricoverati sono 4.165, 35 in meno rispetto a ieri. Per Sebastiani “la recente fase di discesa della curva degli ingressi giornalieri in terapia intensiva mostra negli ultimi due giorni iniziali segni di frenata. I dati dei prossimi giorni saranno utili per confermare o meno il trend”. Fra le regioni, la Sicilia continua a registrare il maggiore incremento dei casi, con 684; seguono Lombardia (435), Veneto (427), Lazio (326), Emilia Romagna (314) e Campania (301). La Sicilia, seconodo le analisi di Sebastiani basate sui dati Agenas del 13 settembre, e’ ancora l’unica regione con valori da zona gialla; in Calabria la curva media dei ricoverati nei reparti ordinari e’ scesa al 17%; quella delle terapie intensive, dopo un periodo di stasi, cresce negli ultimi tre giorni e il valore misurato negli ultimi due giorni e’ 10.3% circa. “Decisivo per la decisione del Comitato tecnico-scientifico di venerdi’ 17 settembre – rileva – e’ il valore delle terapie intensive del 14 settembre: se non scendera’ sotto il 10%, la Calabria sembra destinata a essere dichiarata gialla venerdi’ 17 e diventare tale da lunedi’ 20”. Il monitoraggio dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), che confronta i dati del 14 settembre con quelli del giorno precedente, indica infine che, in un quadro di generale stabilita’, continua a salire il tasso di occupazione delle terapie intensive nelle Marche, ora al 13%, oltre la soglia del 10% che e’ fra i parametri per il passaggio in zona gialla. Il valore sale anche in Molise (al 5%) e Veneto (al 6%). Scende invece in Friuli Venezia Giulia (al 5%) Sardegna e Sicilia, portandole al 12%.Rispetto ai normali reparti ospedalieri, la percentuale di posti letto occupati per Covid sale in Friuli (al 4%),scende in Molise (al 5%) e Toscana (7%). (ANSA). BG 14-SET-21 20:02 NNNN

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

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Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

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