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Corona Virus

Covid, il virus corre in Italia: 50.599 casi, con 141 morti

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Il virus continua a correre. In attesa della pubblicazione in Gazzetta ufficiale del decreto con le nuove restrizioni, l’Italia fa segnare il nuovo record assoluto di casi dall’inizio della pandemia: 50.599 nelle ultime 24 ore, con 141 vittime e i ricoveri in aumento sia nelle terapie intensive che nei reparti ordinari. Il monitoraggio settimanale della cabina di regia conferma la crescita della curva: da 9 settimane c’e’ un aumento “rapido e generalizzato dei casi”, con l’incidenza a livello nazionale che e’ a 351 casi ogni 100mila abitanti (con i valori piu’ alti nella fascia 0-9 anni e 10-19 anni) e l’Rt che, seppur stabile rispetto alla settimana scorsa, si assesta ad 1,13 ed e’ comunque sopra la soglia epidemica. “Sono un segnale forte di incremento della circolazione del virus” ribadisce il presidente dell’Istituto superiore di Sanita’ Silvio Brusaferro. In crescita anche le ospedalizzazioni: il tasso di occupazione in terapia intensiva e’ al 10,7% contro il 9,6% del 13 dicembre e quello dei posti letto nei reparti ordinari sale al 13,9% contro il 12,1% dell’ultima rilevazione. “Data la circolazione della variante Omicron molto trasmissibile – e’ l’invito del direttore della prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza – bisogna mantenere tutte le misure di precauzione individuale soprattutto in questo periodo festivo ed accelerare il richiamo”. L’aumento fuori controllo dei casi si riflettera’ anche sui colori delle Regioni: dopo Friuli Venezia Giulia, Veneto, Liguria, Marche, Calabria, provincia di Bolzano e provincia di Trento, che passeranno il Natale e l’ultimo dell’anno in giallo, il nuovo anno iniziera’ probabilmente con un cambio di colore per Piemonte – che ha gia’ tutti i parametri per quella fascia – Emilia Romagna, Lazio e Lombardia, che hanno ancora sotto la soglia del 15% i ricoveri nei reparti ordinari, e la Sicilia, che ha invece l’occupazione delle terapie intensive di poco sotto il 10%. Per cercare di contenere la corsa del virus, l’arma migliore resta il vaccino. Per questo il ministero della Salute ha emanato una nuova circolare per accelerare sulle somministrazioni: si prevede l’anticipo del booster da 5 a 4 mesi, “alla luce delle attuali evidenze sull’impatto epidemiologico correlato alla maggiore diffusione della variante Omicron”, e la possibilita’ di fare la terza dose anche per i 16-17enni. A partire dal 27 dicembre, dunque, potra’ essere somministrato il booster sia ai ragazzi di 16 e 17 anni sia a quelli con elevata fragilita’ tra i 12 e i 15 anni. Una decisione che arriva dopo il parere della commissione tecnica dell’Aifa e che anticipa l’Ema, che non si e’ ancora pronunciata su questo punto. “Al momento per queste categorie sara’ possibile utilizzare solo il vaccino Pfizer, secondo le tempistiche e le modalita’ gia’ raccomandate” dice il Commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo che sta anche mettendo in piedi tutta la macchina organizzativa per anticipare a 4 mesi il booster “dando la priorita’ alle persone anziani e fragili”. Ma in una nota allegata alla circolare e firmata dal direttore dell’Aifa NIcola Magrini, dal presidente del Consiglio superiore di sanita’ Franco Locatelli e dallo stesso Brusaferro si ricorda anche come oltre al booster sia una “assoluta priorita’” quella di “mettere in massima protezione con tempestivita’ tutti coloro che non hanno ancora iniziato il ciclo vaccinale primario”. Che, in base all’ultimo report del governo aggiornato alla vigilia di Natale, sono 5,6 milioni. In termini assoluti, il numero piu’ alto di no vax e’ tra i 40-49 anni (1.221.454) e tra i 50-59 anni (1.038.570); in termini percentuali e’ invece tra i 12-19enni: il 18,47%, che corrisponde a 854.716 persone su una platea di 4.627.514.

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

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Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

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