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Covid, circolazione ancora alta. Aumento casi al Sud

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Il trend generale di miglioramento della curva epidemica da Covd-19, in Italia come in vari Paesi Ue, non deve spingere a facili entusiasmi: la circolazione del virus SarsCoV2 nel nostro Paese e’, infatti, ancora elevata ed in alcune regioni del Centro-Sud si intravedono primi, preoccupanti segnali di un’inversione di tendenza, con i contagi nuovamente in lieve crescita come nel caso dell’Umbria. Da tenere sotto controllo, avvertono gli esperti, e’ la frenata nel calo dei nuovi casi, mentre l’occupazione delle terapie intensive si mantiene stabile. Nel frattempo e’ iniziato il graduale allentamento delle misure e la prossima tappa e’ il 10 marzo, con la riapertura alle visite negli ospedali. A fotografare la situazione ospedaliera e’ il monitoraggio dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas), aggiornato al 6 marzo, dal quale emerge che l’occupazione dei posti in terapia intensive da parte di pazienti Covid e’ ferma al 6%, a fronte del 28% che si registrava un anno fa. E’ stabile anche, al 14%, la percentuale di posti letto in area non critica, che un anno fa toccava il 32%. Il bollettino giornaliero del ministero della Salute rileva invece un leggero aumento dei ricoveri: sono 610 i pazienti in intensiva, 7 in piu’ rispetto a ieri, mentre i ricoverati nei reparti ordinari sono 8.989, ovvero 161 in piu’ rispetto a ieri. I nuovi contagi sono 22.083 nelle ultime 24 ore (ieri 35.057), mentre le vittime sono 130 (ieri 105). Il tasso di positivita’ e’ all’11,7%, in aumento rispetto al 10,5% del giorno precedente. Nell’ultima settimana si evidenzia tuttavia una mortalita’ in calo in tutte le classi di eta’, sia al Nord che al Centro-Sud, che “riporta i valori in linea con l’atteso”, si sottolinea nel rapporto settimanale del sistema di sorveglianza sull’andamento della mortalita’ giornaliera nelle citta’ italiane in relazione all’epidemia di Covid. I dati indicano comunque che la pandemia “non e’ finita e in Italia la circolazione virale e’ ancora molto alta”, spiega il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta. Con i dati della pandemia “in netto miglioramento e la drammatica situazione in Ucraina che ha catalizzato l’attenzione pubblica, si rischia un grave calo di attenzione nei confronti del Covid, che e’ un problema tutt’altro che risolto”, avverte. Il virus “continua infatti a circolare in maniera molto elevata in Italia: nell’ultima settimana in alcune regioni non solo si e’ arrestata la diminuzione del numero dei nuovi casi, ma in qualche regione si vede qualche lieve aumento. In questa fase infatti il dato nazionale – afferma – e’ influenzato al ribasso dalle principali regioni del Nord come la Lombardia, dove la situazione e’ particolarmente favorevole”. Questo, rileva, “ovviamente trascina verso il basso il dato nazionale mentre in diverse regioni del Centro-Sud come Abruzzo, Molise, Calabria, Puglia e Sicilia si sta gia’ verificando un’inversione di tendenza”. Un’inversione di trend che inizia a vedersi anche in Umbria, dove c’e’ evidenza di un aumento della diffusione della variante Omicron 2 con una crescita dei casi nell’ultima settimana. Ma se i numeri complessivi confermano un miglioramento, evidenzia da parte sua il sottosegretario alla Salute Andrea Costa, resta pure la criticita’ dei 7 milioni di italiani che non hanno ancora fatto la dose booster di richiamo. Intanto, e’ gia’ avviata la ‘road map’ degli allentamenti delle misure e la prossima data in calendario e’ quella del 10 marzo, quando sara’ nuovamente possibile visitare i familiari ricoverati in ospedale, per 45 minuti al giorno. E sempre dal 10 marzo sara’ nuovamente possibile consumare cibi e bevande in teatri, cinema, locali di intrattenimento e musica dal vivo e in tutti i luoghi in cui svolgono eventi sportivi. Il 31 marzo scadra’ poi lo stato di emergenza ed il 15 giugno finira’ invece l’obbligo di vaccinazione per gli over 50. L’ipotesi su cui si lavora e’ appunto quella di un allentamento progressivo delle misure, come l’obbligo di mascherina al chiuso e l’obbligo del green pass, a partire dal 31 marzo: prima per le attivita’ all’aperto e poi per quelle al chiuso.

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Covid, ok Ue a vaccino aggiornato di Moderna contro JN.1

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Il Comitato per i medicinali per uso umano (Chmp) dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) ha raccomandato l’autorizzazione all’immissione in commercio per la formulazione aggiornata del vaccino contro Covid-19 di Moderna. Il nuovo vaccino è indirizzato contro la variante JN.1. Lo ha reso noto l’azienda. Si attende ora la decisione definitiva della Commissione europea. “Dato che le malattie respiratorie aumentano durante i mesi invernali, è fondamentale che le persone si proteggano vaccinandosi con un vaccino Covid-19 aggiornato”, ha detto in una nota Stéphane Bancel, amministratore delegato di Moderna. La raccomandazione di inserire la variante JN.1 nel vaccino di questa stagione era stata espressa dalla Emergency Task Force (ETF) dell’Ema lo scorso aprile e poi confermata dalla stessa agenzia a luglio. Esiste, però, anche una versione del vaccino aggiornata alla variante KP.2 – ceppo discendente da JN.1 – approvata nelle scorse settimane in Usa. L’azienda non ha anticipato quando inizierà la distribuzione del prodotto, ma ha reso noto che l’Unione Europea sta partecipando a una procedura di gara per i vaccini a mRNA attraverso l’Autorità per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA).

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La Corte Ue per diritti dell’uomo boccia sanitari novax

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Curve Covid stabili. Verso l'estate senza mascherine

La Corte europea per i diritti dell’uomo, dopo la Corte Costituzionale italiana, boccia i sanitari novax che durante l’emergenza Covid-19 rifiutarono nel 2021 la somministrazione del vaccino essendo per questo sospesi dalla loro funzione. Con una sentenza pubblicata il 29 agosto, la Corte europea afferma infatti che non vi fu violazione dei diritti, ritenendo “manifestamente infondata” l’accusa di discriminazione. Intanto, il presidente della Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, invita a non sottovalutare la persistente diffusione del virus ed a proteggere i soggetti fragili. I sanitari che hanno fatto ricorso alla Corte Ue sono 26: 19 sammarinesi, 6 italiani e uno di nazionalità moldava, tutti impiegati presso l’Istituto per la Sicurezza Sociale di San Marino. Avevano rifiutato la vaccinazione contro il Covid-19 ed erano stati sospesi per questo dalla loro attività di operatori sanitari, per poi essere reintegrati passata la fase di emergenza. Secondo la Corte, non vi fu però violazione dei diritti e le misure adottate furono proporzionate e giustificate al fine della protezione della salute della popolazione in generale, compresi i richiedenti. “L’obiettivo delle misure – si legge infatti nella sentenza – era proteggere la salute pubblica e mantenere adeguate condizioni di sicurezza, nel contesto di una pandemia che aveva rappresentato un grave rischio per la popolazione in generale”.

Ed ancora: “Le persone non vaccinate erano più vulnerabili alle gravi conseguenze della malattia”. Le parti hanno ora tre mesi di tempo per fare ricorso. La Corte Europea, afferma Anelli, “promuove le misure adottate durante il Covid e le considera non sproporzionate e adeguate per la tutela della salute pubblica e per garantire le necessarie condizioni di sicurezza anche nei confronti delle persone non vaccinate, in quanto più vulnerabili alle gravi conseguenze della malattia”. La sentenza della Corte Ue, rileva, “segue quella della Corte Costituzionale italiana, che aveva sottolineato che le misure adottate dal legislatore al fine di prevenire la diffusione del virus, limitandone la circolazione, non possano ritenersi né irragionevoli né sproporzionate”. Una sentenza che arriva mentre il virus SarsCoV2 continua a diffondersi, anche se i dati italiani segnano attualmente una fase di stabilizzazione dei contagi. Medici ed epidemiologi esortano tuttavia a non abbassare la guardia, ribadendo come le persone fragili siano maggiormente a rischio e vadano protette anche per mezzo di un nuovo richiamo vaccinale.

I dati sul Covid “sono sicuramente sottostimati perchè buona parte dei cittadini non fa più i tamponi ed oggi – spiega Anelli – non abbiamo una reale percezione di quello che sta avvenendo. Personalmente, però, ogni giorno faccio diagnosi di Covid, largamente diffuso al momento soprattutto tra i giovani”. Il Covid, nella forma attuale, precisa, “non sta creando seri problemi: si presenta in genere come una influenza più forte che si autorisolve nel giro di pochi giorni. Tuttavia, il problema sussiste per gli anziani con malattie importanti che possono andare incontro a scompenso anche grave. E’ pertanto opportuno raccomandare il tampone se si hanno sintomi simili all’influenza, per essere coscienti del proprio stato ed evitare il contatto con soggetti fragili se si è positivi”. Quanto alla prossima campagna vaccinale, “al momento non abbiamo indicazioni in merito alla somministrazione del vaccino anti-Covid – aggiunge – e aspettiamo che le autorità sanitarie ci facciano sapere come e quando iniziare la campagna vaccinale per Covid e influenza, che appare opportuna soprattutto per i malati cronici”. A fronte di una attuale stabilità dei contagi, anche l’epidemiologo Cesare Cislaghi esorta tuttavia a non abbassare la guardia: “Si sta andando verso l’autunno e l’esperienza suggerisce che il virus probabilmente circolerà maggiormente. E’ per questo che consiglio una maggior protezione vaccinale ed una maggior precauzione soprattutto a protezione dei soggetti più fragili”.

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In 7 giorni oltre 15.200 casi di Covid, +11% in una settimana

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Salgono a 15.221 i casi di Covid-19 registrati dal 22 al 28 agosto in Italia, con un aumento di circa l’11% rispetto ai 13.690 della settimana precedente (ma in calo se confrontati a quelli di due settimane fa, considerato che dall’8 al 14 agosto i contagi erano stati 16.299). In aumento anche i decessi settimanali, che sono stati 135, rispetto ai 99 del 15-21 agosto. Lo indicano i dati dell’aggiornamento settimanale sul Covid-19 in Italia, pubblicato sul sito del ministero della Salute. Il maggior numero di casi si registra in Lombardia, con 2.562 contagi tra il 22 e il 28 agosto rispetto ai 1.796 della settimana prima. Sempre in Lombardia è stata registrata circa la metà di tutti i decessi per Covid rilevati nella settimana in esame, 66. In aumento anche i tamponi: dal 22 al 28 agosto ne sono stati eseguiti 94.171 rispetto ai 72.266 della rilevazione precedente. Il tasso di positività è al 16,2%, a fronte del 18,9%.

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