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Corona Virus

Covid: casi su da 5 settimane, ospedali sotto stress

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I casi di Covid-19 in Italia sono in aumento per la quinta settimana consecutiva e sta crescendo la pressione sui reparti ospedalieri e le terapie intensive, con un numero sempre maggiore di ricoverati. Le Regioni del Nord Est, in particolare, sono nel pieno della quarta ondata. Preoccupano i dati sull’andamento epidemico secondo le rilevazioni della Fondazione Gimbe e dell’Alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell’Universita’ Cattolica (Altems), mentre cresce l’allerta internazionale anche per una nuova variante del virus SarsCoV2, identificata in Sud Africa, con numerose mutazioni che potrebbero teoricamente aumentarne la trasmissibilita’ e la capacita’ di eludere i vaccini. La tendenza al peggioramento e’ evidenziata da Gimbe, che stima un aumento a livello nazionale dei nuovi casi settimanali del +27%, con una media giornaliera piu’ che quadruplicata se si confrontano i 2.456 contagi del 15 ottobre con i 9.866 registrati il 23 novembre. L’aumento interessa, con ampie variazioni, tutte le regioni salvo la Basilicata e trascina verso l’alto le curve sul fronte ospedaliero: i ricoveri con sintomi crescono del 15,8% e le terapie intensive del 16,4%.

 

A livello nazionale, in base all’ultimo monitoraggio Agenas, al 23 novembre il tasso di occupazione e’ dell’8% in area medica e del 6% in terapia intensiva, sotto dunque la soglia di allerta fissata rispettivamente al 15 e al 10%, ma con notevoli differenze regionali. Per l’area medica superano infatti la soglia del 15% Provincia Autonoma di Bolzano (16%) e Friuli-Venezia Giulia (18%), che con il 14% supera anche quella del 10% per l’area critica. Inoltre,18 Province contano oltre 150 casi Covid per 100.000 abitanti. Il Nord Est, avverta Altems, e’ dunque nel pieno della quarta ondata. A fronte di tale peggioramento, rileva sempre Gimbe, sono in “netto ritardo” le somministrazioni dei richiami vaccinali: “Per coprire le persone chiamate a fare la terza dose entro il 31 dicembre, ovvero 22,6 milioni, il ritmo dovrebbe salire a 600.000 somministrazioni al giorno”. Il trend epidemico in crescita emerge pure dai dati del bollettino giornaliero del ministero della Salute, pur con fisiologiche fluttuazioni, che segnala 13.764 positivi nelle ultime 24 ore (ieri 12.448) e 71 vittime in un giorno (ieri 85). Il tasso di positivita’ e’ al 2,1%, in lieve calo. Sono invece 588 i pazienti in terapia intensiva, 15 in piu’ in 24 ore. ù

 

I ricoverati nei reparti sono 4.689, ovvero 60 in piu’ in un giorno. Intanto, e’ stata pubblicata la circolare del ministero della salute che raccomanda, a partire dal primo dicembre, la somministrazione di una dose di vaccino a mRNA, come richiamo (booster) di un ciclo vaccinale primario, anche ai soggetti di eta’ pari o superiore a 18 anni, purche’ sia trascorso un intervallo minimo di almeno cinque mesi. E sempre il ministero, con una ulteriore circolare, ha prorogato fino al 31 dicembre la validita’ e la possibilita’ di rilascio delle certificazioni di esenzione alla vaccinazione anti-SarsCoV2, per gli usi previsti dalla normativa vigente. A preoccupare sul fronte internazionale, pero’, e’ ora anche la nuova variante identificata in Sud Africa: la B.1.1.529, e’ gia’ sotto la lente dell’Organizzazione mondiale della sanita’, che per ora la classifica tra le varianti da monitorare. Secondo invece una ricerca del National Institute of Genetics del Giappone, la variante Delta si sarebbe auto estinta nel Paese dopo che diverse mutazioni del virus lo hanno reso incapace di replicarsi. L’Istituto parla di “un’estinzione naturale” del ceppo del coronavirus. Ma non si tratta della fine della pandemia, avverte Giuseppe Novelli, genetista dell’Universita’ di Roma Tor Vergata. “E’ possibile che il virus SarsCoV2 accumuli mutazioni dannose fino a estinguersi, ma questo evento – spiega – puo’ statisticamente verificarsi solo in un numero molto limitato di casi e quindi non puo’ aver ‘spento’ da solo il contagio in tutto il Giappone”. L’attuale calo dei positivi nel Sol Levante, conclude, e’ probabilmente dovuto “a un mix di fattori che include anche l’uso delle mascherine e dei vaccini, cruciali per limitare la diffusione del virus”.

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

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Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

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