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Covid, bollettino del contagio in Italia: 17.567, 344 morti

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Lento miglioramento ma i dati del contagio da Covid-19 in Italia sono ancora alti. Nelle ultime 24 ore sono 17.567 i positivi al test del coronavirus, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano 18.938. Sono invece 344 le vittime in un giorno (ieri 718, anche se sul totale pesavano 258 morti inseriti dalla Sicilia e riferiti pero’ ai mesi precedenti). In totale i casi da inizio epidemia sono 3.754.077, i morti 113.923. Gli attualmente positivi sono 533.085 (3.276 in meno rispetto a ieri) mentre i guariti e dimessi dall’inizio della pandemia sono 3.107.069, con un incremento rispetto a ieri di 20.483. Sono 320.892 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, sempre secondo i dati del ministero. Ieri i test erano stati 362.973. Il tasso di positivita’ e’ del 5,4%, in aumento di 0,2 rispetto a ieri quando e’ stato del 5,2%. Sono 3.558 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per Covid in Italia, 45 in meno rispetto a ieri nel saldo giornaliero tra entrate e uscite, mentre gli ingressi giornalieri in rianimazione, secondo i dati del ministero della Salute, sono stati 186 (ieri 192). Nei reparti ordinari sono invece ricoverate 27.567 persone, 492 in meno rispetto a ieri. Fin qui il bollettino odierno. Piu’ in generale, l’analisi delle curve dell’incidenza dei positivi al SarsCov2, dei pazienti Covid-19 ricoverati nei reparti di terapia intensiva e dell’incidenza dei decessi in Italia “mostra un lento miglioramento indotto dalle misure restrittive per le prime due e dalla vaccinazione degli ‘over 80’ per la terza. Ma i valori sono comunque al momento alti”, spiega il matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac). E sulle riaperture, dice Sebastiani, dovrebbero essere “selettive”. Sarebbe infatti opportuno rilasciare in modo sostanziale le misure secondo i dati del ministero della Salute “quando i valori di incidenza dei positivi e di mortalita’ si siano sufficientemente ridotti rispetto a quelli attuali”. “Una soluzione sub-ottimale puo’ consistere nel rilascio delle misure una volta che sia stata vaccinata (due somministrazioni) la popolazione ‘over 70′ che corrisponde a poco piu’ dell’86% della mortalita’ anche se l’incidenza non fosse scesa significativamente”, rileva il matematico suggerendo ancora oggi di “mantenere alto il livello d’attenzione” per “l’eterogeneita’ a livello regionale”. “Infatti – spiega – ci sono regioni come Abruzzo ed Umbria che hanno superato da tempo il picco della curva delle terapie intensive. Come previsto, Lombardia ed Emilia Romagna l’hanno raggiunto la scorsa settimana e il Piemonte e il Lazio in quella corrente. In altre regioni, come ad esempio, Calabria, Sardegna, Sicilia, Toscana, Liguria e Valle d’Aosta la curva delle terapie intensive e quella dei relativi ingressi giornalieri sono entrambe in crescita”. Intanto negli ‘over 80’ e negli operatori sanitari si continua a notare un calo dei contagi dovuto alle vaccinazioni, afferma il ‘report settimanale esteso’ pubblicato dall’Istituto superiore di sanita’ (Iss), che ha censito oltre 4 milioni di dosi inoculate nella fascia di eta’ piu’ anziana e oltre 3 milioni tra gli operatori. Un grafico confronta i contagi tra gli operatori e i ‘non operatori’. Fino all’inizio della vaccinazione i due andamenti sono molto simili, con picchi a novembre 2020 e a gennaio 2021. Dopo pero’ la curva dei non operatori sale, passando da circa 40mila casi sintomatici alla settimana di meta’ gennaio fino a quasi 60mila a inizio marzo. Nello stesso periodo tra gli operatori l’incidenza crolla, da oltre 2mila a meno di 500 casi sintomatici a settimana. Il grafico per gli ‘over 80′ invece mostra un’incidenza sempre superiore in questa fascia d’eta’ rispetto ai 60-79 anni fino al 15 febbraio, quando avviene il ‘sorpasso’.

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

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Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

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