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Coronavirus: Roche cede gratis il farmaco anti-artrite

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E’ utilizzato per la cura della artrite reumatoide ma si e’ dimostrato efficace anche contro la polmonite da Covid-19: il farmaco tolicizumab sara’ da ora disponibile gratuitamente per le Regioni che ne faranno richiesta all’azienda produttrice. La Roche ha infatti annunciato la cessione gratuita del farmaco, gia’ usato in via sperimentale in Cina ed anche in Italia all’Istituto tumori Pascale di Napoli ed alcuni altri ospedali. “Come azienda che opera nelle scienze della vita – spiega il presidente e amministratore delegato di Roche Farma Maurizio de Cicco – raggiungiamo ogni giorno milioni di italiani con farmaci e test diagnostici e in questa situazione di emergenza sentiamo ancora piu’ forte la responsabilita’ del nostro ruolo sociale”. Da qui la decisione di “fornire gratuitamente per il periodo dell’emergenza” il tocilizumab a tutte le Regioni che ne faranno richiesta, fatte salve le scorte necessarie a consentire la continuita’ terapeutica ai pazienti affetti da patologie per cui il prodotto e’ autorizzato. Oltre alla donazione del farmaco, l’Azienda ha dato la propria disponibilita’ all’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) per avviare uno studio clinico sull’efficacia e sicurezza di tocilizumab anche in questi pazienti. La conferma arriva da Walter Ricciardi, membro dell’esecutivo dell’Organizzazione mondiale della sanita’ e consulente del ministero della Salute: “Abbiamo parlato con l’Aifa per avviare un protocollo su tutto il territorio nazionale; per poter dire con certezza se il farmaco sia realmente efficace va testato su molte persone”. Il farmaco, inserito nelle linee guida cinesi, e’ stato gia’ testato a Napoli sperimentalmente su 6 pazienti, ed altri due hanno iniziato il trattamento oggi, spiega Paolo Ascierto, direttore dell’Unita’ di immunologia clinica del Pascale. Il farmaco non cura il coronavirus ma combatte la polmonite da esso causata, spesso letale. La sperimentazione napoletana ha visto la ripresa di uno dei primi due pazienti, mentre sull’altro il team al lavoro sta valutando un nuovo ciclo. La prima risposta del tolicizumab nel fermare l’infiammazione polmonare e’ dunque positiva. Ora, afferma Ascierto, “la sperimentazione si e’ allargata ad oltre 50 pazienti in tutta Italia e nel giro di una settimana avremo l’effetto sui circa 50 pazienti trattati: se anche la meta’ di essi avra’ avuto forti miglioramenti possiamo essere soddisfatti, perche’ significa avere in prospettiva bisogno della meta’ dei posti di terapia intensiva che sarebbero serviti. Ci darebbe una enorme speranza”. L’obiettivo, chiarisce, “e’ ora definire dei criteri per capire quali sono i pazienti che potrebbero trarre il maggior beneficio dal farmaco, e pensiamo che probabilmente potrebbe essere somministrato anche ai pazienti critici ma prima che necessitino di essere intubati”. Ascierto si dice dunque “cautamente ottimista”: “La speranza e’ che questo farmaco possa accelerare il recupero dei pazienti critici e, addirittura, scongiurare la necessita’ della terapia intensiva. Cio’ rappresenterebbe una svolta e porterebbe ad un calo del tasso di mortalita’”. Le richieste per il farmaco, afferma, “sono gia’ molte, ma la produzione sara’ sufficiente a coprire la domanda”. Intanto, non si ferma la corsa al vaccino: “Sono arrivati a 35 i vaccini candidati per il coronavirus in tutto il mondo, sviluppati da 15 aziende e da 20 consorzi pubblico-privati – afferma il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi -. Solo pochi giorni fa l’Organizzazione mondiale della sanita’ ne aveva contati 20 ma lo sforzo mondiale ha visto moltiplicarsi le piattaforme di ricerca per far fronte all’emergenza”. Per quello che riguarda la disponibilita’ di farmaci, Scaccabarozzi ha spiegato che da subito si e’ “voluto garantire la produzione di farmaci anche nelle zone rosse, dove sono concentrate il 50% delle aziende, per assicurare la continuita’ delle cure. L’Aifa ci ha aiutato ed e’ stato possibile grazie allo sforzo degli operai negli impianti di produzione, con coraggio e grande spirito di sacrificio”. Le linee di produzione non sono state fermate e ora alcune azienda, ha concluso, “hanno realizzato iniziative come donazioni di prodotti e avvio di sperimentazioni come nuove associazioni di farmaci per il tratto respiratorio”.

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

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Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

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