Collegati con noi

Cronache

Coronavirus, prima i braccialetti per mandare a case i detenuti rivoltosi poi arriverà lo “svuotacarceri”

Pubblicato

del

Ridurre il sovraffollamento nelle carceri puntando anche a un incremento dell’uso del braccialetto elettronico, lo strumento di controllo a distanza che viene utilizzato solitamente per concedere la detenzione domiciliare a chi ha pene inferiori a due anni o a chi e’ in custodia cautelare. Pressato dalle preoccupazioni di chi anche dentro il governo teme che se non si svuotano in qualche modo le carceri- con oltre 10mila detenuti in piu’ rispetto alla loro capienza, dato peggiorato con le rivolte dei giorni scorsi – sara’ difficile controllare l’epidemia da Coronavirus, il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede fa una apertura. E pensa di inserire questa opzione nel pacchetto di misure che sta mettendo a punto in vista del Consiglio dei ministri che probabilmente domani varera’ il nuovo decreto sull’emergenza Coronavirus. L’idea e’ puntare a procedure velocizzate che consentirebbero ai detenuti che hanno dimostrato una buona condotta di usufruire in tempi brevi del braccialetto e dunque della detenzione domiciliare. Un provvedimento che ovviamente non riguardera’ nessuno dei reclusi che nelle proteste si sono resi protagonisti di atti di violenza, aggressioni agli agenti e devastazioni; una minoranza, come ha riconosciuto lo stesso Bonafede nella sua informativa alle Camere, che ora sara’ chiamata anche a risarcire il danno, come esplicita la bozza del decreto che stanzia 20 milioni di euro per ripristinare la piena funzionalita’ e la sicurezza delle carceri che hanno subito devastazioni. Un primo ok, sia pure prudente in attesa di vedere il testo, arriva dal Garante per i detenuti Mauro Palma.

“Se questo strumento – dice riferendosi al braccialetto – servisse ad ampliare la platea delle persone che accedono alla semiliberta’ o alla detenzione domiciliare potrebbe essere utile” La misura sui braccialetti fara’ parte di un pacchetto complessivo finalizzato proprio a consentire al sistema carcerario di reggere all’emergenza Coronavirus. E arriva all’indomani della decisione di immettere in servizio anticipato oltre mille nuovi agenti di polizia penitenziaria, destinati agli istituti di tutta Italia. Altre proposte del ministro Bonafede che dovrebbero entrare nel decreto riguardano la sospensione dei processi che dovrebbe essere prorogata sino al 3 aprile e forse anche oltre. Mentre procedure di carattere sanitario per i detenuti e misure per il personale della polizia penitenziaria sono previste da una nuova circolare del capo del Dap Francesco Basentini. Ogni carcere dovra’ organizzare una sezione ad hoc per i detenuti contagiati o per i casi sospetti, per garantirne l’isolamento, e gli operatori di polizia penitenziaria dovranno essere forniti di mascherine, guanti e visiera. Le traduzioni e i trasferimenti di detenuti potranno avvenire solo “per motivi di salute” e per “situazioni di necessita’”, cioe’ motivi di sicurezza o di giustizia. La protesta dei detenuti non e’ comunque del tutto finita: nel carcere di Civitavecchia i detenuti da due giorni fanno lo sciopero della fame. Mentre i primi esami sui cinque detenuti morti nel carcere di Modena sembrano confermare l’ipotesi di overdose da farmaci. Vanno anche avanti le indagini di diverse procure sulle violenze accadute. E tra gli inquirenti si fa strada l’ipotesi di una regia esterna riconducibile alla criminalita’ organizzata o, piu’ probabilmente, all’area anarchica. Bisogna muoversi presto per scongiurare “la catastrofe”, avvertono intanto Antigone, Anpi, Arci e Gruppo Abele, che hanno messo sul tavolo un pacchetto corposo di proposte.

Advertisement

Cronache

Dati rubati: auto Pazzali con paletta con stemma Repubblica

Pubblicato

del

Enrico Pazzali (foto Imagoeconomica in evidenza), l’allora presidente di Fondazione Fiera che ora si è autosospeso in quanto indagato nell’inchiesta della Dda di Milano e della Dna su una presunta rete di cyber-spie, viaggiava su una macchina con autista e con anche una “paletta con stemma della Repubblica e la dicitura Prefettura di Milano”.

Lo si legge in una informativa agli atti dell’indagine che ha portato agli arresti domicilari 4 persone, tra cui l’ex super poliziotto Carmine Gallo. Gli investigatori annotano che “l’istituzionalizzazione delle attività di Equalize passa anche dall’accostamento dell suo Presidente” e titolare, ossia Pazzali, e gli enti e le organizzazioni dello Stato. Pazzali non è solo vicino alle istituzioni, un’evidente vicinanza di comodo, ma – prosegue l’atto – si accosta anche alle medesime”.

Continua a leggere

Cronache

Controlli dei Carabinieri sulle isole: ladri di biciclette 15enni greci denunciati a Procida, spacciatori nel mirino a Ischia

Pubblicato

del

Controlli a tappeto in questi giorni ad Ischia e Procida ad opera dei carabinieri che hanno concentrato la loro attività sui flussi turistici in arrivo e sui luoghi della movida isolani. A Procida i militari hanno denunciato 3 giovani turisti di nazionalità greca per furto in concorso; dopo una segnalazione al 112 per la sottrazione di tre bici elettriche in via Roma gli uomini dell’Arma si sono messi all’opera ed in pochi minuti hanno rintracciato i tre quindicenni ancora in sella. I giovani visitatori, dopo essere stati denunciati, sono stati affidati ai rispettivi genitori e verranno proposti anche per il provvedimento di foglio di via obbligatorio dal Comune di Procida. Un altro ragazzo invece è stato denunciato dopo essere stato trovato in possesso di una katana: l’arma di 90 centimetri di lunghezza con lama non affilata ma con punta acuminata è stata trovata addosso ad un 22enne procidano, durante un controllo alla circolazione statale ed è stata sequestrata.

A Ischia i militari hanno denunciato per detenzione a fini di spaccio un 20enne incensurato di Barano. Il ragazzo stava percorrendo via Duca degli Abruzzi quando, alla vista dei militari, ha provato a dileguarsi ma i carabinieri lo hanno fermato e perquisito trovandolo in possesso di due bustine con all’interno 6 grammi di marijuana e 26 grammi di hashish. Per lo stesso reato a finire nei guai un 18enne incensurato di Ischia, fermato invece a via Serbatoi; durante la perquisizione è stato trovato in possesso di 40 grammi di hashish e di un bilancino elettronico di precisione.

I carabinieri della stazione di Forio, invece, hanno controllato tre alberghi del posto insieme ai carabinieri del Nas di Napoli; sono state accertate carenze igienico sanitarie in una struttura di via Provinciale Panza Succhivo ed i militari hanno proceduto al sequestro di 40 chili di prodotti alimentari privi di tracciabilità. Per il legale rappresentante della società proprietaria dell’albergo è scattata una sanzione pecuniaria di 3.500 euro. Complessivamente nei controlli effettuati sulle due isole sono state identificate 242 persone e controllati 150 veicoli.

Continua a leggere

Cronache

La rete di potere di Rosario Piccirillo: dalle boe di Mergellina alla gestione del quartiere

Pubblicato

del

Un fitto sistema di contatti e una presunta influenza quasi istituzionale caratterizzano la figura di Rosario Piccirillo, noto come “o’ biondo”, ritenuto il boss della zona di Mergellina a Napoli. Arrestato per tentata estorsione legata alla gestione delle boe di ormeggio di Mergellina, Piccirillo è ora al centro di un’indagine che ne esplora il presunto potere informale, un’autorità riconosciuta sia tra gli ambienti criminali che tra quelli borghesi, dagli abitanti del rione ai professionisti, fino agli stessi medici.

L’accusa: racket sulle boe e l’arresto del figlio Antonio

Rosario Piccirillo è accusato di aver usato il proprio peso criminale per ottenere il controllo di circa venti boe posizionate nelle acque davanti al consolato americano. La stessa inchiesta ha portato all’arresto di suo figlio, Antonio Piccirillo, il quale fino a qualche anno fa si era dissociato pubblicamente dalla camorra, ma che ora è accusato di tentata estorsione. Durante gli interrogatori di garanzia condotti dalla Gip Federica Colucci, Antonio ha difeso il proprio operato sostenendo che quelle boe fossero un bene familiare, frutto di un investimento di 180 milioni di lire fatto dal padre quando la normativa sugli ormeggi era più flessibile.

La cooperativa e i dissapori: De Crescenzo e le famiglie rivali

Al centro della contesa vi è una cooperativa formata dalle famiglie Dello Russo, Bianco e De Crescenzo, oggi legittimate a gestire le boe nella zona ambita di Mergellina. Questa gestione ha innescato una serie di pressioni da parte dei Piccirillo. In particolare, Antonio avrebbe fatto visita alla tiktoker Rita De Crescenzo, chiedendo di assegnare a lui e ad alcuni suoi conoscenti la gestione delle boe o di concedere delle assunzioni stagionali. In caso di rifiuto, avrebbe lanciato intimidazioni, sostenendo: “Le minacce di morte sono di mio padre, ma anche mie”. Ai magistrati, Antonio ha spiegato che il suo intervento era dettato dalla convinzione paterna secondo cui le boe, che un tempo rappresentavano una fonte di economia per la famiglia, fossero ancora un diritto da rispettare.

Un’autorità informale: dalle boe agli affari immobiliari

L’inchiesta, coordinata dai pm Celeste Carrano e Mariangela Magariello sotto la guida di Rosa Volpe e del procuratore capo di Napoli Nicola Gratteri, ha messo in luce una rete di rapporti che descrive Piccirillo come una figura di riferimento, quasi un “sindaco” del rione di Mergellina. Diversi borghesi si rivolgevano a lui, anche per consulenze su contenziosi privati e questioni immobiliari, come nella zona della Torretta. La sua influenza è stata riscontrata anche in un flusso costante di visitatori sia nella sua abitazione napoletana sia nella struttura a Sessa Aurunca dove lavorava durante un periodo di libertà vigilata. Tra questi, un medico si sarebbe recato più volte da Piccirillo, rafforzando l’idea di un’autorità riconosciuta anche al di fuori dell’ambiente criminale.

Intimidazioni e storia di rivalità

Secondo quanto ricostruito dalle indagini, le pressioni attorno al controllo delle boe risalirebbero a oltre trent’anni fa. La squadra mobile di Napoli, sotto la direzione di Giovanni Leuci, ha raccolto informative che riportano storie di minacce, sequestri e rivalità che, nel tempo, hanno segnato l’attività di diversi imprenditori della zona. Uno scenario complesso, in cui Rosario Piccirillo è dipinto come una figura capace di dispensare consigli, gestire conflitti e rappresentare un’autorità informale per un intero quartiere.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto