Collegati con noi

Corona Virus

Coronavirus, presto per parlare di trend: ci aspettano giorni cruciali, troppi ammalati gravissimi

Pubblicato

del

Qualche segnale di cauto ottimismo c’e’, perche’ sembrerebbe confermarsi un rallentamento dei contagi da nuovo coronavirus. Ma e’ ancora troppo presto per poter essere certi che si tratti di un trend consolidato ed e’, dunque, necessario aspettare almeno fino alla prossima settimana per capire se il cauto ottimismo possa lasciare il posto ad una piu’ concreta speranza. I prossimi saranno quindi ancora dei giorni cruciali e gli epidemiologi invitano alla massima cautela. Cauto ottimismo arriva anche dal premier Giuseppe Conte: “Oggi segnaliamo il numero piu’ alto di guariti. Ci confronteremo a inizio settimana con gli esperti e confidiamo che ci portino ottime notizie. Noi ci manteniamo sempre vigili per adeguare le nostre valutazioni sulla base delle loro raccomandazioni”, afferma in conferenza stampa a Palazzo Chigi. I numeri assoluti, comunicati dal commissario Angelo Borrelli nella conferenza stampa alla Protezione civile, restano pero’ alti: 70.065 i positivi, con un aumento di 3.651 rispetto a ieri ma in calo rispetto ai 4.401 casi di giovedi’. I decessi sono invece 889 – anch’essi in calo rispetto ai 969 di ieri – ed hanno superato quota 10.000 dall’inizio dell’epidemia. I guariti sono 1.434 in piu’ di venerdi’. Del fatto che le misure stiano dando i primi effetti e’ certo il direttore del dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanita’ Gianni Rezza, secondo il quale tuttavia “l’altalena quotidiana e’ poco indicativa anche se i dati sembrano essere cautamente positivi rispetto alla notifica di nuovi casi”. Per capire quale sia il trend, pero’, “bisogna interpretare i dati su piu’ giorni e solo dalla prossima settimana dovremmo iniziare a vedere una diminuzione effettiva dei casi”. Il dato sui decessi, invece, “non va bene perche’ e’ ancora molto alto e questo – spiega – potrebbe essere dovuto al fatto che i casi totali di contagio sono, in realta’, molti di piu'”. A fronte di tale situazione, dunque, secondo l’esperto “resta l’esigenza di mantenere rigorosamente in atto le misure di restrizione ed isolamento sociale ancora per qualche settimana, per poi fare una seria valutazione sul come andare avanti”. Interpreta i dati odierni con prudenza anche Pierluigi Lopalco, epidemiologo e docente di Igiene all’Universita’ di Siena. Si conferma, rileva, “un rallentamento nella velocita’ di crescita della curva epidemica. Questo e’ un dato positivo da prendere pero’ – avverte – con estrema cautela”. La ragione, chiarisce, e’ che “gran parte dei dati e’ riferita al grande focolaio lombardo e se dovesse aprirsi un altro focolaio nella Regione, cosi’ come altrove, il quadro cambierebbe nel giro di pochi giorni”. Insomma, i numeri ci dicono che il virus “circola ancora attivamente e dobbiamo aspettare per vedere se il trend di rallentamento si stabilizza e risulta confermato in tutta Italia”. In realta’, prosegue Lopalco, “il Paese sara’ effettivamente al sicuro solo quando l’indice di contagio, il cosiddetto R con zero, sara’ inferiore a uno, cioe’ quando un soggetto positivo avra’ la potenzialita’ di infettare meno di una persona, ma e’ difficile dire ora quando cio’ accadra’”. Intanto, in un appello al governo, 100 ricercatori chiedono di elaborare una fase 2 nella strategia di attacco al Covid-19: “Le misure di isolamento vanno bene ma non si puo’ bloccare per diversi mesi ancora il Paese. Si devono progressivamente affiancare misure di rilevamento diffuso dei potenziali infetti e di tracciamento attraverso geolocalizzazione insieme – concludono – con la diffusione massiccia di mascherine adeguate”.

Advertisement

Corona Virus

A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

Pubblicato

del

“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

Continua a leggere

Corona Virus

Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

Pubblicato

del

Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

Continua a leggere

Corona Virus

Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

Pubblicato

del

Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto