Il Coronavirus in Italia è quasi una epidemia. È in tutte le regioni. Ci sono quasi 4.000 contagiati, i guariti sono 414 , e le morti legate al Coronavirus sono 148. Numeri destinati a crescere.
Il 5 marzo, l’Istituto superiore di Sanità ha reso pubblico l’identikit di 105 di quei 148 morti: 73 deceduti in Lombardia, 21 in Emilia Romagna, 7 in Veneto e 3 nelle Marche, che risultavano deceduti al 4 marzo 2020. Ed è un identikit molto interessante, che spiega quali siano le persone più esposte al rischio di contrarre CoVid-2019 (la malattia causata dal Coronavirus: è sempre bene ricordare che il virus, di per sé, non è una malattia, e che lo si può avere in corpo senza conseguenze).
Lo studio dell’ISS dice che l’età media dei pazienti deceduti è 81 anni. Ci sono 20 anni di differenza tra l’età media dei deceduti e quella dei pazienti positivi al virus. La maggior parte dei decessi – 42.2% – si è avuta nella fascia di età tra 80 e 89 anni; il 32.4% dei decessi erano tra 70 e 79; l’8.4% erano tra 60 e 69; il 2.8% tra 50 e 59 e il 14.1% sopra i 90 anni. Le donne decedute dopo aver contratto il virus hanno un’età più alta degli uomini (età mediana donne 83.4, età mediana uomini 79.9).
Quanto al sesso, i pazienti morti dopo esser risultati positivi al Coronavirus sono per la stragrande maggioranza uomini.
In più di due terzi dei casi i morti con il Coronavirus avevano tre o più patologie preesistenti: il numero medio di patologie osservate è di 3.4. Con maggior precisione: il 15.5% del campione non presentava patologie, o ne aveva una soltanto; il 18.3% ne presentava 2; il 67.2% ne presentava 3 o più patologie. L’ipertensione era presente nel 74,6% del campione, seguita dalla cardiopatia ischemica (70,4%) e dal diabete mellito (33,8%).
Che cosa vuol dire tutti ciò? Significa che il virus è intervenuto in organismi non abbastanza forti per reagire adeguatamente ed è stato molto probabilmente una concausa del decesso. In altre parole: ha contribuito, determinando una polmonite interstiziale con grande danno respiratorio, all’indebolimento di un organismo già particolarmente fragile a causa di una malattia esistente come tumore, malattie cardiologiche, diabete.
Gli studi epidemiologici condotti finora spiegavano che il rischio di morte aumenta con l’età (per gli over 80 arriva al 14,8%) e a causa di condizioni mediche preesistenti, secondo percentuali di rischio variabili (+10,5% per i cardiopatici; + 7,3% per i diabetici; +6,3% per chi soffre di malattie respiratorie croniche; + 6% per chi è iperteso; fino a un +5,5% per chi ha un tumore). Il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, ha spiegato che questi dati «confermano le osservazioni fatte fino a questo momento nel resto del mondo, in particolare sul fatto che gli anziani e le persone con patologie preesistenti sono più a rischio. Persone molto fragili, che spesso vivono a stretto contatto e che dobbiamo proteggere il più possibile”.
Per proteggersi, è bene ricordare alcune cose fondamentali:
Meglio rimanere a casa se si hanno più di 75 anni o 65 (ma non si è in buona salute), come indicato dal governo;
Per difendersi dal contagio ancora oggi la precauzione più efficace è quella individuale, con comportamenti di igiene personale: non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani sporche; allontanarsi da chi starnutisce o tossisce; starnutire o tossire in un fazzoletto usa e getta e gettare subito il fazzoletto; mantenere una buona igiene delle superfici. La raccomandazione sulla quale insistono tutte le agenzie sanitarie del mondo è un gesto semplice, a costo quasi zero, ma molto efficace, che limita in misura significativa il passaggio dell’infezione: lavarsi spesso (e bene) le mani con acqua e sapone per almeno 20 secondi, intrecciando le dita e frizionando palmo contro palmo. In mancanza di acqua e sapone possono essere utilizzate soluzioni alcoliche che sono altrettanto efficaci. Le mascherine servono solo agli operatori sanitari che sono a stretto contatto con i pazienti malati e alle persone contagiate per proteggere quelle sane.
Se sospetto di avere il Coronavirus, le opzioni disponibili sono due:
– telefonare al proprio medico di base segnalando i sintomi. Tutti i medici di famiglia hanno a disposizione una scheda di triage telefonico da utilizzare per porre ai pazienti, sospetti di un contagio da Covid-19, domande con le quali dare una prima diagnosi. Sarà sempre il medico di famiglia a consigliare ogni ulteriore step da seguire, compresa la possibilità di prelevare il paziente per un eventuale trasferimento in ospedale.
– chiamare il numero di emergenza che ogni Regione ha attivato (li trovate tutti qui sotto) dove rispondono operatori in grado di dare informazioni e avviare una procedura personale se lo ritengono necessario.
Qui sotto i numeri di emergenza regione per regione:
- LOMBARDIA
numero verde per info: 800.894.545
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
- VENETO
numero verde per info: 800.462.340
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
- PIEMONTE
numero verde per info: 800.192.020
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
- LIGURIA
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
- EMILIA ROMAGNA
numero verde per info:800.033.033
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
- TRENTINO ALTO ADIGE
numero verde per info: 800.751.751
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
- FRIULI VENEZIA GIULIA
numero verde per info: 800.500.300
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
- TOSCANA
numero verde per info: 800.556.060
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
- BASILICATA
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
- ABRUZZO
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
- CAMPANIA
numero verde per info: 800.909.699
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
- MARCHE
numero verde per info: 800.936.677
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
- PUGLIA
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
- LAZIO
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
- CALABRIA
numero verde per info: 800.767.676
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
- VALLE D’AOSTA
numero verde per info: 800.122.121
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112
- UMBRIA
numero verde per info: 800.636.363
numero unico nazionale: 1.500
numero per la segnalazione dei casi: 112