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Corona Virus

Coronavirus, la morte che ti porta via senza lacrime e senza pietas al tempo dell’epidemia

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Una impressionante colonna di mezzi militari che attraversa il cuore di Bergamo. Escono dal cimitero monumentale si perdono nella nebbia appena imboccano l’autostrada. Direzione Sud. A bordo ci sono i feretri dei contagiati da coronavirus. Uomini e donne deceduti che il cimitero non riesce più a gestire. L’Esercito andrà in giro per l’Italia. Farà cremare quei corpi. Consegnerà ai congiunti un’urna con le ceneri. All’alba del terzo Millennio come nella peste. Si portano via i tuoi congiunti malati e tu non puoi seguirli. Li vengono a prendere persone che indossano guanti, tute spaziali, caschi, maschere di moderni palombari. Infilano tuo padre, la tua mamma, tuo fratello, l’ammalato, in un cilindro di vetro, la lettiga usata per gli appestati più fortunati. E tu puoi solo guardare.  Devi restare chiuso in quarantena negli stessi locali in cui presumibilmente il tuo congiunto è rimasto infetto. E lì devi aspettare e capire se il virus che s’è portato via tuo padre, tua madre, tua nonna o un tuo fratello si manifesti e ti dica se vuole mandarti in ospedale o magari ucciderti con una polmonite incurabile o se invece sarà asintomatico, tuttal’più ti porterà una febbriciattola insignificante.

Nel frattempo aspetti che arrivi qualcuno a verificare se stai bene, magari a farti un tampone per capire se sei contagiato, a darti istruzioni precise su cosa fare, come farlo. Ma non è detto che verrà. Può darsi anche che nessuno ti chiamerà. Intanto la persona che ami si sta spegnendo o sta combattendo e vincendo. Sai precisamente dov’è, in quale ospedale, su quale letto, accanto a chi sta soffrendo il tuo congiunto. Lo sai perchè te l’ha detto lui, con un filo di voce, usando il telefonino appena l’hanno ricoverato. Lui, il tuo congiunto appestato, comincia la sua avventura nel girone infernale dell’incubo coronavirus. Non puoi sapere in quale vortice viene aspirato.

Non puoi conoscere i suoi sentimenti. Puoi immaginarli. Solo, nudo, davanti al nulla, senza più un passato, un presente incerto e un futuro incognito. Contro il coronavirus non c’è la cura. Ce la fai ed esci perchè ce l’hai fatta. Perchè il farmaco per l’artrite reumatoide ti ha dato una mano a fermare il virus. Perchè un mix di farmaci che prima aiutavano gli appestati dell’Aids a vivere di più riesce a bloccare la polmonite che stava per ucciderti. Oppure non ce la fai. E allora te ne vai. Senza che nessuno ti guardi negli occhi prima di lasciare questa vita, senza che nessuno ti saluti, senza che nessuno ti stringa la mano. Senza pietas. Chi a casa aspetta, non piange quando gli comunicano la sorte del congiunto.

Ad una ragazza di Nembro, occhi verdi bellissimi, sorriso luminoso, occhi pesti e viso rigato da lacrime che non solcano più le sue guance, l’hanno chiamata dall’ospedale e le hanno detto di andare in ospedale a ritirare gli effetti personali del suo papà. Era la mattina del 19 marzo. Il giorno della festa del papà. Lei sa che non può nemmeno dargli degna sepoltura. Sa che c’è un vuoto che si è aperto nella sua vita. E sa che non saprà colmarlo.  Ci vorrà del tempo. Ma sa che non è finita. Sa che dovrà restare sigillato in casa. Sa che dovrà aspettare e capire se il suo ‘ospite’ se ne vuole andare o intende restare.

Giornalista. Ho lavorato in Rai (Rai 1 e Rai 2) a "Cronache in Diretta", “Frontiere", "Uno Mattina" e "Più o Meno". Ho scritto per Panorama ed Economy, magazines del gruppo Mondadori. Sono stato caporedattore e tra i fondatori assieme al direttore Emilio Carelli e altri di Sky tg24. Ho scritto libri: "Monnezza di Stato", "Monnezzopoli", "i sogni dei bimbi di Scampia" e "La mafia è buona". Ho vinto il premio Siani, il premio cronista dell'anno e il premio Caponnetto.

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

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Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

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