Mortalita’ piu’ che dimezzata, scesa da una media del 15% al 6%: sono incoraggianti i primi risultati ottenuti dalla sperimentazione condotta in Lombardia sotto la guida del Policlinico San Matteo di Pavia con l’Asst di Mantova, utilizzando il plasma ricco di anticorpi delle persone guarite dalla Covid-19. Tanto che adesso si prevede di estendere la sperimentazione e di incoraggiare le donazioni da chi ha superato la malattia. Sebbene questo risultato sia preliminare e relativo a 46 pazienti, e’ una prova di principio che ha gia’ destato un grande interesse in tutta Italia, dal Piemonte al Veneto fino alle Marche e alla Toscana, che con lo studio ‘Tsunami’ e’ diventata capofila della sperimentazione nazionale; il protocollo di ricerca italiano ha suscitato anche l’interesse degli Stati Uniti, che lo hanno adattato alla realta’ americana. “E’ stata aperta una strada”, ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, nella conferenza stampa in cui sono stati presentati i risultati. Questi ultimi sono pubblicati al momento sul sito ArXiv, che ospita gli articoli in attesa di revisione scientifica, e giovedi’ i ricercatori prevedono di sottoporli a una rivista scientifica internazionale per la pubblicazione. Fontana ha detto inoltre che il ministro della Salute, Roberto Speranza, gli ha confermato “che anche il governo ha particolare interesse per proseguire questa iniziativa”.
Roberto Speranza – Salute
L’idea di andare a cercare gli anticorpi nel sangue delle persone guarite per dare delle difese immunitarie a chi ha ancora la malattia e’ nata a Pavia all’inizio di marzo, ha detto il direttore generale del policlinico San Matteo di Pavia, Carlo Nicora. Una volta separato il plasma dal sangue si misura il livello degli anticorpi presenti (titolo anticorpale) e il requisito minimo per una quantita’ sufficiente e’ indicato in 1:160, vale a dire che diluendo il siero 160 volte, questo risulta ancora in grado di impedire al virus di aggredire le cellule: e’ il cosiddetto plasma iperimmune. Gli anticorpi sono definiti ‘neutralizzanti’ perche’ neutralizzano l’arma che il nuovo coronavirus usa per entrare nelle cellule, ossia la proteina Spike, dall’inglese ‘punta’. Questa e’ una sorta di chiave molecolare con cui il virus fa scattare il recettore Ace2, come una serratura sulla superficie delle cellule umane. Per ogni donatore, ha detto il direttore del servizio di Immunologia del San Matteo, Cesare Perotti, si ottengono due dosi di plasma da 300 millilitri l’una: “E’ una terapia solidale”, ha osservato. I 46 pazienti, arruolati fra Pavia, Mantova e Novara, hanno piu’ di 18 anni e non sono in eta’ avanzata, sette erano intubati. I dati indicano che e’ stato raggiunto il principale obiettivo di ridurre la mortalita’, passata da un decesso ogni sei pazienti a uno ogni 16. Sono migliorati anche tutti i parametri respiratori, misurati in termini di quantita’ di ossigeno nel sangue, cosi’ come la situazione osservata per mezzo delle radiografie e il livello dell’infiammazione. Adesso, ha detto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia Giulio Gallera, e’ estendere la sperimentazione, promuovere le donazioni e avviate l’organizzazione di una banca del plasma iperimmune.
“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.
Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.
“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.
Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.
L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).
Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.
Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.
L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.