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Cori razzisti contro i napoletani e Koulibaly, Salvini dice no alla sospensione, De Magistris lo attaca e il calcio Napoli fa silenzio: la squadra osserverà regole Fifa e Uefa

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Lo chiamano caso Koulibaly. E divide. Soprattuto il mondo della politica.  Matteo Salvini ribadisce l’inopportunità di fermare un match qualora l’arbitro dovesse trovarsi alle prese con cori razzisti del tipo di quelli di San Siro contro  Koulibaly. “Il Napoli non fa bene a fermarsi in caso di cori razzisti, perché lascia uno sport bello come il calcio in mano a pochi violenti e pochi deficienti”, avverte il leader Leghista nonostante le perplessità del suo ‘numero due’ nella Lega, Giancarlo Giorgetti che ha più volte detto che “valgono le regole Uefa e Fifa”, che prevedono l’interruzione momentanea degli incontri. Pronta la replica piccata di Luigi de Magistris, che si schiera con il club azzurro e difende Carlo Ancelotti: ”Sostengo in pieno la posizione della squadra del Napoli e della società azzurra. Mentre non condivido affatto Salvini, quel che dice è inaccettabile, parla proprio lui che va ad abbracciare un pregiudicato per vicende attinenti allo stadio e poi, di fronte a reiterati cori razzisti, fa il tollerante…”. “In qualità di ministro dell’Interno dovrebbe garantire condizioni di sicurezza, agibilità e ordine pubblico, allo stadio”, dice  il sindaco di Napoli che lancia una provocazione: ”Per me un’idea simbolica ed efficace in questo caso, è quella di sedersi al centro del campo e di aspettare che si creino le condizioni di civiltà sportiva per riprendere la partita di calcio”. Che poi è quello che sostiene Ancelotti che ha preciso mille volte che il Napoli si ferma sul campo non lascia il campo in caso di cori razzisti.

 

Il Napoli calcio, invece, preferisce non replicare al vicepremier, perché, raccontano, non vuole alimentare nuove polemiche su una questione che andrebbe risolta semplicemente applicando il protocollo, che è molto chiaro in proposito, come sottolineato da Nicola Rizzoli, designatore arbitrale, nel novembre scorso ai microfoni di ‘Radio Anch’io Sport’, che ha parlato di sospensione temporanea della partita. Secondo Rizzoli, infatti, in caso di ripetuti cori razzisti, non c’è discrezione, la gara va fermata, poi spetta al responsabile dell’ordine pubblico decidere se sospenderla definitivamente o meno. Rispetto alla presa di posizione di Salvini, insomma, il presidente del club azzurro Aurelio De Laurentiis e mister Ancelotti, non cambiano idea, ma chiedono l’applicazione delle regole, come hanno fatto i vertici Uefa, Fifa e Figc, e, da ultimo Giorgetti. Una linea che Ancelotti, riferiscono, potrebbe sviscerare nei prossimi giorni un una conferenza stampa. ”Valgono le regole Uefa e Fifa”, che prevedono l’interruzione momentanea dei match, ha precisato ieri il sottosegretario con delega allo Sport, contraddicendo il suo ministro dell’Interno e lasciandolo, almeno mediaticamente, isolato. Rizzoli, inoltre, fanno notare, spiegò nel dettaglio la ‘procedura’ da far valere in casi simili a quello che ha visto come protagonista il difensore senegalese del Napoli, Kalidou Koulibaly: bisogna fermare la partita, fare un annuncio, e qualora i cori continuino, fare un altro annuncio con tutte le squadre a centrocampo, dopodichè si interrompe la sfida e si va negli spogliatoi dove il responsabile dell’ordine pubblico deciderà se sospendere o meno la partita. Non solo, altro aspetto importante, spiegato da Rizzoli, raccontano, è che a poter chiedere l’interruzione momentanea del match direttamente all’arbitro sono ‘legittimati’ il giocatore oggetto di insulti razzisti o il capitano della squadra, mentre l’allenatore può farlo soltanto tramite il quarto uomo.

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Milano-Cortina: Sinner, senza volontari l’evento non c’è

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Parte la carica dei volontari per le Olimpiadi 2026 e arriva l’affettuoso abbraccio di Jannik Sinner, nuovo Ambassador del programma ‘Team26’ di Milano-Cortina e volto della campagna di comunicazione ‘I Giochi siamo noi’: “Senza di loro non esiste l’evento, anche nel tennis. Per loro noi siamo idoli e spunti importanti per la loro crescita, ed è giusto far capire che il loro lavoro è importante”. Non sono solo parole quelle del numero uno del tennis ma una riconoscenza data con l’esempio: tutti ricordano l’immagine di Sinner che tiene l’ombrello alla giovane raccattapalle sotto la pioggia di Indian Wells. “La scelta di Sinner è logica – evidenzia Giovanni Malagò, presidente del Coni e della Fondazione Milano-Cortima -. È una persona che è arrivata al tetto del mondo, dal nostro Paese. Siamo tutti orgogliosi che sia italiano. Sinner è una figura che sicuramente dà l’idea di forza di volontà, di unità, di entusiasmo, tutte quelle che sono le caratteristiche dei volontari”.

Saranno circa 18mila i volontari e le volontarie attese per l’evento e da oggi si potranno presentare le candidature on line, solo sul sito milanocortina2026.org: unici requisiti, aver compiuto 18 anni entro l’1 novembre 2025, conoscere l’italiano e/o l’inglese, partecipare agli eventi di selezione e formazione, e garantire una disponibilità minima di nove giorni non consecutivi durante i Giochi. “Questo progetto ha una duplice natura – sottolinea il ministro per lo Sport e i giovani, Andrea Abodi -: da un lato si fa messaggero dei valori dello sport, dall’altro, diventa rappresentazione viva della passione e dell’entusiasmo con i quali gli italiani accoglieranno il mondo intero a braccia aperte”. I volontari saranno coinvolti nei luoghi delle gare e in tutti i siti ufficiali, come, ad esempio, i Villaggi degli atleti, il Main Media Centre, le stazioni ferroviarie e gli aeroporti.

“Le Olimpiadi – rimarca Sinner – per me quest’anno erano l’obiettivo più grande ma purtroppo non sono riuscito ad andarci. Ma restano l’evento più importante per ogni sportivo”. Sinner, un passato da promessa dello sci, non nasconde il desiderio di partecipare in qualche modo: “Io tedoforo per Milano-Cortina 2026? Mi piacerebbe ma sono domande a cui non possiamo ancora rispondere. Lo sport mi ha dato davvero tanto, l’adrenalina che mi ha dato lo sci non l’ho ancora ricevuta da altre cose. Ho una grande connessione con l’inverno. Mi piacerebbe vedere il gigante, la discesa libera ma solo da fuori perché, quando sciavo, ne avevo paura”. Tanto che rifiuta l’invito scherzoso a fare da apripista sulla Stelvio. Intanto. prosegue in scaletta lo stato di avanzamento dei lavori. “Il cronoprogramma è buon punto, partendo dal presupposto che eravamo indietro e stiamo recuperando moltissimo”, il commento soddisfatto di Malagò. “Siamo in anticipo sul villaggio olimpico, abbiamo recuperato sul Pala Santa Giulia e bene in Fiera – rivela il sindaco di Milano, Giuseppe Sala -. Il tema è quello degli extra costi: non è solamente questione di cifre, perché possono non essere estremamente rilevanti, ma, essendo lavori privati, il pubblico non può contribuire a questi costi a meno che troviamo una giustificazione che tenga dal punto di vista legale. Ci stiamo lavorando ma al momento la soluzione non c’è ancora”.

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Americas Cup, Luna Rossa batte American Magic e sfiderà Ineos per accedere alla finale contro New Zealand

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Luna Rossa si è qualificata per la finale della Louis Vuitton Cup, dove affronterà Ineos Britannia.

L’equipaggio italiano del team Prada Pirelli ha ottenuto il punto decisivo contro American Magic nell’ottava regata della semifinale, chiudendo la serie con un punteggio di 5-3. Nonostante un iniziale vantaggio di 4-0, Luna Rossa ha visto un parziale recupero da parte degli statunitensi, che si sono portati sul 4-3, prima della reazione decisiva degli italiani. La finale contro Ineos Britannia si giocherà al meglio delle 13 regate a partire dal 26 settembre, e decreterà chi sfiderà Team New Zealand nell’America’s Cup, che si terrà dal 12 ottobre.

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Attesa per Juve-Napoli, per Conte è un ritorno a casa: nessuno potrà cancellare mia storia

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Ritorno nella sua storia, quella che ha scritto prima in campo e poi in panchina e che “nessuno potrà mai cancellare”. Antonio Conte ha presentato, in conferenza stampa, la sfida che il suo Napoli giocherà contro la Juventus all’Allianz Stadium sabato. Gli azzurri arrivano al match dopo il sorpasso in classifica della settimana scorsa, un +1 che ha caricato l’ambiente partenopeo per quella che è sempre stata e sempre sarà la partita. Prima di ogni ragionamento, però, Conte ha voluto ricordare Totò Schillaci con cui ha condiviso i suoi primi passi proprio alla Juventus: “A soli 59 anni ci viene a mancare una persona che per noi del Sud è stato un emblema, una persona che ce l’aveva fatta. Sono veramente molto rattristato e dispiaciuto – ha detto Conte -. Un pensiero alla famiglia per la perdita di un’ottima persona”.

Schillaci nel cuore, la Juventus nella testa: “La mia storia parla di 13 anni trascorsi alla Juve da calciatore dove sono stato capitano e abbiamo vinto tutto. Ho avuto la possibilità di fare l’allenatore e di aprire un ciclo che è durato 9 nove anni. Faccio parte della storia della Juventus e nessuno me la potrà cancellare”, ha affermato Conte che non ha poi nascosto che per lui “sarà una grande emozione” tornare in uno ‘Stadium’ pieno. La prima volta che il tecnico salentino, infatti era tornato a Torino da allenatore, ai tempi dell’Inter, quando arrivò con lo scudetto appena conquistato sul petto, gli spalti erano vuoti a causa delle restrizioni imposte dal Covid: “Ci saranno i tifosi”, ha aggiunto Conte, che ha poi evidenziato che la partita arriva in una “fase di assestamento per le squadre”. Non un match scudetto, al momento, ma una partita da “tre punti”. Un test da affrontare “in modo serio”.

Per quanto riguarda l’avversario Conte si è detto sicuro: “Siamo su due piani diversi, ma credo che entrambe abbiamo voglia di rivalsa. La Juve non si può accontentare del terzo posto dell’anno scorso, noi dell’anno scorso”. Poi un pensiero su Thiago Motta: “È stato un mio calciatore, è un ragazzo molto serio, bravo – ha affermato Conte -. A Bologna ha fatto benissimo, gli auguro il meglio, ma non nelle partite contro di noi. L’eredità che raccoglie è un’eredità pesante, perché Allegri ha scritto parecchie pagine di storia. Allenare la Juve non è mai banale, perché la richiesta è sempre la vittoria”. Quella vittoria che è il centro del lavoro quotidiano di Conte, un lavoro che quest’anno può proseguire liscio perché non ci sono coppe europee. Un vantaggio? Conte ha analizzato le due facce della medaglia: “Non giocare le coppe dà il vantaggio di poter lavorare di più e quando arrivi in un nuovo club hai bisogno di tempo per lavorare sulle tue idee. Se avessimo dovuto giocare tante partite eravamo fregati – ha affermato Conte -. Lo svantaggio è che la rosa non è competitiva come quella di una squadra costruita per fare le coppe”.

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