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Conte, M5S cambia,ma non sarà partito. Renzi? Elettori scappano

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Il leader del M5S Giuseppe Conte, in un’intervista a ‘L’Espresso’, difende e spiega il perché dell’assemblea costituente tra i 5 Stelle, conferma il suo no all’ingresso di Matteo Renzi nel cosiddetto ‘campo largo’, punta il dito contro il governo Meloni che, tra l’altro, sulle carceri mette in campo solo “pannicelli caldi” come il decreto appena convertito in legge e “non sa gestire il Pnrr”. “Sarebbe assurdo che una forza politica che si autodefinisce movimento rimanga statica nel corso dei decenni, perdendo quella vis propulsiva e innovatrice che l’ha sempre caratterizzata – spiega Conte – di qui la sfida di avviare un processo costituente secondo le logiche della democrazia partecipativa e deliberativa”.

Gli iscritti, cioè, non dovranno più “rispondere a un quesito deciso dall’alto”, ma verranno coinvolti “insieme ai simpatizzanti” sia “nella fase della proposta”, sia “nella fase del confronto cosiddetto deliberativo”, assicura Conte che conferma come il Movimento non diventerà mai un “partito tradizionale”, con le “correnti interne”. Sul fronte del doppio mandato, l’ex premier si aspetta “soluzioni che mirino a rendere più efficace l’azione politica del Movimento e non a risolvere interessi personali di questo o quell’appartenente alla comunità”.

E su Beppe Grillo dichiara che “rimane, oltre che fondatore, il garante e nessuno lo priverà della libertà di esprimere le proprie idee”, ma è chiaro, osserva, “che questo processo deve svilupparsi liberamente, senza l’interposizione mia, né dell’attuale gruppo dirigente e neppure del Garante”. Per quanto riguarda la proprietà, Conte spiega che “il simbolo appartiene all’associazione M5Stelle” e sulla possibilità che si cambi il nome dichiara: “Non spetta a me definire” il “perimetro di discussione dell’Assemblea costituente”. Alla domanda se il M5S sia parte del centrosinistra ribatte che “siamo collocati in un’area progressista che però non coincide certo con l’identità e lo spazio politico del Pd”. ”

Nessuno – incalza – può confonderci col Pd o con altre forze che sono nel campo progressista”. Conte si dice poi “in costante dialogo” con la segretaria Dem Elly Schlein anche se conferma che con il Pd “ci sia una sana competizione” anche “perché c’è una buona parte del sistema mediatico orientato a sinistra che ci tratta con fastidio”. Per quanto riguarda Renzi, il leader 5 Stelle, tornando alla famosa partita di calcio tra politici e cantanti in cui l’abbraccio tra il fondatore di Iv e Schlein venne considerato l’inizio di un’alleanza politica contro la destra, assicura di “essere sempre disponibile ad iniziative benefiche”, “ma la politica è un’altra cosa”. Assicurando che, a giudicare dai sondaggi, gli elettori di Pd e M5S “non apprezzerebbero la presenza di Renzi e Calenda” nella coalizione anti-destra. “Non è pensabile pensare a una mera sommatoria di partiti, tanto poi che Renzi gli elettori li fa scappare”, dichiara.

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La versione di Conte: o il M5s resta progressista o avrà un altro leader

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“Da oggi a domenica i nostri iscritti potranno votare online e decidere quel che saremo. Abbiamo un obiettivo ambizioso, che culminerà con l’assemblea costituente di sabato e domenica: rigenerarci, scuoterci, dare nuove idee al Movimento. Nessuno lo ha fatto con coraggio e umiltà, come stiamo facendo noi”. Così a Repubblica il leader del M5s Giuseppe Conte (foto Imagoeconomica in evidenza).

“Se dalla costituente dovesse emergere una traiettoria politica opposta a quella portata avanti finora dalla mia leadership – aggiunge – mi farei da parte. Si chiama coerenza. Se questa scelta di campo progressista venisse messa in discussione, il Movimento dovrà trovarsi un altro leader”.

Sull’alleanza col Pd “la mia linea è stata molto chiara. Non ho mai parlato di alleanza organica o strutturata col Pd. Nessun iscritto al M5S aspira a lasciarsi fagocitare, ma la denuncia di questo rischio non può costituire di per sé un programma politico”. “Gli iscritti sono chiamati a decidere e hanno la possibilità di cambiare tante cose. Anche i quesiti sul garante (Grillo, ndr) sono stati decisi dalla base. Io non ho mai inteso alimentare questo scontro. Sono sinceramente dispiaciuto che in questi mesi abbia attaccato il Movimento. Se dovesse venire, potrà partecipare liberamente all’assemblea. Forse la sensazione di isolamento l’avverte chi pontifica dal divano vagheggiando un illusorio ritorno alle origini mentre ha rinunciato da tempo a votare e portare avanti il progetto del Movimento. L’ultimo giapponese rischia di essere lui, ponendosi in contrasto con la comunità”.

Sui risultati elettorali “in un contesto di forte astensionismo, sicuramente è il voto di opinione sui territori, non collegato a strutture di potere e logiche clientelari, ad essere maggiormente penalizzato. Dobbiamo tornare ad ascoltare i bisogni delle comunità locali. E poi c’è la formazione delle liste: dobbiamo sperimentare nuove modalità di reclutamento, senza cadere nelle logiche clientelari che aborriamo”.

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Alessandro Piana: “Perdono, ma non dimentico” – La fine di un incubo giudiziario

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Alessandro Piana (nella foto in evidenza), esponente della Lega e vicepresidente della Regione Liguria, tira un sospiro di sollievo dopo la conclusione di un’inchiesta giudiziaria che per oltre un anno lo ha visto al centro di pesanti sospetti. Accusato ingiustamente di coinvolgimento in un presunto giro di squillo e party con stupefacenti, Piana è stato ufficialmente escluso dall’elenco dei rinviati a giudizio, mettendo fine a un incubo personale e politico.


Un’accusa infondata che ha segnato una campagna elettorale

Alessandro Piana racconta di aver vissuto un periodo estremamente difficile, aggravato dalla tempistica dell’inchiesta, che ha coinciso con la campagna elettorale.

«L’indagine era chiusa da tempo, ma si è voluto attendere per renderne noto l’esito. Mi sarei aspettato maggiore attenzione, considerato il mio ruolo pubblico. Per mesi sono stato bersaglio di accuse infondate, che sui social si sono trasformate in attacchi personali».

Nonostante il clamore mediatico, Piana ha affrontato con determinazione la situazione, ricevendo il sostegno del partito e del leader regionale della Lega, Edoardo Rixi.


Le accuse e il chiarimento

Piana spiega di essere venuto a conoscenza del suo presunto coinvolgimento attraverso i media, vivendo quello che definisce un “incubo”:

«Ero al lavoro quando ho saputo del mio presunto coinvolgimento. Credevo fosse uno scherzo, invece era terribilmente vero».

L’esponente leghista si è immediatamente messo a disposizione della magistratura, fornendo tutte le prove necessarie per dimostrare la sua estraneità ai fatti:

«Non ero presente dove si sosteneva che fossi. Ero a casa mia, a 150 chilometri di distanza, con testimoni pronti a confermarlo. Non ho mai frequentato certi ambienti, nemmeno da giovane».

Secondo Piana, il suo nome sarebbe stato tirato in ballo per millanteria durante un’intercettazione telefonica che citava genericamente un “vicepresidente della Regione”.


Una vicenda che lascia il segno

Nonostante la sua assoluzione dai sospetti, Piana non nasconde l’amarezza per i danni subiti:

«Ho pagato un prezzo molto salato, gratuito e ingiusto. Per mesi sono stato additato come vizioso. Perdono chi ha sbagliato, ma non dimentico».

Il vicepresidente auspica che casi simili siano gestiti con maggiore rapidità in futuro, per evitare che accuse infondate possano danneggiare ingiustamente la reputazione di figure pubbliche.


Conclusione

La vicenda di Alessandro Piana solleva interrogativi sul delicato equilibrio tra diritto di cronaca e tutela dell’immagine pubblica, in particolare quando si tratta di accuse che si rivelano infondate. Oggi, il vicepresidente della Regione Liguria guarda avanti con serenità, forte del sostegno ricevuto e con la determinazione di proseguire il suo impegno politico senza lasciarsi scoraggiare dagli eventi passati.

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Trasporti, De Luca: investito un miliardo per rinnovo parco bus

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Millequattrocento autobus nuovi sui 1.800 programmati, per un investimento di quasi un miliardo di euro, sono già in esercizio sulle tratte coperte da Air Campania. Il dato lo fornisce il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che oggi ha inaugurato ad Avellino la nuova sede dell’azienda interamente partecipata dalla Regione, con la consegna di cinque bus elettrici. “Un impegno enorme – ha sottolineato De Luca-: stiamo sostituendo l’intero parco dei mezzi pubblici, non soltanto per il trasporto su gomma, ma anche per quello ferroviario”. Su questo specifico settore, De Luca ha rimarcato lo “sforzo gigantesco” della regione: “Ora – ha aggiunto – attendiamo l’omologazione per la linea Circumvesuviana che collega Napoli a Sorrento per mettere in esercizio il nuovo treno che ci è stato appena consegnato. Su un altro fronte, abbiamo indetto un altro concorso e presto assumeremo 150 giovani”.

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