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Politica

Conte si tiene fuori da “ring” e detta agenda governo

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Lontano dai travagli del M5S e, soprattutto, dai continui “penultimatum” di Matteo Salvini. Il premier Giuseppe Conte, nell’incipit di una settimana decisiva per la tenuta del governo, si tiene anche geograficamente a distanza dalle beghe dell’alleanza giallo-verde che hanno, in queste ore, come scenografia Palazzo Madama. Poche parole e tanto lavoro, e’ insomma la risposta a Salvini che arriva da Palazzo Chigi dove Conte impiega buona parte della sua giornata nel terzo vertice sulla manovra con le parti sociali. Un vertice che, nella strategia del premier, indica ancora una volta come, a prescindere dalle parole, sia lui a dettare l’agenda dell’esecutivo. E cosi’, mentre al Senato la maggioranza corre sul filo e la crisi sembra dietro l’angolo Conte annuncia la “fase due” del governo giallo-verde e si prepara ad una settimana che lo vedra’ probabilmente gia’ impegnato nei cinque tavoli tecnici sulla manovra. Tavoli rispetto ai quali, fanno notare fonti di governo, la Lega non ha ancora indicato i membri che parteciperanno alle riunioni. Silenzio, invece, sul dl sicurezza bis. Anzi il premier valuta il voto al Senato in un’ottica ben diversa dalla Lega: la fiducia che arriva al governo, di fatto, e’ una conferma da parte del Parlamento all’esecutivo giallo-verde che un po’ indebolisce la narrazione leghista sulla mozione M5S sulla Tav, ovvero che sia un atto di sfiducia nei confronti di Conte. Mozioni che, si ricorda, impegnano il Parlamento e non il governo. Difficile che il premier parli del dossier Tav da qui a mercoledi’. Ne parlera’, di certo, nella conferenza stampa di saluto di giovedi’, dove il premier fara’ un punto sull’agenda di governo e non manchera’ di dire la sua sulle fibrillazioni M5S e Lega. Anche perche’, se Conte tira dritto, i due alleati di governo sembrano bloccati in un cubo di Rubik. Salvini continua nella sua strategia di tenere sulle spine il Movimento con l’obiettivo di farlo implodere catturando, con la sua campagna estiva, il suo elettorato del Sud. Ma, al momento, lo stesso Salvini non ha deciso se e quando strappare. “Tutti i ministri vogliono rompere. Tranne Salvini”, ammette un esponente di governo leghista descrivendo l’ultimo Cdm, sulla riforma della giustizia, come un susseguirsi di scontri durante i quali, piu’ volte, “ci si e’ mandati a quel Paese”. Sul dossier del commissario, invece, la linea della Lega sembra essersi mitigata. Salvini ha scelto di provarci, sebbene la fiducia per la trattativa di Conte e per Ursula von der Leyen sia ai minimi. E, i nomi indicati dal leader leghista sono quelli di Massimo Garavaglia e Gian Marco Centinaio. “Salvini me lo ha detto 3-4 giorni fa. Io sono un uomo della Lega, se serve vado”, ha spiegato ai suoi Centinaio destinato all’Ue se il portafoglio che sara’ concesso all’Italia sara’ quello della Agricoltura. Anche se, per ora, Conte tiene il punto sulla Concorrenza. E il nodo, prima della seconda meta’ di agosto, restera’ aperto. Nel Movimento, invece, la strategia sembra soprattutto una: “tenere la testa sotto la sabbia, fino al 7 agosto”, confida una fonte pentastellata. Ma il passo di lato di Massimo Bugani ha tramortito il “cuore” del Movimento. Finora ne’ Beppe Grillo ne’ Davide Casaleggio hanno commentato l’accaduto ma, la sensazione, e’ che la linea del Garante, quella del figlio di Gianroberto Casaleggio e quella della vecchia guardia (con Di Battista) stiano convergenze. E, a quel punto, per Di Maio il problema sarebbe serio. Anche perche’, piu’ di un esponente dimaiano del M5S confida che, arroccandosi, il capo politico stia sbagliando. “Io provo a parlare, ma ormai lo faccio in consessi sempre piu’ raccolti”, osserva una senatrice del Movimento.

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Politica

La versione di Conte: o il M5s resta progressista o avrà un altro leader

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“Da oggi a domenica i nostri iscritti potranno votare online e decidere quel che saremo. Abbiamo un obiettivo ambizioso, che culminerà con l’assemblea costituente di sabato e domenica: rigenerarci, scuoterci, dare nuove idee al Movimento. Nessuno lo ha fatto con coraggio e umiltà, come stiamo facendo noi”. Così a Repubblica il leader del M5s Giuseppe Conte (foto Imagoeconomica in evidenza).

“Se dalla costituente dovesse emergere una traiettoria politica opposta a quella portata avanti finora dalla mia leadership – aggiunge – mi farei da parte. Si chiama coerenza. Se questa scelta di campo progressista venisse messa in discussione, il Movimento dovrà trovarsi un altro leader”.

Sull’alleanza col Pd “la mia linea è stata molto chiara. Non ho mai parlato di alleanza organica o strutturata col Pd. Nessun iscritto al M5S aspira a lasciarsi fagocitare, ma la denuncia di questo rischio non può costituire di per sé un programma politico”. “Gli iscritti sono chiamati a decidere e hanno la possibilità di cambiare tante cose. Anche i quesiti sul garante (Grillo, ndr) sono stati decisi dalla base. Io non ho mai inteso alimentare questo scontro. Sono sinceramente dispiaciuto che in questi mesi abbia attaccato il Movimento. Se dovesse venire, potrà partecipare liberamente all’assemblea. Forse la sensazione di isolamento l’avverte chi pontifica dal divano vagheggiando un illusorio ritorno alle origini mentre ha rinunciato da tempo a votare e portare avanti il progetto del Movimento. L’ultimo giapponese rischia di essere lui, ponendosi in contrasto con la comunità”.

Sui risultati elettorali “in un contesto di forte astensionismo, sicuramente è il voto di opinione sui territori, non collegato a strutture di potere e logiche clientelari, ad essere maggiormente penalizzato. Dobbiamo tornare ad ascoltare i bisogni delle comunità locali. E poi c’è la formazione delle liste: dobbiamo sperimentare nuove modalità di reclutamento, senza cadere nelle logiche clientelari che aborriamo”.

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Politica

Alessandro Piana: “Perdono, ma non dimentico” – La fine di un incubo giudiziario

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Alessandro Piana (nella foto in evidenza), esponente della Lega e vicepresidente della Regione Liguria, tira un sospiro di sollievo dopo la conclusione di un’inchiesta giudiziaria che per oltre un anno lo ha visto al centro di pesanti sospetti. Accusato ingiustamente di coinvolgimento in un presunto giro di squillo e party con stupefacenti, Piana è stato ufficialmente escluso dall’elenco dei rinviati a giudizio, mettendo fine a un incubo personale e politico.


Un’accusa infondata che ha segnato una campagna elettorale

Alessandro Piana racconta di aver vissuto un periodo estremamente difficile, aggravato dalla tempistica dell’inchiesta, che ha coinciso con la campagna elettorale.

«L’indagine era chiusa da tempo, ma si è voluto attendere per renderne noto l’esito. Mi sarei aspettato maggiore attenzione, considerato il mio ruolo pubblico. Per mesi sono stato bersaglio di accuse infondate, che sui social si sono trasformate in attacchi personali».

Nonostante il clamore mediatico, Piana ha affrontato con determinazione la situazione, ricevendo il sostegno del partito e del leader regionale della Lega, Edoardo Rixi.


Le accuse e il chiarimento

Piana spiega di essere venuto a conoscenza del suo presunto coinvolgimento attraverso i media, vivendo quello che definisce un “incubo”:

«Ero al lavoro quando ho saputo del mio presunto coinvolgimento. Credevo fosse uno scherzo, invece era terribilmente vero».

L’esponente leghista si è immediatamente messo a disposizione della magistratura, fornendo tutte le prove necessarie per dimostrare la sua estraneità ai fatti:

«Non ero presente dove si sosteneva che fossi. Ero a casa mia, a 150 chilometri di distanza, con testimoni pronti a confermarlo. Non ho mai frequentato certi ambienti, nemmeno da giovane».

Secondo Piana, il suo nome sarebbe stato tirato in ballo per millanteria durante un’intercettazione telefonica che citava genericamente un “vicepresidente della Regione”.


Una vicenda che lascia il segno

Nonostante la sua assoluzione dai sospetti, Piana non nasconde l’amarezza per i danni subiti:

«Ho pagato un prezzo molto salato, gratuito e ingiusto. Per mesi sono stato additato come vizioso. Perdono chi ha sbagliato, ma non dimentico».

Il vicepresidente auspica che casi simili siano gestiti con maggiore rapidità in futuro, per evitare che accuse infondate possano danneggiare ingiustamente la reputazione di figure pubbliche.


Conclusione

La vicenda di Alessandro Piana solleva interrogativi sul delicato equilibrio tra diritto di cronaca e tutela dell’immagine pubblica, in particolare quando si tratta di accuse che si rivelano infondate. Oggi, il vicepresidente della Regione Liguria guarda avanti con serenità, forte del sostegno ricevuto e con la determinazione di proseguire il suo impegno politico senza lasciarsi scoraggiare dagli eventi passati.

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Trasporti, De Luca: investito un miliardo per rinnovo parco bus

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Millequattrocento autobus nuovi sui 1.800 programmati, per un investimento di quasi un miliardo di euro, sono già in esercizio sulle tratte coperte da Air Campania. Il dato lo fornisce il presidente della Regione, Vincenzo De Luca, che oggi ha inaugurato ad Avellino la nuova sede dell’azienda interamente partecipata dalla Regione, con la consegna di cinque bus elettrici. “Un impegno enorme – ha sottolineato De Luca-: stiamo sostituendo l’intero parco dei mezzi pubblici, non soltanto per il trasporto su gomma, ma anche per quello ferroviario”. Su questo specifico settore, De Luca ha rimarcato lo “sforzo gigantesco” della regione: “Ora – ha aggiunto – attendiamo l’omologazione per la linea Circumvesuviana che collega Napoli a Sorrento per mettere in esercizio il nuovo treno che ci è stato appena consegnato. Su un altro fronte, abbiamo indetto un altro concorso e presto assumeremo 150 giovani”.

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