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Politica

Conte dialoga in Europa su nomine e procedura di infrazione, tensione alta con Salvini

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Niente veti: l’Italia tiene una linea di dialogo sulle nomine al vertice dell’Ue. E non puo’ spezzare il filo del dialogo che da’ “fiducia” di evitare la procedura d’infrazione Ue. E’ la linea con cui Giuseppe Conte si presenta a Bruxelles, a quarantotto ore dalla decisione della Commissione sull’Italia. Il premier lo preannuncia al telefono a Luigi Di Maio e Matteo Salvini, che aveva segnato la vigilia del vertice con il veto sul nome di Timmermans e avvertimenti di fuoco sulla flat tax. E’ l’ora della mediazione, gli dice Conte, che a Bruxelles porta la sua linea. La tassa piatta, aggiunge, si fara’ ma in autunno, nella manovra. Ma il leghista non modifica le sue richieste: manovra entro l’estate e non vincolare i risparmi al taglio del deficit ma usarli per la tassa piatta. La Commissione europea aspetta di vedere le carte del governo italiano. Ecco perche’, facendo ingresso al Consiglio Ue, Jean Claude Juncker dichiara che la procedura sul debito di Roma “non e’ in discussione”. Non sembra esserci spazio per lo schema che ando’ in scena a dicembre, quando Conte incasso’ al Consiglio europeo un primo via libera informale.

I colloqui informali della notte a Bruxelles saranno occasione, confidano a Palazzo Chigi, di tornare anche sul tema dei conti. Ma l’Ue attende di leggere la legge di assestamento di bilancio che sara’ lunedi’ sera sul tavolo del Cdm: e’ richiesta una correzione di 8-9 miliardi sui conti del 2019, ma potrebbero bastare i 6-7 miliardi di “risparmi di spesa e maggiori entrate” messi in campo da Conte e Tria per portare il deficit al 2,1%. Bruxelles chiede pero’ anche impegni sul 2020. Cosa uscira’ dal Consiglio dei ministri pesera’ sulla decisione di martedi’ a Strasburgo. Ma qui iniziano i problemi. Conte e Salvini si sentono al telefono piu’ volte in giornata, in vista del vertice europeo e del Consiglio dei ministri, al quale Luigi Di Maio dovrebbe essere invece assente per impegni personali. E al termine dei colloqui fonti della Lega spiegano che “non risultano risparmi” a garanzia del taglio del deficit. Il ministro dell’Interno ripete come un refrain che tutto quello che si risparmia deve essere destinato ad abbassare le tasse e che la manovra va approvata “prima della fine dell’estate”. Conte lo rassicura sulla sua intenzione di fare la flat tax: “Lo garantisco io, faremo la riforma fiscale, avvieremo il lavoro la prossima settimana”. Ma frena sui tempi: “Nessun veto di Salvini sulla manovra perche’ la manovra non e’ all’ordine del giorno”.

In casa M5s sono convinti che non si andra’ a votare a settembre e che trovare risorse per la flat tax sara’ un problema che dovra’ affrontare innanzitutto Salvini, percio’ ora alza i toni. Conte, che prima del Consiglio dei ministri vedra’ a Palazzo Chigi i segretari di Cgil, Cisl e Uil, procede passo dopo passo ed e’ convinto che la sua linea di dialogo dara’ frutti. E la persegue a Bruxelles, a dispetto dei dubbi del vicepremier leghista. A margine del Consiglio europeo ha una girandola di incontri nella trattativa sulle nomine: vede Angela Merkel, Emmanuel Macron (con Francia e Germania i toni si sono alzati sulla vicenda Sea Watch) e anche i leader di Visegrad. Con Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia l’Italia potrebbe costituire una minoranza di blocco e porre il veto sulla nomina di un socialista, a partire da Frans Timmermans, alla guida della Commissione. Ma non sembra questa la linea che il premier intende portare al tavolo: a Salvini spiega che capisce la sua linea politica e non vuol entrare in contrapposizione, non intende farsi schiacciare sulla linea di Visegrad. Terra’ aperto il confronto con tutti, conscio anche del fatto che i primi a bloccare Timmermans sono i popolari.

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Università e ospedali plurisecolari su francobolli Italia

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Tre universita’ e cinque ospedali ”storici” italiani compariranno sui francobolli italiani. L’emissione dedicata alle università e’ stata emessa oggi e riguarda le universita’ di Napoli, Trieste e Firenze. La serie dedicata agli ospedali comparira’ invece il 24 novembre prossimo e riguardera’ ospedali di Roma, Milano, Napoli, Venezia e Firenze. Le vignette dei francobolli (tutti validi per la posta ordinaria) mostrano per le universita’:

  • -una prospettiva della facciata principale dell’Università degli Studi di Napoli” Federico II” istituita il 5 giugno 1224 dall’Imperatore del Sacro romano Impero;
  • -su uno sfondo che riprende i colori istituzionali del centenario dell’Università degli Studi di Trieste, una rivisitazione del logo dell’anniversario che raffigura, un’illustrazione al tratto, l’edificio centrale dell’Ateneo;
  • -l’ingresso del Rettorato dell’Università degli Studi di Firenze che, nel 2024, celebra i 100 anni dalla sua fondazione; Per gli ospedali le vignette mostrano;
  • -ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze: il Loggiato di ingresso, progettato da Bernardo Buontalenti nel 1574, in cui è visibile l’affresco “Annunciazione” del XVII secolo attribuito al Pomarancio; -ospedale civile Santi Giovanni e Paolo di Venezia;
  • – il Portego delle Colonne della Scuola Grande di San Marco a Venezia (1485-1495);
  • -Ca’ granda ospedale maggiore policlinico di Milano: la Sala del Capitolo d’estate, edificata nel 1637 su progetto di Francesco Richini, che ospita l’archivio storico;
  • -ospedale di Santo Spirito in Sassia di Roma: le Corsie Sistine risalenti al XV secolo; -ospedale di Santa Maria del Popolo degli Incurabili di Napoli: la Farmacia storica degli Incurabili con i vasi in maiolica del 1747-1751.

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Giustizia, stretta sulle toghe politicizzate e sui reati informatici: il decreto del governo in arrivo

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La riforma della giustizia torna al centro del dibattito con il nuovo decreto che il governo si appresta a varare lunedì prossimo in Consiglio dei Ministri. Tra le novità principali, spiccano due misure destinate a far discutere: l’introduzione di sanzioni per i magistrati che non rispettano il dovere di astensione in casi di conflitto di interesse e una stretta sui reati informatici e sul dossieraggio illegale.

Sanzioni per le toghe politicizzate

Il decreto introduce una nuova norma che obbliga i magistrati a astenersi dal giudicare su questioni rispetto alle quali si sono già espressi pubblicamente attraverso editoriali, convegni o social network. In caso di violazione, il Consiglio Superiore della Magistratura potrà adottare sanzioni che vanno dall’ammonimento alla censura, fino alla sospensione.

Secondo il ministro della Giustizia Carlo Nordio, questa norma intende tutelare il principio di imparzialità della magistratura, un obiettivo che la maggioranza considera fondamentale per garantire l’equilibrio tra i poteri dello Stato.

La misura ha già suscitato polemiche tra le toghe e riacceso il dibattito sulla presunta politicizzazione della magistratura. L’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) ha espresso preoccupazione per quella che definisce un’“invasione di campo” da parte del governo.

La questione delle migrazioni e il caso Silvia Albano

La norma sulle toghe politicizzate sembra trarre origine da recenti tensioni tra il governo e alcune sezioni della magistratura, in particolare sui temi legati all’immigrazione. Emblematico il caso della giudice Silvia Albano, che aveva criticato l’accordo tra Italia e Albania sui migranti, trovandosi poi a giudicare direttamente su questa materia.

Albano, presidente di Magistratura Democratica, è stata bersaglio di critiche da parte della maggioranza per la sua posizione pubblica contro il “decreto Paesi sicuri”. La sua decisione di non convalidare il trattenimento di 12 migranti nel centro italiano in Albania ha sollevato ulteriori tensioni.

Stretta sui reati informatici e dossieraggi

Il decreto affronta anche il problema dei reati informatici, introducendo nuove misure per contrastare l’accesso abusivo ai database pubblici. Tra le novità principali:

  • Arresto in flagranza per chi viola sistemi informatici di interesse pubblico, militare o legati alla sicurezza nazionale.
  • Trasferimento delle indagini sui reati di estorsione tramite mezzi informatici alla procura Antimafia, guidata da Giovanni Melillo.

Queste misure arrivano in risposta a recenti scandali legati al dossieraggio illegale, come l’indagine della DDA di Milano sulla “centrale degli spioni” che trafugava dati sensibili da banche dati governative, coinvolgendo figure politiche di primo piano come la premier Giorgia Meloni.

Un antipasto per la riforma delle carriere

Questo decreto rappresenta solo l’inizio di un più ampio progetto di riforma delle carriere di giudici e pm che il governo sta portando avanti in Parlamento. La maggioranza intende ridefinire i rapporti tra i poteri dello Stato, nonostante le inevitabili polemiche con la magistratura.

Secondo il ministro Nordio, l’obiettivo è garantire un sistema giudiziario più equo e trasparente, ma l’ANM e altre voci critiche temono che queste misure possano indebolire l’autonomia delle toghe.

Un Natale caldissimo per la giustizia italiana

Le nuove norme, che toccano temi delicati come la gestione dell’immigrazione, i reati informatici e l’imparzialità dei magistrati, promettono di accendere il dibattito politico e giudiziario. Il governo va avanti, ma il confronto con le toghe e le associazioni di categoria si preannuncia acceso.

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Bocchino: dall’Italia verso un’internazionale conservatrice

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La vittoria elettorale della destra “avviene perché la sinistra prima è stata considerata inaffidabile per paura del comunismo, oggi è considerata inaffidabile perché si prende a cuore temi come l’immigrazione irregolare, che gli italiani non vogliono, o i diritti delle comunità LGBTQI+, che certo devono essere garantiti ma che riguardano comunque una minoranza dell’1,6% della popolazione, e perchè ha abbracciato la globalizzazione selvaggia, che è una cosa che fa paura agli italiani”.

Lo ha detto Italo Bocchino (foto imagoeconomica in evidenza) a margine della presentazione del suo libro “Perchè l’Italia è di destra” a Napoli, a cui hanno assistito anche il capo della procura partenopea Nicola Gratteri e l’ex ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, mentre sul palco sono intervenuti il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli.

“Giorgia Meloni – ha proseguito Bocchino – ha fatto da apripista in Italia, dando vita a una destra che ha stupito, perché tutti si aspettavano una destra neofascista mentre si sono trovati una destra che rappresenta un conservatorismo nazionalpopolare.

E così si resta stupiti anche dal risultato degli Stati Uniti, che un po’ ricalca quel modello, e di quello che accade in alcuni paesi europei e in Sudamerica. Quindi c’è l’ipotesi che nasca nel prossimo decennio un’internazionale conservatrice e che abbia un grandissimo peso nella politica mondiale: in questo contesto, tra i leader sicuramente ci sarà Giorgia Meloni. Immaginiamo il prossimo G7, guardate la foto del prossimo G7: ci sono Scholz e Macron zoppicanti, lo spagnolo che ha problemi in casa, il giapponese che ha problemi in casa, il canadese che ha problemi in casa e due in splendida salute che sono Giorgia Meloni e Trump. Questo è il mondo oggi”.

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