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Contagio da coronavirus, trend stabile: bisognerà aspettare uno o due settimane per la discesa

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I numeri dell’epidemia di Covid-19 in Italia ci descrivono un trend che si sta sostanzialmente stabilizzando di giorno in giorno, con la conferma di un rallentamento dei nuovi casi. Significa che le misure di distanziamento sociale stanno funzionando. Ma perche’ la curva epidemica segni l’attesa inversione di tendenza, ovvero inizi ad evidenziare una sostanziale diminuzione di contagi, secondo gli epidemiologi bisognera’ attendere almeno 1-2 settimane ancora. Solo dopo Pasqua, se non a maggio, si potra’ dunque pensare all’avvio della ‘fase 2′ di riapertura del Paese, ma sempre, e’ il monito degli esperti, con estrema cautela e un criterio di gradualita’. Da qualche giorno, ha sottolineato il commissario Angelo Borrelli alla conferenza stampa della Protezione civile, “cioe’ almeno dal 27 marzo, stiamo assistendo ad una serie di valori che si stanno stabilizzando”. I numeri di oggi indicano 83.049 contagiati, con un aumento di 2.477 casi in 24 ore contro i 2.937 di ieri. Rispetto a mercoledi’, sono 1.431 in piu’ le persone guarite, mentre resta alto il numero dei decessi: 760 nelle ultime 24 ore, 33 piu’ di ieri. Il dato positivo, ha sottolineato Borrelli, e’ che “stiamo assistendo ad una riduzione degli incrementi dei ricoverati e dei pazienti in terapia intensiva”. Fondamentale, ha ribadito, e’ pero’ “mantenere alta l’attenzione, perche’ si potrebbero innescare meccanismi repentini di riavvio del contagio”. Il trend stabile nel rallentamento dei nuovi casi e’ un primo passo per l’epidemiologo dell’Universita’ di Pisa Pierluigi Lopalco, ma “per una diminuzione sostanziale dei casi bisognera’ aspettare almeno due settimane”. Va pero’ considerato un aspetto, spiega: “Il trend e’ trascinato da cio’ che succede in Lombardia, quindi nei prossimi giorni la curva potrebbe avere ancora una coda allungata proprio per effetto di nuovi casi in altre aree e Regioni”. Per il momento, sottolinea, “al Centro-Sud c’e’ una crescita costante e non esponenziale dei contagi, ma ci sono tanti focolai che si accendono e che vanno spenti subito”. Un parametro cruciale da considerare sara’ ora l’indice di contagio R con zero: “Dobbiamo portarlo almeno al valore 1, quando un soggetto positivo contagia in media un solo altro individuo, il che rende la trasmissione lenta e controllabile”. Sotto il valore 1, invece, la trasmissione si interrompe: “Questo e’ un traguardo certamente non immediato, anche se rappresenta l’obiettivo finale”. Il monito degli esperti e’ dunque quello di non affrettare i tempi, perche’ il rischio di una ripresa dei contagi e’ concreto. Considerando l’attuale fase di plateau, e’ l’analisi del virologo Fabrizio Pregliasco dell’Universita’ di Milano, “verosimilmente la fase due di graduale riapertura potra’ partire non prima di maggio ma mantenendo comunque delle misure di sicurezza come il distanziamento. L’ipotesi di una riapertura scaglionata sarebbe inoltre la piu’ opportuna, con una priorita’ per tipologia di attivita’”. Inoltre, “quando arrivera’ la validazione ufficiale che indichi quali sono i piu’ efficaci test sierologici per la rilevazione degli anticorpi al SarsCov2, dovranno essere avviati screening ampi ma mirati su categorie della popolazione. Il risultato di positivita’, ovvero la conferma che si sono sviluppati anticorpi al virus – rileva – potrebbe anche diventare un parametro sulla cui base organizzare il graduale rientro alle attivita’ lavorative”. Insomma, “e’ ancora presto per la fase 2, ma di certo – conclude Lopalco – si dovra’ pensare per tappe e scaglionata”.

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

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Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

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