L’estate e i saldi hanno ridato un po’ di slancio ai consumi, ma il quadro permane incerto. I dati diffusi dall’Istat sulle vendite al dettaglio a luglio preoccupano le organizzazioni dei consumatori e le imprese del commercio. Il calo dei prezzi e il rinnovo dei contratti di lavoro non sono bastati a ridare fiducia alle famiglie e a rilanciare i consumi. Se a luglio le vendite al dettaglio sono tornate in terreno positivo dopo il calo di giugno il merito è da attribuire all’euforia estiva e ai saldi, ma restano comunque per quanto riguarda i volumi, sotto lo “zero virgola” nonostante un’inflazione di luglio contenuta all’1,3%. Andando ai numeri, l’Istat stima, per le vendite al dettaglio, un aumento in valore dello 0,5% e in volume dello 0,3%.
Risulta in crescita anche il dato tendenziale, anno su anno, che segna un +1,0% in valore e un +0,1% in volume rispetto al luglio 2023. Rispetto al mese precedente, giugno, crescono sia le vendite dei beni alimentari (+0,5% in valore e +0,4% in volume) sia dei beni non alimentari (+0,6% valore e +0,2% volume). Ma nel raffronto tendenziale gli alimentari crescono solo dello 0,3% in valore e risultano in calo dello 0,7% in volume, i non alimentari invece crescono sia in valore sia in volume (rispettivamente +1,4% e +0,6%). Fra i beni non alimentari l’aumento maggiore (+6,0%) riguarda i prodotti di profumeria e cura della persona mentre l’abbigliamento e la pellicceria si ferma a +0,8%.
“La spesa in termini reali arranca e non riesce a superare la dinamica dei prezzi, seppur in forte contrazione” osserva Confesercenti aggiungendo che “le famiglie stentano ancora ad accrescere in maniera consistente gli acquisti, anche perché stanno ricostituendo le disponibilità di risparmio” “L’onda lunga del caro-prezzi continua ad avere effetti sui comportamenti di spesa degli italiani, portandoli a tagliare i consumi alimentari e spingendo le famiglie sempre più verso i discount, esercizi che segnano la più forte crescita delle vendite nel 2024, pari al +3% su base annua” osserva il Codacons. Secondo un’analisi dell’unione Nazionale dei Consumatori “a luglio le spese alimentari per una famiglia media sono scese su base annua di 40 euro a prezzi del 2023, quelle non alimentari salgono di 106 euro, con un saldo finale positivo e pari a 66 euro”.
Per Federdistribuzione, che riunisce le società della grande distribuzione, i saldi estivi sono comunque stati “deludenti” in particolare nel segmento dell’abbigliamento. “In questo scenario, si inserisce un peggioramento del clima di fiducia dei consumatori per effetto del deterioramento delle aspettative economiche e personali” osserva l’organizzazione della Gdo Ma non sono solo gli alimentari a fare le spese della contrazione dei consumi, soffrono le vendite al di fuori dei negozi mentre sembrano migliorare quelle nei piccoli negozi. Rispetto a luglio 2023, fa sapere l’Istat, il valore delle vendite al dettaglio evidenzia un aumento per la grande distribuzione (+0,8%), le imprese operanti su piccole superfici (+1,0%) e il commercio elettronico (+4,1%), mentre calano le vendite al di fuori dei negozi (-0,3%).