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Cronache

Confedilizia, Cin per affitti brevi sia entro gennaio 2025

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La Confedilizia auspica che il termine per la richiesta del Cin, il codice identificativo nazionale, per le locazioni turistiche e per quelle brevi – attualmente variabile in funzione di specifici aspetti procedurali – venga per tutti disposto per il gennaio 2025. Lo si legge in una nota della Confedilizia sui chiarimenti del ministero del Turismo sugli affitti turistici e brevi. La nuova normativa introdotta dall’art. 13-ter del decreto-legge n. 145/2023 per le locazioni turistiche e per quelle brevi prevede una serie di adempimenti quali, ad esempio, la richiesta del Cin, con obbligo di esporlo all’esterno dello stabile dove è collocato l’appartamento nonché di indicarlo in ogni annuncio, e la dotazione di estintori e di rilevatori di gas combustibili e di monossido di carbonio.

La Confedilizia ha riportato i chiarimenti del ministero secondo i quali si ritiene sufficiente la presenza dei dispositivi di sicurezza all’interno della struttura (eventualmente rimovibili) come ad esempio gli estintori, non essendo necessaria la realizzazione di impianti destinati a tale scopo. Il Cin va esposto all’esterno dello stabile in cui è collocato l’appartamento o la struttura, assicurando il rispetto di eventuali vincoli urbanistici e paesaggistici. Considerati i limiti imposti da alcuni regolamenti condominiali in materia di affissioni, si ritiene possibile adempiere all’obbligo di esposizione anche mediante modalità alternative all’affissione di un cartello, purché sia assicurata idonea evidenza del Cin al pubblico . Non c’è infine obbligo di comunicazione all’autorità di pubblica sicurezza per una locazione turistica di durata superiore ai 30 giorni perché viene effettuata direttamente dall’Agenzia delle Entrate. Questo avviene tramite la registrazione del contratto di locazione, che assorbe l’obbligo di comunicazione.

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Cronache

Omicidio Giovanbattista Cutolo, l’indignazione di Borrelli per la riduzione della pena all’assassino

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Si riaccende il dibattito sull’ingiustizia percepita dopo la riduzione della pena inflitta all’assassino di Giovanbattista Cutolo, il giovane musicista napoletano ucciso brutalmente il 31 agosto 2023 al termine di una lite. In un post su Facebook, il deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, ha espresso il suo sdegno per la mancata impugnazione della sentenza, che ha visto la condanna dell’assassino ridotta a soli 17 anni di carcere.

Ingiustizia e condanna ridotta

Borrelli ha definito il caso “l’ennesimo caso di ingiustizia”, criticando duramente il sistema giudiziario che continua a concedere riduzioni di pena anche per crimini efferati. “Si tratta dell’ennesima condanna ridotta per un assassino”, ha scritto, riferendosi all’omicida di Cutolo, il quale ha sparato per un futile motivo, togliendo la vita a un giovane ragazzo e distruggendo una famiglia.

Assenza di pentimento e provocazioni

Il parlamentare ha evidenziato anche l’atteggiamento della famiglia dell’assassino, che, secondo quanto denunciato, non avrebbe mostrato alcun ravvedimento o pentimento per il crimine commesso. Anzi, si sarebbero resi protagonisti di ulteriori provocazioni nei confronti della famiglia della vittima, pubblicando video e post sui social media in cui esaltano la condotta criminale del loro congiunto.

Solidarietà alla famiglia Cutolo

Borrelli ha espresso la sua vicinanza a Daniela Di Maggio, madre di Giovanbattista, sostenendo che “anche 40 anni di carcere sarebbero stati pochi”. La riduzione della pena a 17 anni viene vista come una grave ingiustizia, un tentativo di trascorrere il minor tempo possibile in carcere. “Io sto con la famiglia della vittima”, ha concluso Borrelli, ribadendo il suo appoggio alla battaglia per ottenere una giustizia più severa nei confronti degli assassini.

La mancata impugnazione della sentenza

L’indignazione di Borrelli segue la notizia della mancata impugnazione della sentenza di condanna a 20 anni per l’autore dell’omicidio di Giovanbattista Cutolo. La decisione di non procedere con un appello ha comportato un’ulteriore riduzione della pena, grazie a benefici di legge, lasciando l’opinione pubblica e i familiari della vittima delusi e sconvolti.

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Cronache

Porto di Napoli, operaio travolto e ucciso da un mezzo meccanico

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Un lavoratore della Magazzini Generali Spa, Antonio Nazzaro, di 60 anni, e’ morto all’interno del porto commerciale cittadino, travolto da un mezzo meccanico. Il fatto e’ avvenuto questa mattina tra le 12 e le 12.30. A dare la notizia, in una nota, la segreteria Filt Cgil Napoli e Campania. “Siamo in attesa che gli organi preposti facciano chiarezza sulla dinamica. Certo e’ – ha dichiarato nella nota il segretario generale Filt Cgil Napoli e Campania, Angelo Lustro – che non si puo’ morire lavorando. L’ennesima tragedia che colpisce i lavoratori portuali del porto di Napoli, ma anche di Salerno e Castellammare di Stabia. Tragedie che non possono e non debbono accadere in un Paese civile come il nostro”.

“Occorre intervenire maggiormente con la prevenzione, il rispetto delle regole, con una maggiore formazione, adeguati strumenti tecnologici e soprattutto con una cultura della sicurezza che va messa al primo posto, per evitare che possano accadere sciagure come questa di oggi – ha aggiunto Lustro. La sicurezza nei luoghi di lavoro e’ un diritto fondamentale e irrinunciabile”. “Nello stringerci al dolore della famiglia del lavoratore – ha concluso la Filt Cgil Napoli e Campania -, riteniamo necessari ed urgenti atti ed interventi concreti da parte di tutti i soggetti che operano nel sistema portuale, perche’ il lavoro non puo’ e non deve significare morte”.

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A fuoco zaino, sette studenti intossicati a Napoli

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Lo scorso 4 ottobre, ma la notizia è stata comunicata solo oggi ai carabinieri della stazione Arenella, a Napoli, lo zaino di una studentessa 17enne è andato a fuoco a causa del malfunzionamento di un power bank che era al suo interno e che stava caricando un Ipad. I militari si sono recati nella scuola, un liceo scientifico, e hanno appurato che sempre quel giorno i fumi hanno causato una lieve intossicazione di 7 studenti e due di questi sono stati trasferiti in ospedale con l’evacuazione dell’aula mentre lo zaino venne lanciato dalla finestra. I ragazzi ora stanno tutti bene. Non furono chiamate forze dell’ordine ma oggi i carabinieri sono andati nella scuola e hanno sequestrato ciò che resta del power bank e lo zaino danneggiato.

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