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Cronache

Concorsi truccati a Palermo, arrestati ex prof e figlia

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Concorsi universita’ pilotati. Incarichi di ricercatore affidati ad amici e parenti. Esami universita’ superati grazie a rapporti personali. Un’indagine dei carabinieri del Nas avrebbe scoperchiato il “verminaio” dopo la denuncia presentata a maggio del 2019 da un medico del reparto di Chirurgia toracica del Policlinico palermitano. Il sanitario ha lavorato a fianco di Gaspare Gulotta, 71 anni, ex professore universitario e direttore del dipartimento di Chirurgia del Policlinico in pensione ora al centro dell’inchiesta con l’accusa di aver truccato concorsi per professori ordinari e ricercatori universitari. Gulotta e’ stato posto ai domiciliari con la figlia Eliana, chirurgo in servizio all’ospedale Civico. Con la stessa ordinanza il gip Donata Di Sarno ha disposto l’interdizione dai pubblici uffici per altri undici indagati. Ma sotto inchiesta ci sono complessivamente 23 persone indagate a viario titolo per corruzione, peculato, turbata liberta’ di scelta del contraente, truffa, rivelazione ed utilizzazione di segreti d’ufficio, falso ideologico in documenti informatici, calunnia e abuso d’ufficio. L’inchiesta prende in esame anche l’attivita’ intramoenia di Gulotta.

Gulotta non avrebbe ricevuto i pazienti al Policlinico, ma li visitava nel suo studio privato a Santa Margherita Belice, in provincia di Agrigento. Avrebbe, cosi’, preso i soldi per le visite in nero. Per eseguire ricoveri ed esami i pazienti sarebbero stati portati al Policlinico superando le liste d’attesa. Le microspie piazzate in ospedale hanno mostrato un quadro che il gip Donata Di Sarno, definisce nell’ordinanza di custodia cautelare un “quadro a dir poco sconfortante”. Lo studio di Gulotta “lungi dal costituire avamposto di tutela della salute degli utenti” e’ diventato “una specie di salotto privato”. Qui il direttore “spadroneggia, impunito, creando logiche di sistema illegali”. Sono cinque i concorsi che sono finiti nell’indagine dei carabinieri del Nas tra il 2019 e il 2020. Gullotta avrebbe trovato un’intesa con Mario Adelfio Latteri. I concorsi erano uno per individuare un professore ordinario di prima fascia, un altro per trovare due professori associati di seconda fascia e un altro ancora per due ricercatori a tempo determinato. Sarebbe stato possibile per gli indagati piazzare i loro favoriti anche grazie alle norme che consentivano (sono state poi cambiate dopo lo scandalo all’universita’ di Catania) di scegliere i membri interni delle commissioni esaminatrici da una lista molto ristretta di professori, che peraltro si conoscevano tutti tra loro. Dall’ordinanza viene fuori anche che negli anni passati Gulotta si sarebbe invece battuto per bloccare una serie di concorsi, in quanto i “suoi” non avrebbero avuto ancora i requisiti per parteciparvi.

C’era la regola del “fifty fifty, uno a uno, uno lo piazzi tu e uno lo piazzo io”. Latteri era quello che avrebbe preso il posto dopo il pensionamento. Nella truffa dei concorsi sarebbero implicati altri medici e professori universitari. Non solo palermitani. “Tu ti pigghi quattro amici”, diceva Gulotta a proposito dei commissari. Il concorso per i candidati era gia’ deciso. Le prove erano solo una formalita’. Vittori Altomare, uno degli indagati, diceva a Latteri: “Finalmente habemus papam”. Nel corso delle intercettazioni Gulotta ha dimostrato di potere controllare tutto. “… ogni volta che si e’ liberata una nicchia io mi ci sono infilato sempre… ogni volta che c’e’ stata una cosa Covid io mi ci sono infilato. Ho fatto un concorso e ho cercato di piazzare sempre pensando ai miei, alla famiglia. Ho fatto un concorso al pronto soccorso e ho cercato di infilare i miei, la famiglia, tutto quanto, ogni volta che ho avuto un piccolo spazio ho cercato di andarlo a occupare per i miei, per i miei figli, Eliana e Leonardo”. (ANSA). Y93-FK 08-APR

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Cronache

Bobo Vieri: nessun problema col fisco, ora denuncio le falsità

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“Solo falsità contro di me e le mie società, nessuna esposizione col fisco e nessun conto in rosso. Ora denuncio!”. Lo afferma Christian Vieri, l’ex attaccante dell’Inter e della Nazionale, assistito dall’avvocato Danilo Buongiorno, in relazione a “notizie, articoli e comunicazioni varie svolte da testate giornalistiche e via web, che avrebbero riportato l’esistenza a carico” dell’ex bomber “e delle sue società di esposizioni tributarie e bancarie”. La “notizia riportata è falsa”, chiarisce il legale, “e ha contenuto apertamente diffamatorio”. Con riferimento al fisco, precisa, “è semplicemente stata attuata per una società del Sig. Vieri (e per annualità pregresse) una semplice transazione consensuale e volontaria a fronte di un normale contenzioso (con formale contestazione da parte della società) e senza riconoscimento alcuno della benché minima responsabilità. La questione – aggiunge il difensore – peraltro è stata definita e risolta da tempo”.

Le frasi e le espressioni “gravissime illegittimamente adottate nei confronti del Sig. Christian Vieri e di riflesso alle sue società (falsamente accusate peraltro di esposizione bancarie del tutto inesistenti, anzi le stesse sono dotate di ampia solidità economica facilmentedimostrabile)”, prosegue la nota dell’avvocato, “sono appunto false” ed “esiste inequivocabile prova documentale a favore del mio cliente”. Bobo Vieri, quindi, diffida “chiunque, mio tramite – spiega il legale – di adottare espressioni sconvenienti e diffamanti o dal riportare fatti o avvenimenti inveritieri; sia in relazione alla sua sfera privata che societaria”. In caso di “reiterazione di tali gravi fatti si riserva di agire altresì in sede penale per il reato di diffamazione aggravata”, “nonché civilmente per il risarcimento dei danni peraltro già da oggi ingiustamente subiti dallo stesso e dalle sue società di riferimento”.

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Arrestato quarantenne per violenza sessuale e maltrattamenti familiari

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Nei giorni scorsi, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un quarantenne residente in provincia di Reggio Emilia, ritenuto gravemente indiziato dei reati di violenza sessualecontinuata e aggravata nei confronti della figlia minorenne, nonché di maltrattamenti ai danni del nucleo familiare.

Le indagini

L’arresto è stato disposto dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Procura della Repubblica, a seguito delle indagini condotte dalla Squadra Mobile di Napoli e coordinate dalla 4ª Sezione – Violenze di genere e fasce deboli. Le indagini hanno portato all’acquisizione di prove significative che confermano la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato.

Misura cautelare

Considerata l’estrema gravità dei fatti e la ripetitività delle condotte contestate, il giudice ha ritenuto opportuno applicare la misura cautelare più severa: la custodia cautelare in carcere. L’uomo è stato quindi trasferito presso la casa circondariale di Reggio Emilia.

Presunzione di innocenza

Va ricordato che il provvedimento eseguito rappresenta una misura cautelare disposta durante la fase delle indagini preliminari e, come previsto dalla legge, l’indagato è da considerarsi presunto innocente fino a sentenza definitiva. Inoltre, sono ammessi mezzi di impugnazione contro la misura adottata.

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Corruzione: perquisizioni per due procuratori di Tim e Ntt Data Italia

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I finanzieri del Comando Provinciale di Roma, su disposizione della Procura della Repubblica di Roma, hanno dato esecuzione a un decreto di perquisizione locale, domiciliare e di contestuale sequestro nei confronti di due soggetti, rispettivamente procuratori delle società quotate Tim e Ntt Data Italia, per l’ipotesi di corruzione tra privati. Lo si legge in una nota che precisa che le perquisizioni sono eseguite presso i domicili dei soggetti nonché taluni uffici delle menzionate società. Il provvedimento in questione è stato emesso nell’ambito della fase delle indagini preliminari allo stato delle attuali acquisizioni probatorie.

Tim conferma che nel corso della mattina di oggi la Guardia di Finanza ha dato esecuzione a un decreto di perquisizione presso l’ufficio di un proprio dirigente per l’ipotesi di corruzione tra privati. La società – si legge in una nota – collaborerà con gli inquirenti anche per ricostruire eventuali responsabilità a danno del gruppo.

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