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Con Covid boom casi psichiatrici ma 1000 medici meno

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Aumentano i casi di disturbi psichiatrici per effetto della pandemia cosi’ come la domanda di assistenza specialistica, ma di contro diminuisce il numero degli psichiatri – tanto che in soli 2 anni, al 2025, se ne conteranno 1000 in meno tra pensionamenti e dimissioni – ed al comparto della salute mentale sono indirizzati ‘zero fondi’ dal Piano nazionale di ripresa e resilienza Pnrr. Dieci Societa’ scientifiche lanciano l’allarme e chiedono l’istituzione immediata di un’Agenzia nazionale ad hoc. L’Italia, avverte l’alleanza delle Societa’ scientifiche (tra cui la Societa’ italiana di psichiatria, di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, di Psichiatria delle Dipendenze e la Federazione Italiana degli Operatori dei Dipartimenti e dei Servizi delle Dipendenze FeDerSerD) in un incontro promosso dalla Societa’ Italiana di NeuroPsicoFarmacologia Sinpf, e’ “tra gli ultimi in Europa” per la salute mentale nonostante un aumento stimato del 30% di diagnosi tra depressione e altre patologie psichiche causato da due anni di pandemia, soprattutto tra giovani e studenti. Si va quindi verso “l’impossibilita’ di garantire i servizi minimi in un settore in ginocchio gia’ prima della pandemia”. Gli investimenti, spiegano gli psichiatri, che “sarebbero dovuti crescere almeno fino al 5% del fondo sanitario nazionale, per raggiungere l’obiettivo del 10% indicato in sede comunitaria per i Paesi ad alto reddito, sono invece tracollati dal gia’ misero 3,5% del 2018 al 2,75% del 2020”. Restano poi forti differenze regionali a complicare la situazione e “non si vede, tra le risorse destinate dal PNRR alla salute – affermano – un solo euro destinato alla Salute Mentale”. In questo contesto giunge quindi l’appello per la creazione di una Agenzia Nazionale per la Salute Mentale, che “dovra’ ripartire da zero per mettere l’Italia in condizioni di pareggiare i conti con l’Europa e di ridare dignita’ a chi soffre e a chi lavora in questo settore”. Servono quindi, affermano i presidenti Sinpf Matteo Balestrieri e Claudio Mencacci, “innanzitutto un coordinamento tra le Regioni e progetti terapeutico riabilitativi personalizzati”. Questo “impoverimento dei servizi pubblici – rileva inoltre Massimo di Giannantonio, presidente della Societa’ Italiana di Psichiatria – ormai sotto la soglia della sopravvivenza, fa si’ che si riducano anche le possibilita’ di intervento precoce, mettendo in seria difficolta’ le attivita’ di prevenzione, tassello fondamentale per evitare di precipitare nel buio”. E’ insomma urgente un “deciso cambio di passo – e’ il monito di Fabrizio Starace, presidente della Societa’ Italiana Epidemiologia Psichiatrica – che porti ad uno ‘straordinario’ investimento ordinario, che riporti allo standard minimo del 5% la spesa per la Salute Mentale. Un investimento imponente, a regime pari a 2,3 mld in piu’ all’anno, ma dalle dimensioni coerenti con le valutazioni epidemiologiche”. Aprono alla proposta di un’Agenzia nazionale per la salute mentale vari esponenti politici, da Fabiola Bologna, segretario della Commissione Affari Sociali, a Maria Rizzotti, componente della Commissione Sanita’ del Senato. Se da un lato cresce dunque il disagio psichico per effetto della pandemia, dall’altro continua a calare la curva dell’epidemia di Covid in Italia, anche se i numeri registrano oggi un rialzo dopo il calo fisiologico nel fine settimana per effetto del minor numero di tamponi effettuato. Secondo il bollettino quotidiano del ministero della Salute, sono 29.875 i nuovi contagi nelle ultime 24 ore (ieri 9.820) e le vittime sono 95, in aumento rispetto alle 80 di ieri. Il tasso di positivita’ e’ all’11%, in lieve aumento, mentre sono 290 i pazienti in terapia intensiva, uno in meno rispetto a ieri, ed i ricoverati nei reparti ordinari sono 6.257, ovvero 131 in meno.

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

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Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

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