Collegati con noi

Sport

Con Castro il Bologna affossa il Monza, trema Nesta

Pubblicato

del

Momento difficile per il Monza e per il suo allenatore Alessandro Nesta dopo la sconfitta casalinga con il Bologna di Vincenzo Italiano. Il Monza non ha ancora vinto in campionato e resta in fondo alla classifica con appena tre punti raccolti nelle prime cinque giornate e un bilancio di tre pareggi e due sconfitte. I rossoblù vincono la loro prima partita con le reti di Urbanski e Castro, per il Monza, Djuric trova il gol del momentaneo pareggio. Protagonista della partita è il bomber argentino Santiago Castro che regala la vittoria alla propria squadra con un eurogol da incorniciare. Il Bologna da questo momento spera di risalire la china e va a sei punti, per oggi si festeggia.

Il Monza di Nesta fatica a trovare la via del gol, decimato da assenze importanti, fa quello che può, ci mette tutto e anche di più ma alla fine è costretto a piegarsi, complice una brutta difesa, in una giornata no Bianco e Turati sono da applausi, Maldini propizia il gol ma non va oltre. La partita è vivace e divertente con un approccio disinibito e aperto da parte di entrambe le squadre. È forse il Monza a a costruire di più nella prima mezz’ora anche se il Bologna si mostra subito aggressivo con una prima pericolosa incursione di Ndoye. Reagisce prontamente la squadra di Nesta: all’8′ Bianco sfugge a Castro e costringe De Silvestri a chiudere in angolo. Ci prova anche Pereira di testa ma Ravaglia respinge sopra la traversa.

Ancora Bianco prova il tiro a giro con la palla fuori di poco. Spinge il Monza con Marì che trova però Maldini impreciso nello stop. Sta per scoccare la mezz’ora e passa il Bologna con Urbanski di testa su cross di Lykogiannis. Gli ospiti potrebbero chiuderla ancora con Urbanski e Castro ma alla fine è il Monza a trovare il pareggio con Djuric al 43′ che approfitta dell’incertezza di Ravaglia su rasoterra di Maldini. Tap-in e si riapre la partita. Nel secondo tempo squadre più stanche e gli allenatori che ridisegnano gli assetti tattici effettuando tutte le sostituzioni a disposizioni. Destro di Castro pericoloso al 48′, due minuti dopo Bianco accarezza il palo ma la palla è fuori di poco.

La partita sembra ormai bloccata sul pari ma a dieci minuti dalla fine Castro gela lo stadio con una bomba calciata di destro da fuori area. Il Monza non infrange la barriera rossoblù e alla fine deve accettare la sconfitta anche se arrivata con onore. Adesso Nesta e’ atteso da prove davvero complicate, Napoli e Roma, prossimi avversari.

Advertisement

Sport

Juric vince alla prima, ma Roma contestata all’Olimpico

Pubblicato

del

Friedkin, dirigenza e giocatori: la protesta del tifo giallorosso colpisce tutti e nemmeno la prima Roma di Ivan Juric basta ad attenuare una contestazione la cui escalation è cominciata con la cacciata di Daniele De Rossi. Perché è vero che i giallorossi conquistano la prima vittoria del campionato grazie al 3-0 contro l’Udinese, ma questo non risparmia i calciatori dai fischi anche a fine gara, quando la squadra si affaccia verso la Curva. A rubare la scena della partita è infatti quello che succede sugli spalti Ecco allora che dopo 58 sold out consecutivi nell’era Friedkin, arriva la prima vera manifestazione di dissenso contro la proprietà americana e a scatenare tutto, come detto, è l’esonero di De Rossi.

All’Olimpico c’è il culmine di una settimana di tensioni e che ha portato alle dimissioni di questa mattina della Ceo giallorossa, Lina Souloukou, oltre che alle proteste dei tifosi contro calciatori e società. E se il pullman con la squadra ‘dribbla’ gli ultras giallorossi fuori dallo stadio, la contestazione all’interno dell’impianto è inevitabile. La Curva Sud, come annunciato nei giorni scorsi, resta fuori per la prima mezz’ora, scioperando dal tifo, ma chi nel frattempo entra, fischia, anche copiosamente, tutta la squadra. Si salvano solamente Pisilli, Dybala ed El Shaarawy, unici applauditi, ma non Juric, arrivato da nemmeno una settimana nella Capitale.

Alla lettura delle formazioni i più bersagliati sono stati il capitano, Lorenzo Pellegrini, e Bryan Cristante, accompagnati da fischi e insulti anche durante tutto il resto della partita a ogni pallone toccato. A poco l’atteggiamento aggressivo, le verticalizzazioni, la capacita’ di mettere alle corde un’Udinese capolista e rivelazione di questo scorcio di campionato, e neanche il gol di Dovbyk dell’1-0 – buona verticalizzazione, sinistro da limite sul palo opposto – segnato con la Sud fuori dallo stadio. Sprazzi di Juric, insomma, ma il clima resta di aperta protesta contro la società. “Non rispettate i nostri valori e le nostre bandiere. Da oggi torniamo alle vecchie maniere”, è lo striscione che occupa i seggiolini della Sud durante la contestazione della prima mezz’ora. In un Olimpico surreale, senza dirigenti e con i Friedkin gia’ negli Usa, a Juric non resta che difendersi da solo, rimanendo l’unico a metterci la faccia.

All’intervallo, forte del vantaggio, prova a spronare la squadra, fischiata al rientro negli spogliatoi. Prende sottobraccio un Pellegrini scuro in volto, poi un ‘buffetto’ a Pisilli e un abbraccio con Dovbyk che anche nel secondo tempo è decisivo facendo partire l’azione che porta al rigore del raddoppio di Dybala. Nel secondo tempo c’è anche il tris giallorosso con la prima rete romanista di Baldanzi, entrato un minuto prima per Pellegrini, fischiato anche al momento della sua uscita come Cristante che nel finale lascia spazio a Hermoso.

Annullata per fuorigioco, invece, la doppietta di Dovbyk – fuga e scavetto – per il poker giallorosso con Juric che si ‘accontenta’ del 3-0 finale. Da ricucire, però, c’è il rapporto con la tifoseria che nonostante il risultato al triplice fischio ha fatto sentire il suo malcontento. Ora la Roma è ‘costretta’ a giocare le prossime due partite sempre in casa: giovedì in Europa League contro l’Atletico Bilbao e domenica in campionato con il Venezia.

Continua a leggere

Sport

MotoGP: Bastianini beffa Martin nel finale, Bagnaia cade

Pubblicato

del

Sulla pista di Misano succede tutto a poche curve dal traguardo. Enea Bastianini dà sostanza al suo soprannome ‘la Bestia’ e con una manovra di forza si infila nello spiraglio lasciatogli da Jorge Martin che già assaporava la vittoria del GP dell’Emilia Romagna. Il madrileno incassa comunque un bel secondo posto, ‘impreziosito’ dalla scivolata di Francesco Bagnaia quando mancavano 7 giri all’arrivo ed era terzo. Ma si infuria lo stesso – più che altro per il modo beffardo in cui ha subito il sorpasso – e dopo il traguardo gli scappa il gesto dell’ombrello. Poi i due si chiariscono con una stretta di mano, ancor prima di scendere dalle moto. A completare la tripletta Ducati – che, con sei gare di anticipo, conquista matematicamente il quinto titolo Costruttori consecutivo – sale sul podio Marc Marquez, beneficiando del ‘regalo’ di Pecco.

Il successo di Bastianini è il 100mo della Rossa in MotoGP, 50 sono arrivati tra il 2020 e il 2024. Nella lotta per il mondiale piloti Martin sale a 341 punti e incrementa il vantaggio su Bagnaia. Il bi-campione del mondo con lo zero raccolto oggi è scivolato a -24 (vincendo sabato la Sprint si era riportato a -4), mentre Bastianini ha scavalcato Marquez, a -59 contro il -60 dello spagnolo. Secondo sulla griglia di partenza e sotto pressione dopo l’errore di strategia commesso due settimane fa sullo stesso circuito, allora teatro del GP di San Marino, Martin ha riattivato la modalità ‘Martinator’, duellando con un altrettanto scatenato Bagnaia e Bastianini a completare il terzetto subito in fuga.

“E’ stata una gara molto difficile”, ha ammesso alla fine il pilota della Ducati Pramac. In testa dal quarto giro, ma costantemente minacciato da Bastianini, Martin ha detto di “essere stato spinto fuori pista” dal riminese e “di non aver potuto reagire”. “Penso di essere stato il più forte oggi, avrei meritato la vittoria”, ha aggiunto, anche se la caduta di Bagnaia dà molto peso al suo piazzamento. “Jorge è stato perfetto per tutta la gara – ha riconosciuto Bastianini, nato a pochi chilometri dal circuito – E’ stato molto difficile superarlo all’ultimo giro. Ho visto un piccolo spazio, ero un po’ al limite, ma l’ho passato”. Partito dalla pole e superato anche da Bastianini, Bagnaia ha iniziato a perdere terreno e per una decina di giri è parso in difficoltà. “Nei primi 15 giri è successa una cosa nuova: la gomma dietro non funzionava” ha spiegato.

Poi i tempi del campione torinese hanno ripreso ad abbassarsi, fino ad un fantastico 1’30″877, di gran lunga il crono migliore del terzetto, dandogli l’illusione di poter riagganciare la testa della corsa. Ma quando gli è stato comunicato che Pecco stava arrivando, i primi due hanno cambiato passo. Nel tentativo di restargli in scia Bagnaia ha esagerato la staccata all’ingresso in curva 8, finendo la giornata nella via di fuga della Quercia. “Sono caduto nonostante avessi solo 32 gradi di inclinazione. È strano, ogni tanto succedono cose fuori dal nostro controllo. E’ un peccato, sono arrivato a Misano che ero a -19 e riparto a -24”. Ora il mondiale si sposta in Asia, nel prossimo fine settimana c’è il GP d’Indonesia.

Continua a leggere

Sport

Gudmundsson rimonta la Lazio, prima vittoria Fiorentina

Pubblicato

del

Entra Albert Gudmundsson ed e’ sorriso viola. La Fiorentina conquista la prima vittoria della stagione superando la Lazio per 2-1: decisivo l’ingresso a inizio ripresa dell’attaccante islandese che al debutto in maglia viola realizza una doppietta sempre su rigore, l’ultimo al 90′ fra le proteste degli avversari e l’ovazione di gioia dei tifosi di casa. Soddisfatto soprattutto Raffaele Palladino che dal suo arrivo a Firenze non aveva ancora festeggiato i tre punti: al fischio finale i suoi collaboratori lo hanno abbracciato a lungo e poi lo stesso tecnico si è stretto in cerchio con i propri giocatori in mezzo al campo. Per la squadra di Baroni si tratta invece di una sconfitta, la seconda da inizio campionato dopo quella subita a Udine, piena di rimpianti e non solo perché è andata all’intervallo in vantaggio grazie alla rete di Gila nel finale di tempo.

Prima e anche nella ripresa la Lazio ha comandato per lunghi tratti il gioco e costruito diverse occasioni trovando però un De Gea sempre attento. Pur avendolo convocato per la prima volta da inizio stagione, Palladino ha escluso inizialmente Gudmundsson puntando ancora su Colpani a sostegno di Kean. In difesa, dopo il forfait ieri di Pongracic, il tecnico ha dato fiducia al giovane Comuzzo preferito a Ranieri, con lui Quarta e Biraghi, mentre a centrocampo sono partiti gli stessi della trasferta di Bergamo, compreso l’ex Cataldi applaudito dai tifosi laziali. Baroni ha sostituito l’infortunato Castellanos con Noslin supportato da Dia e Zaccagni. Titolare per la prima volta l’altro ex della sfida, Castrovilli, dietro spazio a Lazzari e Gila.

Proprio il centrale spagnolo ha sbloccato il risultato nel finale di tempo raccogliendo di testa una punizione di Tavares (fallo di Kean su quest’ultimo), anticipando Comuzzo. Vantaggio meritato per la Lazio che con maggiore lucidità e organizzazione rispetto ai viola si è resa pericolosa più volte impegnando De Gea con Zaccagni, Guendouzi e Dia. La Fiorentina era partita con il piede giusto, andando vicina al vantaggio al 9′ quando ha colpito un palo con Colpani (deviazione provvidenziale di piede di Provedel) ma con il passare dei minuti non è più riuscita a rendersi incisiva (un tentativo di Kean, troppo isolato, un passaggio di tacco di Colpani non raccolto da Bove) finendo per concedere sempre più spazio agli avversari. Così nell’intervallo Palladino è corso ai ripari togliendo Quarta e l’acciaccato Biraghi per inserire l’acclamato Gudmundsson e Ranieri e arretrando Dodo e Gosens sulla linea difensiva schierata stavolta a 4.

Fiorentina rimodellata e subito a segno proprio con l’attaccante islandese: rigore conquistato (pestone di Guendouzi) e poi realizzato con precisione e freddezza tra i cori dei tifosi viola. La Lazio però ha reagito avvicinandosi più volte all’area avversaria, Baroni inseriva Tchaouna e Rovella per Isaksen e Castrovilli, fischiato dai suoi ex sostenitori, quindi inseriva Marusic e Pedro per Lazzari e Dia, anche se il più pericoloso si confermava Guendouzi che dopo aver impegnato ancora De Gea colpiva all’85’ la traversa con un colpo di testa. La partita però è finita nelle mani della Fiorentina che dopo aver sprecato un’occasione con Kean è passata di nuovo: contatto in ritardo di Tavares su Dodo sulla linea di fondo, l’arbitro richiamato dal Var ha assegnato il penalty dopo l’on field review. Gudmundsson ha preso il pallone portandosi sul dischetto dopo una breve discussione con Kean e pure stavolta l’islandese non ha sbagliato regalando a Palladino e alla Fiorentina la prima vittoria.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto