Il 20 novembre 2023, la Procura della Corte dei conti, guidata dal procuratore Davide Vitale, ha contestato al noto ingegnere chimico napoletano e professore universitario Dino Musmarra di aver svolto attività professionale e consulenze per aziende come Q8 ed Eni senza autorizzazione dall’università Vanvitelli e senza aver riversato i compensi percepiti all’ateneo.
L’inchiesta, avviata dalla Guardia di Finanza nel 2019 e sviluppata dal sostituto procuratore Vitale, ha coinvolto diversi docenti dell’università Vanvitelli, accusati di aver svolto attività professionali incompatibili con il loro ruolo accademico o senza le necessarie autorizzazioni. Vitale aveva richiesto alla sezione giurisdizionale della Corte dei conti della Campania di condannare Musmarra a risarcire l’università per 947.920 euro.
Il professore Musmarra ha scelto di patteggiare, restituendo 270.000 euro all’università Vanvitelli, una somma pari al 30% dell’importo del danno contestato. Questo accordo ha portato all’estinzione del giudizio nei suoi confronti, ma Musmarra dovrà anche sostenere le spese legali del procedimento.
Questa vicenda è parte di un’indagine più vasta che coinvolge diversi professori universitari dell’ateneo Vanvitelli, tra cui ingegneri e architetti. Prima di Musmarra, anche il professore Luca Molinari, un architetto lombardo, aveva patteggiato con la Corte dei Conti della Campania, restituendo 136.501 euro all’università.
Non è il primo caso di patteggiamento in questo ambito. Anche Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli ed ex ministro dell’Università, ha patteggiato la restituzione di 210.000 euro all’ateneo Federico II, risparmiando così oltre mezzo milione di euro. La Corte dei conti lo aveva citato per restituire 763.063 euro per incarichi libero-professionali svolti tra il 2007 e il 2019, alcuni dei quali incompatibili con il ruolo di docente a tempo pieno.
Alcuni consiglieri di Municipalità, legati all’ex sindaco de Magistris, hanno chiesto all’ateneo Federico II di conoscere gli incarichi ricoperti da Manfredi che avevano portato alla restituzione dei 210.000 euro. Tuttavia, l’università ha negato l’accesso agli atti per ragioni di privacy, e i consiglieri hanno presentato ricorso al Tar, che non si è ancora pronunciato.
L’inchiesta della Corte dei conti continua a mettere in luce casi di incompatibilità professionale tra i docenti universitari. La scelta di patteggiare da parte di Musmarra e altri professori indica una tendenza a risolvere rapidamente queste questioni, riducendo al minimo l’impatto finanziario. Tuttavia, resta cruciale garantire trasparenza e legalità nelle attività professionali dei docenti universitari per tutelare gli interessi degli atenei e dell’intera comunità accademica.