La stagione e’ alle porte e il vecchio ‘Squalo’ non molla la preda: Giro d’Italia e Tour de France sono appuntamenti gia’ fissati, l’Olimpiade a Tokyo un sogno proibito, oltre che una perenne ambizione. Per Vincenzo Nibali il ricordo di quella caduta nella discesa di Vista Chinesa, a Rio de Janeiro, quando mancavano 11 chilometri al traguardo della prova in linea su strada e tutto faceva pensare che lo ‘Squalo’ avrebbe azzannato la medaglia d’oro, e’ un ricordo indelebile, oltreche amaro. Che solo un trionfo a Tokyo puo’ cancellare definitivamente. “Ripenso ai Giochi in Brasile e al fatto che, senza quella caduta, avrei ottenuto un risultato diverso – le parole di Vincenzo da Messina -. Mi fratturai la clavicola e quell’incidente mi mise fuori gioco. Bisogna accettarle, certe cose: magari all’inizio ci pensi, poi sempre meno”. Il quadro della stagione che verra’ e’ gia’ definito, gli obiettivi pure. Nibali, Olimpiadi a parte (“sempre se mi convocano”, scherza) ha in mente solo il tris al Giro, dopo i trionfi del 2013 e del 2016. “Quest’anno cerchero’ di dedicarmi principalmente alla corsa rosa: abbiamo studiato con Guercilena una marcia di avvicinamento adeguata, il resto si vedra’. Il Giro, per me, ha sempre qualcosa d’interessante, e’ una gara dove puo’ accadere di tutto fino agli ultimi giorni. L’avvicinamento al Tour avverra’ in funzione dei Giochi: la corsa francese puo’ dare continuita’, come si e’ visto l’anno scorso. Andro’ possibilmente a caccia di una vittoria di tappa e, in base alle disposizioni, potrei anche programmare un ritiro, concentrandomi poi su Tokyo”. Il 2020 e’ stato l’anno dei giovani: Tadej Pogacar e Tao Geoghenhart hanno vinto Tour e Giro, in rigoroso ordine cronologico, lasciando praticamente niente ai corridori piu’ esperti, fra i quali Nibali. Lo ‘Squalo’, a 36 anni gia’ compiuti (a novembre), pero’, non si sente vecchio e punta al massimo. “Si, e’ vero, il 2020 e’ stato l’anno dei giovani, pero’ io voglio proiettarmi alla nuova stagione. Quello passato e’ stato un anno assai travagliato, molto particolare, speriamo che il Covid ci lasci in pace e faccia lavorare tutti – le sue parole -. L’anno scorso la sfortuna ci ha presi di mira: Ciccone e’ stato fermato dal Covid, Brambilla ha avuto qualche malanno, tutto e’ diventato piu’ difficile. All’inizio della stagione era tutto okay, la squadra girava alla grande, poi ci siamo fermati e, quando siamo ripartiti, procedevamo a fari spenti. Speriamo di prendere meglio questo 2021”. Vincenzino non ha ancora deciso quando appendere la bici al chiodo, “perche’ le motivazioni non mi mancano”. “Quando arrivera’, comunque, la decisione sara’ solo mia”. sottolinea. Poi, ancora sui giovani: “E’ difficile fare ciclismo, soprattutto dalle mie parti, in Sicilia, cosi’ come in Italia; all’estero hanno lavorato meglio. Chi dei miei avversari mi ha impressionato di piu’? Evenepoel ha fatto vedere molte cose buone, e’ stato sfortunato al ‘Lombardia’, ma ha lavorato tanto e sicuramente lo trovero’ pronto. Pogacar e’ quello che conosco meno, Egan Bernal quello che ho visto crescere di piu’: nel 2021 sapra’ riscattarsi. Un po’ mi ricorda Alberto Contador”.