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Cronache

Chico Forti e la ricerca di un uomo della Ndrangheta per far tacere Travaglio e la Lucarelli

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Ancora una volta il nome di Chico Forti torna a far parlare di sé, questa volta per un fatto sorprendente che coinvolge la Procura di Verona. L’ex campione di surf, recluso nel carcere di Montorio da oltre un mese, è al centro di un’indagine a seguito di una confidenza fatta da un detenuto dello stesso istituto. Quest’ultimo ha riferito che Forti gli avrebbe chiesto di contattare membri della ‘ndrangheta per mettere a tacere il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio, l’opinionista Selvaggia Lucarelli e una terza persona non identificata. In cambio, Forti avrebbe promesso un futuro aiuto una volta ottenuta la libertà.

Il capo della Procura, Raffaele Tito, ha confermato l’apertura di un fascicolo, sottolineando che “non è una fesseria” e che sono già state avvertite le istituzioni e sentiti tutti i possibili protagonisti. Il fascicolo, al momento, è contro ignoti poiché non è stato ancora individuato il reato specifico, anche se potrebbe configurarsi come istigazione a delinquere, mentre il tentato omicidio è stato escluso.

La rivelazione è stata raccolta da una persona che lavora all’interno dell’istituto penitenziario, la quale ha prontamente avvisato Travaglio. Successivamente, la Procura ha sentito tre testimoni, tra cui un secondo detenuto che avrebbe assistito all’incontro tra Forti e colui che doveva prendere contatti con gli ‘ndranghetisti.

La questione che lega Chico Forti a Marco Travaglio e Selvaggia Lucarelli potrebbe risiedere in un titolo di giornale: “Benvenuto assassino”. Questa era l’apertura del Fatto Quotidiano quando, il 19 maggio scorso, Forti è tornato in Italia consegnato dagli Stati Uniti. Forti stava scontando in Florida l’ergastolo per l’omicidio del businessman australiano Dale Pike, commesso nel 1998 a Miami. Travaglio e Lucarelli si erano indignati per l’accoglienza riservata a Forti, criticando in particolare la Premier Giorgia Meloni per il trattamento riservatogli al suo arrivo.

Marco Travaglio aveva spiegato durante una puntata di “Accordi e disaccordi” che, per la giustizia americana, Forti è un assassino, e che per tornare in Italia aveva dovuto accettare la sentenza di condanna, riconosciuta poi anche dalla Corte d’Appello di Trento. Selvaggia Lucarelli, da parte sua, ha criticato pubblicamente i toni trionfalistici del ritorno di Forti in Italia, sia con un articolo sul Fatto Quotidiano che tramite i social media.

Secondo i giudici americani, Forti avrebbe commesso un “felony murder”, un omicidio per commettere un altro crimine, che in questo caso sarebbe stata una truffa ai danni del padre di Dale Pike, Anthony. Gli indizi di colpevolezza includevano la sabbia trovata nella macchina di Forti, i tabulati telefonici e una pistola calibro 22. La difesa di Forti ha contestato tutti questi punti, ma il risultato è stato comunque una condanna all’ergastolo senza possibilità di libertà condizionata, con 24 anni scontati in Florida prima del recente trasferimento in Italia.

Il caso Forti continua a evolversi, con nuove rivelazioni che aggiungono ulteriore complessità alla vicenda. Le indagini della Procura di Verona dovranno fare chiarezza sulle accuse mosse contro di lui e determinare la veridicità delle confidenze raccolte. Nel frattempo, il dibattito pubblico rimane acceso, con opinioni contrastanti sulla colpevolezza di Forti e sulle modalità del suo ritorno in Italia.

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Femminicidio a Cagliari, il marito ha confessato

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Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

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‘Ndrangheta: patto politico-mafioso, assolti i boss

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Mafia e politica, assolti i boss. La Corte di Appello di Catanzaro ha ribaltato totalmente la sentenza di primo grado riformando la sentenza di primo grado del processo “Sistema Rende”. I giudici di secondo grado hanno assolto i boss e gli appartenenti alle cosche di Cosenza e Rende finiti nell’inchiesta su mafia e politica che coinvolse amministratori ed esponenti dei principali clan cosentini. Assoluzione perche’ il fatto non sussiste per Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione), l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e per Marco Paolo Lento (condannati in primo grado entrambi a 2 anni di carcere). Confermate poi le assoluzioni di Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo, condannato in passato per aver favorito la latitanza del boss defunto Ettore Lanzino. Secondo l’inchiesta “Sistema Rende”, alcuni politici e amministratori rendesi (tra i quali gli ex sindaci Sandro Principe e Umberto Bernaudo) avrebbero stipulato un patto politico-mafioso grazie al quale avrebbero ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori come le assunzioni in alcune cooperative del Comune. Ora la parola spetta alla Cassazione.

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Attacco hacker ad archivi InpsServizi, alcuni server bloccati

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“InpsServizi S.P.A. (Società in House di INPS) ha recentemente subito un attacco informatico di tipo ransomware che ha portato al blocco di alcuni server, rendendo temporaneamente indisponibili alcuni applicativi gestionali e i dati forniti a propri clienti”. E’ quanto si legge in una nota dell’Inps nella quale si precisa che “l’accaduto è stato denunciato prontamente a tutte le autorità competenti”. “Attualmente, sono in corso indagini approfondite. È importante rassicurare i cittadini che il Contact Center, principale servizio di assistenza, non è stato colpito dall’attacco e rimane operativo”. “Le azioni in corso sono concentrate sul ripristino delle infrastrutture compromesse in modo tempestivo e sicuro”.

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