Collegati con noi

Cronache

Cerca di andare con una lametta alla messa in carcere del Vescovo, detenuto tunisino fermato dalla polizia penitenziaria

Pubblicato

del

Voleva assistere alla messa che il 12 gennaio scorso il vescovo monsignor Renato Boccardo, presidente della Conferenza episcopale umbra (Ceu), si accingeva a celebrare nel supercarcere di Spoleto ma prima che potesse arrivare nel locale dove si teneva la celebrazione e’ stato fermato dalla polizia penitenziaria con un coltello rudimentale: una lametta “appositamente incastonata” nella testa di un rasoio. A cosa dovesse servirgli non e’ ancora chiaro e su questo sono in corso gli accertamenti. Il detenuto, un tunisino secondo quanto reso noto dal Dap, e’ in cella per reati comuni e non era monitorato per rischio radicalizzazione. Su quanto successo indaga la stessa polizia penitenziaria ma al momento non risulta aperto alcun fascicolo dalla procura di Spoleto. L’episodio e’ avvenuto in occasione della messa celebrata in carcere dal vescovo per la ricorrenza di San Ponziano, patrono della citta’, alla presenza di un gruppo di detenuti e del personale della struttura. Occasione per la quale il presule ha voluto che fosse portata nel penitenziario anche la reliquia del santo. Gli agenti si sono pero’ insospettiti in seguito alla richiesta dello straniero di partecipare all’incontro con il vescovo. Colto di sorpresa dai controlli accurati che venivano posti in essere dalla penitenziaria, ha inizialmente tentato di sottrarsi ad essi – sempre in base alla ricostruzione del Dap -, ma e’ stato subito bloccato dagli agenti che gli hanno rinvenuto addosso il coltello rudimentale. “Per lui sara’ disposto al piu’ presto il trasferimento ad altro istituto, come previsto dalla circolare che ho emanato appositamente per i detenuti pericolosi e aggressivi”, ha commentato il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Francesco Basentini, immediatamente informato dei fatti. “Ho espresso al comandante dell’istituto spoletino e ai suoi uomini – ha aggiunto – la mia profonda gratitudine per aver probabilmente sventato, con grande prontezza, un evento gravissimo e dalle possibili implicazioni terroristiche”. Monsignor Boccardo non si e’ accorto inizialmente di quanto successo. Anche se i controlli all’interno del locale dove veniva celebrata la messa sono apparsi particolarmente rigidi. E’ stato il direttore del carcere a informarlo di quanto successo al termine della messa. “Ringrazio la polizia penitenziaria della casa di reclusione di Spoleto per l’efficienza dimostrata e per aver garantito il normale prosieguo della celebrazione eucaristica senza farci accorgere di nulla. La presenza della reliquia di San Ponziano e’ stato un bel momento di preghiera, molto apprezzato dai detenuti presenti” il commento di monsignor Boccardo una volta trapelata la notizia

Advertisement

Cronache

Bambino investito e ucciso alla periferia di Perugia

Pubblicato

del

Un bambino di pochi anni è morto dopo essere stato investito in strada alla periferia di Perugia. L’incidente è avvenuto nella zona di San Sisto. Sono in corso accertamenti della polizia locale per ricostruire quanto successo.

Continua a leggere

Cronache

Eredità Agnelli: disposti sequestri per 74 milioni

Pubblicato

del

E’ stato disposto dalla procura di Torino un sequestro di beni preventivo per 74 milioni di euro nell’ambito dell’inchiesta che ruota intorno all’eredità di Gianni Agnelli. Il provvedimento riguarda i fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann, il commercialista Gianluca Ferrero e il notaio svizzero Urs Robert Von Gruenigen.

Il sequestro è stato disposto da un gip del tribunale di Torino su richiesta della procura ed è finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di beni mobili e immobili fino a 74,8 milioni. A eseguire il provvedimento è stata incaricato il nucleo di polizia economico-finanziaria di Torino della guardia di finanza. Il fascicolo è aperto per dichiarazione fraudolenta e truffa ai danni dello Stato.

Continua a leggere

Cronache

Camorra: il pentimento shock di Luisa De Stefano, la boss del rione Pazzigno

Pubblicato

del

È un vero colpo di scena quello che emerge dalle aule di giustizia napoletane: Luisa De Stefano, leader indiscussa del gruppo camorristico delle “pazzignane”, ha deciso di collaborare con la giustizia dopo otto anni di detenzione. La notizia, riportata oggi dal Corriere del Mezzogiorno, getta nuova luce sulle dinamiche criminali di San Giovanni a Teduccio, rione di Napoli Est, dove il gotha della camorra era solito emettere le sue sentenze di morte.

Il nome di Luisa De Stefano è stato associato a crimini. Siamo in un quartiere dove sono stati commessi due omicidi di spicco  nel 2016: quello di Francesco Esposito, affiliato al gruppo Piezzo, e di Raffaele Cepparulo, scissionista del rione Sanità. Quest’ultimo agguato, avvenuto in un circolo ricreativo di via Cleopatra, costò la vita anche all’innocente Ciro Colonna, appena 19enne. De Stefano, durante una serie di udienze, ha ammesso le proprie responsabilità e ha iniziato a fornire dettagli preziosi sul ruolo del suo gruppo e dei clan rivali.

Secondo le prime dichiarazioni della neo pentita, le riunioni per decidere le sorti delle vittime avvenivano su una scala condominiale, fuori dall’abitazione di Ciro Rinaldi, storico capo dell’omonimo clan. Luisa De Stefano, tuttavia, poteva permettersi il lusso di dare del tu ai capi della malavita e di partecipare attivamente alle decisioni di vita e di morte.

Il suo pentimento, consumato in due udienze consecutive, potrebbe rappresentare un duro colpo per il cartello criminale di Napoli Est e segnare un’importante svolta nelle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto