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Cent’anni dopo, Errani-Paolini nella storia del tennis

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Qui, al Roland Garros, dove tutto sa di tennis, si fa la storia ogni anno a fine primavera, quando viene assegnato il secondo Slam della stagione. Qui, oggi, si fa la storia dell’Italia (sportiva) in piena estate, con i francesi che continuano a sventolare nervosamente il ventaglio anche se poi non fa così caldo come nei giorni scorsi. Per l’Italia il vento d’estate (parigina) sa di buono, allontana ancora di più la calura e fa respirare l’aria di medaglia, quella olimpica che al tennis azzurro mancava da cento anni. Dopo Uberto de Morpurgo (il de è scritto con la d minuscola perché era un conte, e giocava a tennis), bronzo nel 1924, guarda caso ai Giochi di Parigi, ora si devono scrivere i nomi di Sara Errani e Jasmine Paolini.

Nei loro cognomi non c’è traccia di nobiltà, nelle loro vene non scorrerà sangue blu, ma oggi sul campo Suzanne-Lenglen – intitolata a una delle prime stelle di questi campi, la ‘Divine’ vincitrice venti volte tra Parigi e Wimbledon – nella semifinale del doppio femminile a cinque cerchi, giocano da regine. Errani-Paolini sconfiggono facilmente le cece Karolina Muchova-Linda Noskova 6-3 6-2 in poco più di un’ora di gioco e ora nella finale di domenica 4 agosto contro le russe Mirra Andreeva e Diana Shnaider vogliono l’oro di Parigi 2024. Il racconto del match potrebbe essere sintetizzato in un’unica frase: non c’è stata mai partita. L’equilibrio ha retto fino al 3-3 del primo set, giusto il tempo per Jasmine di trovare le misure con il dritto. Nessun problema, comunque, perché a rete la 37enne Sara, una che a inizio carriera nel singolare a rete non ci andava quasi mai, a rete appunto, ha fatto impazzire le ceche fin dai primi punti. A metà set è salita di giri anche Jasmine.

Break azzurro per il 5-3, “et voilà” il primo set è andato in cassaforte sul 6-3. Nel secondo, le ceche hanno provato a cambiare tattica, ad essere più aggressive in risposta, ma non è servito a nulla. Oggi c’era da scrivere la storia del tennis e dello sport italiano. Sara e Jasmine non hanno sbagliato più nulla fino al 5-2. E, dopo aver annullato le tre uniche palle break dell’incontro, sul match point, Sara ha cacciato dal cilindro anche il coniglio della battuta da sotto. “Ma nel cambio di campo avevo avvertito Jasmine”. Un altro errore delle ceche. Game, set, match. La medaglia olimpica è realtà.

“E’ un sogno che si avvera, è qualcosa di incredibile. Io – ha detto Errani – ho sempre avuto questo ‘pallino’ di una medaglia olimpica ed esserci riuscita al mio ultimo tentativo è pazzesco. Sono troppo felice”. E adesso si è resa conto “di quanto sia importante un’Olimpiade”, anche Jasmine che in questo incredibile 2024 ha raggiunto la finale al Roland Garros e a Wimbledon, perdendole entrambe. “Questa la dobbiamo vincere”, hanno sorriso le azzurre che proprio qui al Roland Garros nella primavera del 2023 hanno deciso di fare “doppio” alle Olimpiadi 2024. “Quando gliel’ho chiesto, mi ha risposto ‘ti farò sapere'”, ha scherzato Errani. In verità, Paolini ha detto ‘sì’ subito. L’obiettivo era chiaro: vincere una medaglia ai Giochi. Portare la storia olimpica del tennis italiano avanti di cento anni. Oggi, al Roland Garros, si è fatta la storia. Per l’eventuale leggenda, appuntamento a domenica 4 agosto.

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Tennis: Jasmine Paolini quinta nel ranking Wta

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Jasmine Paolini si conferma al quinto posto del ranking Wta. Pressoché invariate la prime 10 posizioni della classifica mondiale che vede in testa Iga Swiatek. Alle spalle della polacca la bielorussa Aryna Sabalenka, la statunitense Jessica Pegula e la kazaka Elena Rybakina. Dietro l’italiana la statunitense Coco Gauff, la cinese Qinwen Zheng e la statunitense Emma Navarro. Esce dalla top 10 la ceca Barbora Krejcikova (undicesima) a vantaggio della greca Maria Sakkari (nona) e della statunitense Danielle Collins (decima).

1. Iga Swiatek (POL) 10885 pts

2. Aryna Sabalenka (BLR) 8716

3. Jessica Pegula (USA) 6220

4. Elena Rybakina (KAZ) 5871

5. Jasmine Paolini (ITA) 5398

6. Coco Gauff (USA) 4983

7. Zheng Qinwen (CHI) 3980

8. Emma Navarro (USA) 3705 9. Maria Sakkari (GRE) 3416 (+1)

10. Danielle Collins (USA) 3178 (+1)

 

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Tennis: Sinner in testa al ranking Atp. nove italiani in top 100

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Jannik Sinner è saldamente al comando della classifica Ata. L’italiano guida con 11180 punti davanti il tedesco Alexander Zverev (6875) e allo spagnolo Carlos Alcaraz (6690), Quarto Novak Djokovic (5560). Invariate le prime 20 posizioni del ranking mondiale.

  • 1. Jannik Sinner (ITA) 11180
  • 2. Alexander Zverev (GER) 6875
  • 3. Carlos Alcaraz (SPA) 6690
  • 4. Novak Djokovic (SRB) 5560
  • 5. Daniil Medvedev (RUS) 5475
  • 6. Andrey Rublev (RUS) 4645
  • 7. Taylor Fritz (USA) 4060
  • 8. Hubert Hurkacz (POL) 4060
  • 9. Casper Ruud (NOR) 4010
  • 10. Grigor Dimitrov (BUL) 3965
  • 11. Alex De Minaur (AUS) 3655
  • 12. Stefanos Tsitsipas (GRE) 3390
  • 13. Tommy Paul (USA) 3005 14. Holger Rune (DAN) 2780
  • 15. Sebastian Korda (USA) 2585
  • 16. Frances Tiafoe (USA) 2560
  • 17. Ben Shelton (USA) 2490
  • 18. Ugo Humbert (FRA) 2370
  • 19. Lorenzo Musetti (ITA) 2345
  • 20 Jack Draper (GBR) 2315

Primo degli azzurri, dopo Sinner, è Lorenzo Musetti che è 19mo.

Ma sono ben nove gli italiani tra i primi 100:

  • Flavio Cobolli (32)
  • Matteo Arnaldi (33)
  • Luciano Darderi (41)
  • Matteo Berrettini (43)
  • Lorenzo Sonego (50)
  • Fabio Fognini (78)
  • Luca Nardi (86)

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Sinner tifoso eccellente spinge l’Italia, Olanda battuta

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Forse ispirati dal sostegno del tifoso eccellente Jannik Sinner, che la sera prima, a cena, aveva anche tenuto un discorso alla squadra, a Bologna Matteo Berrettini e Flavio Cobolli non hanno tradito le attese, e battendo rispettivamente Botic Van de Zandschulp e Tallon Griekspoor hanno regalato all’Italia il successo sull’Olanda e anche la certezza del primato nel girone che ha dato loro l’accesso alle finali di Coppa Davis che si svolgeranno a Malaga, dove è presumibile che il n. 1 del mondo ci sarà non solo per fare il tifoso. L’obiettivo dell’Italtennis, nemmeno tanto nascosto, è di riconquistare l’insalatiera, intanto i successi dell’Unipol Arena sono un bel viatico sulla via della speranza di farcela.

Ad aprire le danze è stato Berrettini, che a fine partita per prima cosa è andato ad abbracciare proprio Sinner, con il quale prima del match aveva chiacchierato a lungo, e la cui presenza, ha poi spiegato Matteo, “mi ha dato una bella spinta e anche un po’ di pressione. Ma Jannik – ha aggiunto parlando a Super Tennis – è stato la ciliegina di una settimana spettacolare”. Per poi aggiungere che a Malaga “ci proveremo con tutto noi stessi e spero di esserci. Abbiamo il giocatore più forte del mondo, la squadra più compatta del mondo e il tifo più caldo del mondo”.

Intanto battere Van de Zandschulp in 2 ore e 22′ di gioco, è stato più complicato del previsto perché il tennista romano ha vinto in rimonta dopo aver ceduto al rivale il primo set, perso per 6-3. In campo non c’era il Berrettini migliore, che però è stato capace di riprendersi l’incontro, nonostante nel secondo set abbia sprecato troppo, leggi sei palle break. Tutto ciò non gli ha comunque impedito di imporsi per 6-4, per poi ripetersi, con identico punteggio, nel terzo set. “Tutta la squadra mi ha spinto al successo – ha poi voluto sottolineare Matteo -. E poi sarà l’aria di casa, il pubblico, il fatto che giocare davanti a voi è speciale e che l’ho sognato fin da quando ero bambino.

Oggi mi aspettavo un match difficile, e il mio avversario mi ha sorpreso in positivo ma alla fine era un break, sapevo che dovevo stringere i denti e provare a strapparne uno, e così è stato nel secondo mentre nel terzo me ne sono serviti due. Sono orgoglioso di come ho lottato oggi perché così è davvero speciale”. Sorride anche l’esordiente Flavio Cobolli che, contro Griekspoor, ha vinto di testa e di cuore. Il romano è sceso in campo dopo il successo dell’amico Matteo Berrettini su Botic Van de Zandschulp, contro il numero 1 olandese Tallon Griekspoor. E ha iniziato al meglio, vincendo il primo set al tie-break 7-4.

Ma l’olandese ha allungato il match al terzo set, in cui è stato bravo a sapersi isolare da cori, tamburi e assordanti trombette, ma alla fine non è stato abbastanza per vincere. Cobolli, che ha evidenziato progressi concreti, ha chiuso il match con un diritto lungolinea da sinistra che per l’azzurro e tutto il pubblico è stato anche un grido di vittoria. “Ho realizzato il sogno che avevo da bambino – le parole del giovane romano -, sono contento e fiero di me stesso. Questa non è la vittoria mia, ma di squadra. Senza il calore e supporto di tutti non sarebbe finita così. Sinner? Prima della partita mi ha detto di divertirmi, detto da lui è molto importante per me”.

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