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Cassazione: i richiedenti asilo non solo clandestini

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Un migrante richiedente asilo che arriva in Italia, anche se è entrato senza documenti o per vie illegali, non può essere chiamato ‘clandestino’, nemmeno in un manifesto politico. La Corte di Cassazione respinge il ricorso della Lega e mette un punto a una vicenda cominciata nel 2016. A Saronno, in provincia di Varese, per protestare contro l’assegnazione di 32 richiedenti asilo a un centro di assistenza messo a disposizione da una parrocchia, il Carroccio aveva organizzato un gazebo esponendo manifesti con scritte a caratteri cubitali come ‘Saronno non vuole clandestini’ o ‘Vitto, alloggio e vizi pagati da noi. Renzi e Alfano complici dell’invasione’. Affermazioni che secondo le associazioni Asgi e Naga, che forniscono assistenza legale ai cittadini stranieri, costituivano una “molestia discriminatoria” nei confronti dei richiedenti asilo, ossia un comportamento che offendeva la loro dignità con l’obiettivo di creare un clima umiliante e degradante. Accuse che erano state accolte in primo e secondo grado, con la Lega condannata al pagamento delle spese legali e di un risarcimento nei confronti delle associazioni. Secondo i giudici, infatti, la parola ‘clandestino’, anche se la critica era indirizzata non necessariamente ai migranti quanto ai politici incaricati di gestire l’immigrazione, veicolava l’idea negativa che i richiedenti asilo costituissero un pericolo per i cittadini italiani e di Saronno. Adesso, per il Carroccio, arriva anche la terza definitiva condanna.

“La sentenza, benché riferita a una vicenda di anni fa, dice molto anche alla politica di oggi – commentano gli avvocati di Asgi Alberto Guariso e Livio Neri – e in particolare sulla inaccettabile consuetudine di continuare a usare il termine ‘clandestini’ per coloro che arrivano sul nostro territorio per cercare protezione”. “Ho visto solo il dispositivo e non sono entrato nel merito delle motivazioni. Ma visto l’orientamento dei gradi precedenti non ci aspettavamo che la sentenza venisse completamente modificata. Era difficile ribaltarla” commenta a caldo l’avvocato Stefano Monguzzi, difensore della Lega nella causa insieme ai legali Pietro Foroni e Claudia Eccher. “La sentenza dà torto alle menzogne leghiste. In Italia – attacca invece Pierfrancesco Majorino, membro della segreteria nazionale Pd con delega alle politiche migratorie – va riprogettato il sistema dell’accoglienza smantellato dalla destra. La sentenza conferma questa necessità”. Intanto continuano le polemiche per il numero degli sbarchi. Dopo i dieci approdi della notte, questa mattina si contavano quasi 2mila migranti all’hotspot di Lampedusa, compresi 144 minori non accompagnati.

A lanciare l’allarme per l’accoglienza oggi è stato anche il Comune di Bologna con le stime che parlano di 200 arrivi al giorno in Emilia-Romagna, di cui il 20% nel capoluogo: “Sono annunciati anche nei prossimi giorni arrivi importanti con molti minori – dice l’assessore al Welfare Luca Rizzo Nervo – stiamo vivendo un agosto che in termini di arrivi è peggiore di un luglio che era già stato impressionante e difficile”. Il Comune in questo momento ha la tutela di oltre 500 minori stranieri non accompagnati, che si aggiungono ai 1900 migranti nel Sai, la rete di accoglienza, per un totale di oltre 2000 persone in carico per la sola città di Bologna: “Siamo molto preoccupati – conclude l’assessore – perché qui siamo abituati a fare accoglienza programmata e invece ormai si tratta spesso di arrivi improvvisi”.

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Morta Amelia Cortese Ardias, il cordoglio di Bassolino

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“La scomparsa della Cortese Ardias mi rattrista davvero. Amelia è stata una esponente liberale di primo piano, una donna delle istituzioni ed impegnata nella vita culturale e sociale”. Lo afferma in una nota Antonio Bassolino. “Mio padre – aggiunge l’ex sindaco di Napoli – era amico del marito. Le ho voluto molto bene e tra di noi vi sono sempre stati sentimenti di stima ed affetto. Un abbraccio ai familiari”.

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Torna il maltempo, allerta arancione in sei regioni

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Torma il maltempo e domani sarà allerta arancione in sei regioni e gialla in nove. Piogge e temporali, dalla serata di oggi, cadranno sulle regioni di Nord-Ovest e la Toscana, poi la perturbazione si estenderà nella giornata di domani al Nord-Est e in parte al Centro. Il Dipartimento della Protezione Civile d’intesa con le regioni coinvolte – – ha emesso un avviso di condizioni meteorologiche avverse.

I temporali da stasera riguarderanno la Liguria e poi, dalle prime ore di domani, Piemonte, Emilia-Romagna e Toscana, successivamente Lombardia, Veneto e, dal pomeriggio, Friuli Venezia Giulia, Marche, Umbria e Lazio. Possibili anche locali grandinate e forti raffiche di vento. Sulla base dei fenomeni previsti è stata valutata per la giornata di domani allerta arancione per rischio temporali e idrogeologico su buona parte di Toscana, Emilia-Romagna Liguria, Veneto e Lombardia e su tutto il Friuli Venezia Giulia. Allerta gialla su resto di Toscana, Liguria, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, oltre che su Umbria e parte di Sardegna, Marche e Piemonte.

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A cento anni gli rinnovano la patente a Ravenna

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Ha compiuto cento anni e ogni pomeriggio, insieme alla moglie Tebe, di quattro anni più giovane di lui, da Ravenna va al mare nella vicina Lido Adriano, guidando la sua auto. Potrà continuare a farlo ancora, perché Luciano Gulmini, che il 23 agosto ha festeggiato il fatidico traguardo del secolo di vita, nei giorni scorsi si è infatti visto rinnovare anche la patente per due anni, fino al 2026. Gulmini, ex dipendente di Cgil e Pci, qualche giorno prima è andato all’Aci, dove dopo l’esame della vista, dell’udito, un breve colloquio e una visita che ha certificato la sua abilità psico-fisica a guidare la macchina, si è visto infatti prorogare la validità della patente.

Guida una Lancia Y, comprata trent’anni fa, ma in perfetto stato. Che è il mezzo, appunto, che durante la stagione estiva porta i due coniugi ravennati al bagno Alessandro di Lido Adriano dove li aspettano i loro amici. Gulmini, come ha raccontato all’edizione ravennate del Resto del Carlino, è un guidatore esperto: per molti anni, insieme alla moglie, ha girato l’Europa, prima in Lambretta, poi sempre in macchina. La prima patente l’ha presa ormai 75 anni fa, per poter guidare una Lambretta, con la quale lui e la moglie hanno fatto vacanze anche fuori dai confini italiani. Nei primi anni Sessanta è arrivata la prima macchina, una Fiat 500 che li ha accompagnati in numerosi viaggi in tenda.

“Soprattutto – ha raccontato Luciano – nella ex Jugoslavia, dove all’epoca c’era il presidente Tito. L’abbiamo visitata per parecchi anni, siamo andati a Spalato, Dubrovnik, Mostar, Sarajevo, ma anche in tanti piccoli paesini, a contatto con la cultura degli altri. Ci è sempre piaciuto viaggiare, incontrare gente, lo abbiamo sempre fatto almeno per un mese all’anno”.

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