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Cronache

Caserta, indagine anti-corruzione: coinvolto il presidente della Provincia Giorgio Magliocca

L’inchiesta anti-corruzione nella provincia di Caserta si arricchisce di nuovi sviluppi. Il presidente della Provincia, Giorgio Magliocca, è al centro di un’indagine che coinvolge politici, imprenditori e funzionari pubblici, in un sistema di favori legato a lavori pubblici e sponsorizzazioni sportive.

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La Procura di Santa Maria Capua Vetere, guidata dal procuratore Pierpaolo Bruni, ha emesso un decreto di perquisizione e sequestro di dati informatici che riguarda, tra gli altri, Giorgio Magliocca, presidente della Provincia di Caserta e sindaco di Pignataro Maggiore, indagato per corruzione. Insieme a lui, dieci persone, tra cui Cosimo Rosato, imprenditore edile, e funzionari pubblici come Gerardo Palmieri e Clara Di Patria, sono accusate di aver orchestrato un sistema di favori illeciti nell’ambito di lavori pubblici e sponsorizzazioni sportive.

Il sistema di corruzione e gli appalti sotto indagine

Le accuse vertono su un presunto sistema corruttivo attraverso il quale lavori pubblici sotto soglia (con importi inferiori a 150mila euro) sarebbero stati affidati direttamente a imprenditori compiacenti, come Rosato Costruzioni. Magliocca, utilizzando la discrezionalità concessa dall’articolo 50 del Codice degli Appalti, avrebbe favorito imprenditori amici, piegando l’attività amministrativa ai suoi interessi personali.

Tra gli appalti indagati, emergono lavori per oltre 114mila e 130mila euro per la manutenzione straordinaria e la riqualificazione di strade comunali, affidati alla ditta di Cosimo Rosato. In cambio, secondo la Procura, Rosato avrebbe versato tangenti o offerto vantaggi personali.

Sport e favori: un accordo “sportivo” con implicazioni personali

Un altro filone dell’inchiesta riguarda le sponsorizzazioni sportive. Magliocca avrebbe stretto un accordo con Luigi De Lucia, presidente della squadra di calcio Vitulazio ASD, per l’assunzione dell’allenatore Alfonso Valente. L’obiettivo era quello di supportare la carriera calcistica del figlio di Magliocca, che militava nella squadra Gladiator Juniores 1924, allenata da Valente nella stagione precedente.

Cosimo Rosato avrebbe finanziato lo staff tecnico di Valente con un contributo di circa 8mila euro, garantendo così a Magliocca gli appalti pubblici desiderati. Complessivamente, le somme destinate alla stagione calcistica 2022/2023, secondo l’accusa, avrebbero oscillato tra i 30 e i 40 mila euro.

Le dichiarazioni di Magliocca e il prosieguo dell’inchiesta

In una nota, Magliocca ha dichiarato di essere «fiducioso nella magistratura e pronto a collaborare con i pm». L’indagine, soprannominata “Operazione Talpa”, ha portato anche alla scoperta di due presunti informatori interni. Il finanziere Mattia Parente e il sindaco Antonio Scialdone avrebbero passato dettagli riservati dell’inchiesta a Magliocca.

Conclusione: una provincia scossa dalla corruzione

Questa indagine anti-corruzione in provincia di Caserta mette in luce un sistema di interessi personali e favori illeciti, che minano la trasparenza nelle amministrazioni pubbliche locali. In attesa di ulteriori sviluppi, l’inchiesta rappresenta un monito verso l’integrità e il rispetto delle regole in ambito politico e amministrativo. In ogni caso, è sempre il caso di ricordare a chi ci legge che siamo nel campo delle indagini preliminari e che chiunque è da considerarsi innocente sino a sentenza definitiva perchè nel nostro Paese vige il principio di innocenza e non quello di colpevolezza. La colpevolezza la accertano i giudici e una sentenza è definitiva quando viene pronunciata in ultima istanza dalla Cassazione.

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Napoli, sede Pd vandalizzata nella notte. Indagini in corso

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Questa mattina i carabinieri sono intervenuti in via Domenico Cirillo 30, in seguito a una segnalazione ricevuta al numero di emergenza 112. L’intervento si è reso necessario dopo che ignoti, probabilmente agendo durante le ore notturne, hanno fatto irruzione nella sede del Partito Democratico della Quarta Municipalità Napoli San Lorenzo.

All’interno del locale, i malintenzionati hanno provocato disordine, mettendo a soqquadro gli spazi. Nonostante i danni causati, dalle prime verifiche effettuate non sembrerebbe che siano stati sottratti oggetti di valore o documenti importanti.

Sul posto sono intervenuti gli specialisti del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli, che hanno effettuato i rilievi tecnici necessari per raccogliere elementi utili all’identificazione dei responsabili. Le indagini sono attualmente in corso per risalire agli autori dell’atto vandalico e chiarire le motivazioni dietro l’accaduto.

Questo episodio si aggiunge a una serie di atti vandalici e intimidatori registrati negli ultimi tempi in diverse città italiane, sollevando interrogativi sulla necessità di maggiori misure di tutela per le sedi di partiti e associazioni sul territorio.

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Consulta, illegittima residenza nella Regione per taxi-Ncc

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La Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge della Regione Umbria del 1994 che prevedeva il requisito “di essere residente in uno dei Comuni della Regione Umbria” come necessario al fine dell’iscrizione nel ruolo dei conducenti per il servizio di taxi e per quello di noleggio di veicoli con conducente (Ncc).

Lo rende noto la Corte Costituzionale. La disposizione, antecedente alla riforma del Titolo V della Costituzione, era stata censurata dal Tar Umbria in quanto ritenuta lesiva del principio di ragionevolezza nonché dell’assetto concorrenziale del mercato degli autoservizi pubblici non di linea, giacché d’ostacolo al libero ingresso di lavoratori o imprese nel “bacino lavorativo” regionale.

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Dati rubati: oggi a Milano l’interrogatorio di Del Vecchio jr

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E’ stato fissato per oggi pomeriggio un interrogatorio, davanti ai pm, di Leonardo Maria Del Vecchio (foto Imagoeconomica in evidenza) – 29 anni e uno dei figli del patron di Luxottica morto nel 2022 – indagato nell’inchiesta milanese sui presunti dossieraggi illegali per concorso in accessi abusivi a sistema informatico. L’interrogatorio, da quanto si è saputo, è stato richiesto dallo stesso Del Vecchio per difendersi dalle accuse e chiarire. L’audizione si terrà, da quanto si è appreso, non al Palazzo di Giustizia milanese ma in un altro luogo, una caserma degli investigatori.

“Dalle imputazioni preliminari e dall’esito negativo della perquisizione, il dottor Del Vecchio sembrerebbe essere piuttosto persona offesa. Altri, infatti, sarebbero eventualmente i responsabili di quanto ipotizzato dagli inquirenti”, aveva già spiegato l’avvocato Maria Emanuela Mascalchi, che aveva parlato della “infondatezza delle accuse ipotizzate a proprio carico”.

Stando agli atti dell’indagine dei carabinieri del Nucleo investigativo di Varese, del pm della Dda Francesco De Tommasi e del collega della Dna Antonello Ardituro, Nunzio Samuele Calamucci, hacker arrestato, uno dei presunti capi dell’associazione per delinquere di Equalize e che avrebbe creato dossier con dati riservati prelevati in modo illecito, avrebbe realizzato anche un falso “atto informatico pubblico” per “offuscare l’immagine di Claudio Del Vecchio, fratello di Leonardo”.

Calamucci avrebbe creato, in particolare, un finto “rapporto” della Polizia di New York con cui “si dava atto” falsamente “di un controllo eseguito in quella città” nei confronti del fratello di Leonardo. Nel falso report, redatto all’apparenza nel 2018, si segnalava che era “in compagnia” di una persona “registrata” per “crimini sessuali” dal Dipartimento di Giustizia americano.

Il gruppo di hacker, poi, avrebbe dovuto inserire nell’estate 2023, secondo l’accusa per conto di Leonardo Maria Del Vecchio, un “captatore informatico” sul cellulare della fidanzata e modella Jessica Serfaty, ma non ci riuscì malgrado diversi tentativi di inoculare “il trojan”. A quel punto, sarebbero stati creati falsi messaggi tra lei e “un illusionista di fama mondiale”.

Tra gli indagati anche il collaboratore dell’imprenditore, Marco Talarico. Secondo le indagini, le ricerche di informazioni di Del Vecchio jr, richieste al gruppo di Equalize attraverso i suoi collaboratori, si sarebbero inserite nella contesa in corso sull’eredità di famiglia. Nel procedimento milanese una nomina come persona offesa è stata depositata nei giorni scorsi da Claudio Del Vecchio.

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