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Cronache

Caro Enrico Mentana, che problemi hai con Napoli?

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Quando i sindaci dell’isola d’Ischia scrissero la prima ordinanza sensata d’Italia con cui chiudevano l’isola a chiunque arrivasse dalle zone rosse (Lombardia, Veneto e Cina ) dove si insinuava l’infezione da coronavirus, Enrico Mentana prese un articoletto  scritto in fretta e pubblicato sul suo giornale on line (non La 7), interpretò l’ordinanza come atto di razzismo e espose i primi cittadini firmatari al ludibrio pubblico con una scritta: La Vergogna. La classica scelta di pancia per stimolare gli istinti più biechi delle tifoserie opposte. Era il 23 febbraio, Mentana non aveva capito nulla della gravità della propagazione del contagio da coronavirus. Lui era fermo al “raffreddore un po’ più forte”. I sindaci di Ischia, invece, che avevano letto dello stato di emergenza proclamato dal 31 gennaio al 31 luglio dal Governo Conte, e che seguivano con preoccupazione quanto accadeva nel nord Italia, volevano semplicemente blindarsi non applicando le leggi razziali fasciste, ma seguendo le regole di distanziamento sociale consigliate dall’Organizzazione mondiale della sanità. Per Mentana sono norme razziste, forse. Poi sono passati due mesi. Poi sono morte 13155 persone per effetto del covid 19 e chissà quante altre ancora ne moriranno. Poi ci sono già quasi un milione di contagiati nel mondo. Poi ci sono Paesi come gli Usa che si preparano a subire perdite umane tra le 100mila e le 240 mila persone. C’è la Spagna messa in ginocchio, dove scelgono chi intubare e chi far morire. Poi c’è una pandemia. C’è l’Europa come costruzione politica che sta per saltare in aria per colpa del coronavirus. E Mentana, a quei sindaci che insolentì e insultò ingiustamente, non ha mai chiesto scusa. Quei sindaci di Ischia intendevano chiudere tutto (lo fece molti giorni dopo e ad epidemia in atto nel Paese il premier Giuseppe Conte ) per difendere una comunità isolana che non ha a portata di mano il Sacco di Milano o il Cotugno di Napoli ma un piccolo ospedale ridotto all’osso quanto a risorse umane ed apparecchiature elettromedicali. Così era, così è quell’ospedale. A ISchia avevano paura, a Ischia hanno paura del coronavirus e del contagio.

Enrico Mentana. Cavallo di razza del giornalismo italiano che ogni tanto ha delle défaillance quando parla di Napoli

Oggi Mentana ci ricasca. Forse inconsciamente, forse perché ha necessità  di stimolare la pancia della gente, forse perché sta facendo degli esperimenti sociali sulla competizione tra ormoni e neuroni, insomma sarà quel che sarà, ha pubblicato un altro articoletto. In questo articoletto scritto velocemente ricopiando alcune notizie di agenzie che rimasticano un servizio di Sky News sull’ospedale Cotugno e sulla efficienza dei medici napoletani, dal suo profilo facebook Mentana scrive: “A Napoli c’è anche una eccellenza”. L’eccellenza è o sarebbe il Cotugno. Ora si può accettare tutto. Si possono accettare critiche. Si possono sopportare anche errori ed omissioni nel racconto di Napoli. Ma a proposito di razzismo e stereotipi, diciamo che Enrico Mentana (giornalista giornalista, occorre sempre riconoscerlo) comincia a diventare anziano. Forse i carichi di lavoro diventano pesanti e gli orgasmi da social network diventano sempre più difficili da sostenere. Diciamo che cominciano a non essere più orgasmi giornalistici naturali ma qualcosa di davvero pompato, di innaturale. Diciamo che certe cose non sembrano essere frutto delle sue eccezionali doti giornalistiche (non c’è alcuna ironia, lui è davvero un maestro) ma figlie dell’assunzione di qualche pillola di viagra (viagra giornalistico, s’intende!) che gonfia a dismisura le prestazioni (le notizie) fino a farle diventare fasulle.

PS: In questo caso è il vestitino, l’abitino con cui si veste il pezzo che fa pena. Non il contenuto.

 

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Cronache

Napoli, sede Pd vandalizzata nella notte. Indagini in corso

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Questa mattina i carabinieri sono intervenuti in via Domenico Cirillo 30, in seguito a una segnalazione ricevuta al numero di emergenza 112. L’intervento si è reso necessario dopo che ignoti, probabilmente agendo durante le ore notturne, hanno fatto irruzione nella sede del Partito Democratico della Quarta Municipalità Napoli San Lorenzo.

All’interno del locale, i malintenzionati hanno provocato disordine, mettendo a soqquadro gli spazi. Nonostante i danni causati, dalle prime verifiche effettuate non sembrerebbe che siano stati sottratti oggetti di valore o documenti importanti.

Sul posto sono intervenuti gli specialisti del nucleo investigativo del comando provinciale di Napoli, che hanno effettuato i rilievi tecnici necessari per raccogliere elementi utili all’identificazione dei responsabili. Le indagini sono attualmente in corso per risalire agli autori dell’atto vandalico e chiarire le motivazioni dietro l’accaduto.

Questo episodio si aggiunge a una serie di atti vandalici e intimidatori registrati negli ultimi tempi in diverse città italiane, sollevando interrogativi sulla necessità di maggiori misure di tutela per le sedi di partiti e associazioni sul territorio.

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Consulta, illegittima residenza nella Regione per taxi-Ncc

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La Consulta ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge della Regione Umbria del 1994 che prevedeva il requisito “di essere residente in uno dei Comuni della Regione Umbria” come necessario al fine dell’iscrizione nel ruolo dei conducenti per il servizio di taxi e per quello di noleggio di veicoli con conducente (Ncc).

Lo rende noto la Corte Costituzionale. La disposizione, antecedente alla riforma del Titolo V della Costituzione, era stata censurata dal Tar Umbria in quanto ritenuta lesiva del principio di ragionevolezza nonché dell’assetto concorrenziale del mercato degli autoservizi pubblici non di linea, giacché d’ostacolo al libero ingresso di lavoratori o imprese nel “bacino lavorativo” regionale.

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Dati rubati: oggi a Milano l’interrogatorio di Del Vecchio jr

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E’ stato fissato per oggi pomeriggio un interrogatorio, davanti ai pm, di Leonardo Maria Del Vecchio (foto Imagoeconomica in evidenza) – 29 anni e uno dei figli del patron di Luxottica morto nel 2022 – indagato nell’inchiesta milanese sui presunti dossieraggi illegali per concorso in accessi abusivi a sistema informatico. L’interrogatorio, da quanto si è saputo, è stato richiesto dallo stesso Del Vecchio per difendersi dalle accuse e chiarire. L’audizione si terrà, da quanto si è appreso, non al Palazzo di Giustizia milanese ma in un altro luogo, una caserma degli investigatori.

“Dalle imputazioni preliminari e dall’esito negativo della perquisizione, il dottor Del Vecchio sembrerebbe essere piuttosto persona offesa. Altri, infatti, sarebbero eventualmente i responsabili di quanto ipotizzato dagli inquirenti”, aveva già spiegato l’avvocato Maria Emanuela Mascalchi, che aveva parlato della “infondatezza delle accuse ipotizzate a proprio carico”.

Stando agli atti dell’indagine dei carabinieri del Nucleo investigativo di Varese, del pm della Dda Francesco De Tommasi e del collega della Dna Antonello Ardituro, Nunzio Samuele Calamucci, hacker arrestato, uno dei presunti capi dell’associazione per delinquere di Equalize e che avrebbe creato dossier con dati riservati prelevati in modo illecito, avrebbe realizzato anche un falso “atto informatico pubblico” per “offuscare l’immagine di Claudio Del Vecchio, fratello di Leonardo”.

Calamucci avrebbe creato, in particolare, un finto “rapporto” della Polizia di New York con cui “si dava atto” falsamente “di un controllo eseguito in quella città” nei confronti del fratello di Leonardo. Nel falso report, redatto all’apparenza nel 2018, si segnalava che era “in compagnia” di una persona “registrata” per “crimini sessuali” dal Dipartimento di Giustizia americano.

Il gruppo di hacker, poi, avrebbe dovuto inserire nell’estate 2023, secondo l’accusa per conto di Leonardo Maria Del Vecchio, un “captatore informatico” sul cellulare della fidanzata e modella Jessica Serfaty, ma non ci riuscì malgrado diversi tentativi di inoculare “il trojan”. A quel punto, sarebbero stati creati falsi messaggi tra lei e “un illusionista di fama mondiale”.

Tra gli indagati anche il collaboratore dell’imprenditore, Marco Talarico. Secondo le indagini, le ricerche di informazioni di Del Vecchio jr, richieste al gruppo di Equalize attraverso i suoi collaboratori, si sarebbero inserite nella contesa in corso sull’eredità di famiglia. Nel procedimento milanese una nomina come persona offesa è stata depositata nei giorni scorsi da Claudio Del Vecchio.

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