Collegati con noi

In Evidenza

Caro benzina, nuovi tagli. Governo studia tema lavoro

Pubblicato

del

Con la benzina sopra 1,9 euro al litro, l’approssimarsi della data di scadenza del taglio delle accise e lo spettro del futuro bando del greggio russo, il tema del caro-carburanti torna al centro del dibattito, con la possibilita’ di un nuovo intervento del governo. Ma l’inflazione che galoppa e il timore – segnalato anche dal governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco – che le pressioni si trasmettano dai prezzi alle retribuzioni, accentua l’urgenza anche di una riflessione sul dossier lavoro, a partire dal nodo del salario minimo, con un pressing crescente per arrivare ad un accordo entro la legislatura. A far preoccupare nell’immediato e’ la nuova fiammata dei prezzi della benzina, che nonostante il taglio delle accise in vigore, al display del distributore continua a salire. Le quotazioni, che ieri hanno chiuso in forte rialzo, hanno spinto i prezzi, con la verde in modalita’ self arrivata a toccare 1,914 euro/litro (per il servito e’ oltre 2 euro) e il diesel a 1,831. Da quando e’ iniziata la guerra, calcola l’Unione consumatori, un litro di benzina costa oltre 3 cent in piu’, il gasolio 9 cent. Rispetto ad un anno fa, stima il Codacons, per un litro di verde si spende il 20% in piu’, il 26% per il diesel. I rincari, secondo Federconsumatori, si traducono cosi’ in un aggravio di 264 euro per una famiglia che fa due pieni da 50 litri al mese. C’e’ poi da considerare che l’attuale taglio delle accise finisce l’8 luglio e con l’estate alle porte potrebbe rendersi necessario un nuovo intervento. Il governo non si e’ ancora mosso – 5 settimane sono tante e in una fase cosi’ fluida e’ meglio non muoversi con largo anticipo – ma che non si tratti solo di un’ipotesi lo conferma la sottosegretaria all’economia Maria Cecilia Guerra: un nuovo intervento e’ “molto probabile”, anche perche’ con l’aumento dei prezzi aumenta anche il gettito dell’Iva e il governo non intende metterlo nelle casse dello Stato, ma usarlo “per abbassare le accise e tenere calmierato il prezzo”. Finora il governo ha gia’ varato due decreti ministeriali e due decreti legge, per complessivi 3,36 miliardi. Il meccanismo e’ quindi gia’ impostato e se si decidesse di replicare, e’ probabile che intervenga nel solco dei precedenti provvedimenti, stanziando circa un miliardo al mese. E la strategia di svincolarsi dal gas russo compie un altro passo. Snam ha acquistato il 100% di Golar Lng Nb 134 Corporation da Lolar Solar per 350 milioni di dollari (330 mln di euro circa), titolare della nave di stoccaggio e rigassificazione Golar Tundra. L’imbarcazione, costruita nel 2015, puo’ operare sia come nave metaniera per il trasporto del gas naturale liquefatto (Gnl) sia come rigassificatore galleggiante (Fsru). Entro giugno inoltre il gruppo potrebbe chiudere la negoziazione per una seconda nave dello stesso tipo. E se la priorita’ del governo in questa situazione di “grande incertezza” e’ “intervenire e sostenere le fasce piu’ deboli e le imprese piu’ in difficolta’”, non e’ sul tavolo l’ipotesi di ricorrere ad uno scostamento di bilancio. Finora sono stati messi sul piatto 30 miliardi senza ricorrervi, spiega Guerra: “se ci fosse una situazione emergenziale”, potra’ essere “preso in considerazione”, ma non si pensi che “sia la soluzione di tutti i mali”. Uno dei temi caldi, soprattutto dopo l’ammonimento di Visco ad evitare “una vana rincorsa tra prezzi e salari”, resta il lavoro. A partire dalla necessita’, ribadita da piu’ parti di aumentare i salari, con i sindacati che tengono il pressing sulla necessita’ di detassare gli aumenti contrattuali. In questi 30 anni sono diminuiti ed e’ aumentata la precarieta’ del lavoro, avverte il leader della Cgil, Maurizio Landini, insistendo sulla necessita’ di un salario minimo, ma inserito nella cornice dei contratti “con tutti i diritti” che essi prevedono. E di rivedere il fisco sul lavoro dipendente. Con la corsa dell’inflazione c’e’ “un grave allarme sulla tenuta di valore reale delle retribuzioni”, avverte la Uil, spiegando che la gran parte dei rinnovi contrattuali conclusi negli ultimi anni rischia di veder vanificato il tentativo di incrementare i salari. Qualche aumento va riconosciuto dice anche il ministro del lavoro, Andrea Orlando, che pero’ evidenzia come molti contratti attendono ancora di essere rinnovati. Sul salario minimo il ministro ha ricordato che c’e’ una proposta che prevede come “il trattamento economico complessivo contenuto nei contratti possa diventare il salario minimo di riferimento per tutti i lavoratori di quel comparto”. I tempi per il salario minimo sono maturi, sostiene Guerra, augurandosi che venga introdotto entro la legislatura.

Advertisement

In Evidenza

Proteine e test per diagnosi, nuove frontiere sulla Sla

Pubblicato

del

Nove progetti di ricerca sulla Sla, dallo sviluppo di un nuovo test diagnostico all’identificazione di possibili biomarcatori tramite lo studio del ruolo svolto dal muscolo scheletrico nella malattia. Con un finanziamento di 840mila euro, AriSLA, Fondazione italiana di ricerca per la Sla Ets, supporterà i progetti, coinvolgendo 15 gruppi di lavoro distribuiti in sette diverse regioni italiane Tra i nuovi studi, due sono quelli quelli ‘full grant’, cioè che sviluppano ambiti di studio promettenti, basati su solidi dati preliminari. ‘Defineals’, coordinato da Gianluigi Zanusso dell’Università di Verona, ha l’obiettivo di sviluppare un test affidabile per diagnosticare e monitorare la progressione della Sla correlata a TDP-43, una proteina che in condizioni normali svolge un ruolo fondamentale in diverse funzioni cellulari, e nei pazienti con Sla risulta aggregata.

Saranno raccolti tramite tampone nasale campioni da 60 pazienti con diagnosi di probabile Sla e da 60 soggetti controllo (30 controlli sani e 30 con altre patologie neurologiche). Per la ricerca della proteina TDP-43 sui campioni saranno effettuati studi immunocitochimici e molecolari. Il progetto ‘MoonAls’, coordinato da Giovanni Nardo dell’Istituto di Ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs di Milano, studierà la fisiopatologia della Sla indagando il ruolo svolto dal muscolo scheletrico nella malattia per identificare possibili biomarcatori. In particolare, nei modelli murini a lenta e rapida progressione e nelle colture cellulari verranno studiate le molecole rilasciate dalle cellule satellite, ossia le cellule staminali del muscolo scheletrico, per verificare se possono contrastare l’atrofia muscolare indotta dalla Sla.

Infine, sarà valutato l’effetto del trapianto di cellule satellite sull’atrofia muscolare e sulla progressione della Sla in modelli murini. Gli altri sette progetti sono ‘Plot Grant’, ossia studi esplorativi con lo scopo di sperimentare idee innovative. ‘Flygen’, coordinato da Arianna Manini dell’Istituto Auxologico Italiano di Milano, intende identificare nuove cause genetiche di Sla in pazienti con un’alta probabilità di avere mutazioni genetiche, come quelli con forte storia familiare di Sla o esordio estremamente precoce, sinora non diagnosticati dal punto di vista genetico. Tra questi, anche il progetto coordinato da Riccarda Granata dell’Università degli Studi di Torino, nel quale saranno valutati gli effetti protettivi della molecola Mr-409, e quello coordinato da Antonio Orlacchio dell’Università di Perugia, con il quale si mira a identificare nuovi geni correlati alla Sla giovanile.

Continua a leggere

Ambiente

Cop29, respinta ipotesi di aiuti per 300 miliardi

Pubblicato

del

Alla Cop29 di Baku i paesi ricchi provano a chiudere l’accordo sul fondo di aiuti climatici, alzando l’offerta a 300 miliardi di dollari all’anno dal 2035. Ma ai paesi più poveri sembrano ancora troppo pochi: così lasciano il tavolo delle trattative, anche se non escono dal negoziato. La situazione è confusa, le riunioni si susseguono. In serata viene fissata una nuova assemblea plenaria. La Cop29 doveva chiudersi venerdì. Ma l’accordo sugli aiuti climatici (il dossier più importante) non è stato raggiunto, e la conferenza è stata prolungata ad oggi. Venerdì era stata pubblicata una bozza di documento finale sulla finanza, con un compromesso proposto dalla presidenza azera. I paesi sviluppati si impegnavano a versare 250 miliardi di dollari all’anno dal 2035 in aiuti ai paesi in via di sviluppo per la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico. Questa cifra era fatta di contributi pubblici a fondo perduto, ma anche di prestiti da banche multilaterali di sviluppo e banche private. La proposta era stata respinta dai paesi emergenti e in via di sviluppo del G77+Cina.

Questi chiedono 1.300 miliardi di dollari all’anno dal 2025, prevalentemente in contributi pubblici a fondo perduto, e sostengono che non si possa scendere sotto 300 miliardi all’anno dal 2030 e 390 dal 2035 (le cifre minime di aiuti indicate da uno studio di consulenti della Cop). Oggi i paesi sviluppati hanno provato ad alzare l’offerta, arrivando a 300 miliardi. In più, hanno precisato nella bozza che i paesi in via di sviluppo possono erogare aiuti, ma non hanno alcun obbligo, e i loro soldi non rientrano nel conteggio dei 300 miliardi. Un modo per accontentare la Cina, che per l’Onu risulta ancora paese in via di sviluppo: Pechino vuole erogare i suoi aiuti senza avere vincoli. La bozza accontenta anche l’Arabia Saudita, perché non aumenta gli impegni di decarbonizzazione rispetto a quanto deciso l’anno scorso alla Cop28 di Dubai. La Ue ha dovuto cedere su questo, come pure su diritti umani e delle donne, citati in modo generico.

Ma il gruppo dei paesi meno sviluppati (Ldc) e quello dei piccoli stati insulari (Aosis) hanno bocciato anche questa proposta. “Siamo temporaneamente usciti, ma rimaniamo interessati nei negoziati finché non otteniamo un accordo equo”, ha scritto su X Jiwoh Emmanuel Abdulahi, ministro dell’Ambiente e del cambiamento climatico della Sierra Leone. Cedric Schuster, presidente dell’Alleanza dei piccoli stati insulari (Aosis), in un comunicato ha detto che “siamo usciti dalle discussioni in stallo sull’Ncgg (l’obiettivo di finanza climatica, n.d.r.), che non stava offrendo alcun progresso. Ci siamo ritrovati continuamente insultati dalla mancanza di inclusione, le nostre richieste sono state ignorate”. “Un’altra Cop sta fallendo – ha commentato Greta Thunberg su X -. La bozza attuale è un completo disastro”. Più ottimista l’invia americano sul clima, John Podesta: “Spero che sia la tempesta prima della calma”.

Continua a leggere

In Evidenza

Coppa Davis, Berrettini soffre ma vince: Italia 1 – Australia 0

Pubblicato

del

Inizia nel migliore dei modi la semifinale di Coppa Davis per l’Italia, grazie alla straordinaria vittoria di Matteo Berrettini. L’azzurro ha sconfitto l’australiano Thanasi Kokkinakis in tre set con il punteggio di 6-7, 6-3, 7-5, regalando il primo punto agli Azzurri nella sfida contro l’Australia.

La partita non è stata priva di difficoltà per il tennista romano, che nel primo set ha sprecato ben tre set point, cedendo poi il parziale al suo avversario nel tie-break. Sembrava che l’inizio in salita potesse compromettere l’esito del match, ma Berrettini ha dimostrato ancora una volta grande carattere e capacità di reazione.

Nel secondo set, l’azzurro ha imposto il suo ritmo, dominando Kokkinakis e chiudendo il parziale con un netto 6-3. Il terzo e decisivo set è stato più equilibrato, ma Berrettini ha saputo mantenere la lucidità nei momenti cruciali, strappando il servizio all’australiano nel finale e conquistando la vittoria con un 7-5 decisivo.

Grazie a questo successo, l’Italia si porta sull’1-0 nella semifinale contro l’Australia. Ora tutte le attenzioni si spostano sulla seconda sfida di giornata, che vede impegnati Jannik Sinner e Alex De Minaur. In caso di parità dopo i singolari, sarà il doppio a decidere l’esito della semifinale.

Una prestazione di grande carattere per Berrettini, che conferma la sua capacità di brillare nei momenti più importanti. Gli Azzurri mettono un primo tassello verso la finale di Coppa Davis

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto