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Corona Virus

Caos in Lombardia, zero morti e 531 contagiati: ma hanno dimenticato di raccogliere i dati

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L’emergenza coronavirus fa registrare un buon segnale dall’inizio delle riaperture di una settimana fa circa: i contagiati non aumentano, ed e’ questo, dicono gli esperti, il dato piu’ significativo della giornata anche in previsione dei prossimi 15 giorni. Sono 531 i nuovi positivi a Covid-19 oggi contro i 669 di ieri, secondo il bollettino quotidiano della Protezione Civile. Riflettori puntati anche oggi sulla Lombardia dove a fare scalpore e’ il dato di zero decessi sul quale si stanno concentrando le verifiche. L’assenza di nuovi decessi per Covid-19, per la prima volta dall’inizio dell’epidemia a febbraio, potrebbe infatti essere causata dalla mancata trasmissione dei dati dalla rete ospedaliera e dalle anagrafi dei Comuni. E’, d’altra parte, gia’ capitato, in occasione di festivita’ o fine settimane degli scorsi mesi, che i dati non fossero del tutto aggiornati e quelli mancanti siano stati aggiunti il giorno dopo. I contagiati in Lombardia sono 285 in piu’ di ieri quando erano stati 441. Anche dopo le riaperture di una settimana fa “i contagiati non stanno aumentando e questo e’ un buon segnale ma non e’ definitivo”. Bisogna aspettare altre due settimane. Se fra 15 giorni i contagi non aumenteranno “il segnale allora confermera’ che la situazione e’ sotto controllo”, spiega l’economista sanitario, Cesare Cislaghi. Ma il virus, dice l’esperto “continua a circolare” e serve “cautela”. In generale in Italia, sono 56.594 i malati di coronavirus, 1.158 meno di ieri, quando il calo era stato di 1.570 mentre sono 50 le vittime nelle ultime 24 ore, escludendo per il numero di morti in Lombardia nello stesso arco temporale. I morti salgono cosi’ a 32.785, escludendo il dato della Lombardia non ancora pervenuto. Ieri l’aumento complessivo era stato di 130 vittime. Sono 553 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per Coronavirus, 19 meno di ieri. Di questi, 197 sono in Lombardia, due meno di ieri. I malati ricoverati con sintomi sono invece 8.613, con un calo di 82 rispetto a ieri, mentre quelli in isolamento domiciliare sono 47.428, con un calo di 1.057 rispetto a ieri. Di contro sono saliti a 140.479 i guariti e i dimessi per il coronavirus in Italia, con un incremento rispetto a ieri di 1.639. Sabato l’aumento era stato di 2.120. “Finche’ non ci sono evidenze di altra natura che il virus si stia ripiegando su se stesso – prosegue Cislaghi – la realta’ e’ che continua a circolare e ad essere attivo soprattutto nei territori gia’ maggiormente colpiti quindi la prudenza non guasta mai, senza fare catastrofismo ne’ essere riduzionisti”. “Per fortuna – spiega ancora Cislaghi – non ci sono segnali negativi ma, appunto, il segnale di un virus che continua a circolare”. Da qui l’importanza del dato sui contagiati che consente la “valutazione del momento”. Mentre i dati su decessi e guariti si riferiscono a un periodo che va indietro anche di 30 giorni, riferisce l’esperto. “C’e’ adesso da capire se il contagio andra’ diminuendo”, dice Cislaghi considerando che i numeri tra la domenica e il martedi’ sono sempre minori rispetto alla parte centrale della settimana per via della trasmissione dei dati nel week end. Per l’analisi “servono medie settimanali”, spiega Cislaghi. “Riprendiamo alcuni aspetti normali della vita – aggiunge – ma con moderazione e cautela. Bisogna fare in modo di non passare dal buio al solleone, anche se sicuramente non c’e’ piu’ buio”. “La ricetta – conclude Cislaghi – e’ far riavviare tutto cio’ che effettivamente serve per difendere l’economia ma moderare tutto cio’ che non e’ essenziale in attesa di vedere che strada prendera’ il virus”.

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

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Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

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