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Corona Virus

Caos coronavirus e cittadini esposti all’epidemia per negligenza delle istituzioni, la denuncia di un avvocato

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Egregio Direttore, 

sì, come avevo anticipato, visto il drammatico ed incontrollato proliferare della pandemia in corso, dopo il mio appello al Capo dello Stato inviato con pec del 20/03/2020, dove chiedevo,  tra l’altro,  la promozione di altre inchieste sul pregresso ed attuale depredamento della Sanità Pubblica e Privata, i cui effetti oggi si abbattono drammaticamente su tutti i malati nonché sugli stessi Medici ed Operatori Sanitari, mandati letteralmente a morire perché privi di minime protezioni, nonché il doveroso conferimento e l’attribuzione, in capo a queste Donne e a questi Uomini che lasciano nello sconforto i propri cari o anche semplici conoscenti, delle massime onorificenze e di tutti i riconoscimenti atti a consacrare il loro massimo sacrificio profuso per l’Italia, in data 24/03/2020 ho inoltrato, presso la Procura della Repubblica di S. Maria Capua Vetere, denuncia querela in qualità di cittadino leso, come tutti gli altri, anche da una negligente e quindi colpevole gestione del mancato contenimento, nel nostro Paese, del “COVID19”, tristemente conosciuto anche come “coronavirus”. 

Ovviamente, essendo l’indagine sottoposta al massimo riservo, non potrò esplicitarne i tratti specifici, ma posso confermare lo spirito che l’ha animata e le finalità sociali che spero di contribuire a realizzare pur consapevole che solo attraverso l’impegno corale un reale cambiamento sarà possibile nella nostra amata Italia.

In circa venti anni di attività di avvocato ho portato avanti battaglie per gli “altri” ma adesso, a quarantatré anni, essendo soprattutto padre di un bambino di dieci, al quale non riesco dare risposte in merito al disastro in cui si trova suo malgrado, credo sia giunto il momento di contribuire in prima persona, assumendomi tutte le mie responsabilità, alla lotta comune per un radicale cambiamento perché non è più tollerabile che nel nostro amato Paese, a fronte di ogni tragedia, a pagare siano sempre i cittadini più indifesi tra cui si annoverano spesso i lavoratori.

Mai più dovrà accadere che Carabinieri, Operatori Sanitari, Volontari, Imprenditori, Amministratori Locali, Dipendenti Pubblici e Privat, Liberi Professionisti ecc., vadano incontro alla morte nell’adempimento dei propri lavorativi doveri senza aver ricevuto preventiva protezione o quantomeno reale informazione da parte dello Stato, anzi, dai massimi Governanti che mai pagano le loro omissioni, i loro ritardi, i loro insufficienti modi di agire che si rimarcano finalizzati, nella maggior parte dei casi, più a garantire la loro sopravvivenza politica che a dare risposte immediate e concrete ad un Paese che viene lasciato galleggiare tra le sventure, l’isolamento europeo ed una perenne crisi economica che distrugge e mortifica gli enormi sforzi da sempre portati avanti dai cittadini Italiani.

Se Medici, Infermieri, Operatori e Dirigenti Sanitari, Magistrati, Cancellieri, Impiegati di tutti i Pubblici Uffici, Amministratori Locali, appartenenti alle Forze dell’Ordine e della Protezione Civile, sono stati chiamati a svolgere il proprio dovere lavorativo o di funzione  senza essere muniti dei minimi ausili atti a scongiurare l’esposizione al contagio del virus “COVID 19” , e per questo si sono ammalati e in moltissimi, troppi casi, sono morti, questo è un crimine di Stato.

Il Governo centrale, senza la doverosa sollecitudine che il grave caso imponeva, non ha adottato fin da subito tutti i sufficienti indirizzi di vertice politico amministrativo e conseguenti atti e provvedimenti.

Ma non solo, ciò che è mancata è finanche la comunicazione e l’informazione circa il rischio estremo in cui andavano incontro gli ignari lavoratori e così, sulle spalle di questi moderni eroi, sono state scaricate ancora una volta tutte le inefficienze di un sistema storicamente inadeguato, come arcinoto nel caso del settore della Sanità Pubblica, reso sempre più fragile da anni di vero e proprio saccheggiamento economico ed organizzativo, causato dalla dirigenza politica ed amministrativa di turno anche in associazione con la malavita organizzata.

Eppure il nostro Governo sapeva della gravità della situazione, poiché ad esempio già agli inizi del mese di Febbraio del corrente anno 2020 tutti i voli da e per la Cina sono stati sospesi. 

Ma a tale disposizione, come negli altri casi più eclatanti, è mancata però la tempestiva adozione degli indirizzi e seguenti provvedimenti volti a scongiurare o rallentare efficacemente la diffusione del contagio del “COVID 19”.

In un momento di estrema urgenza era poi indubbio che i lavoratori succitati, come spesso accaduto nella onorata storia del nostro Paese, avrebbero comunque accettato di poter rendere la propria opera professionale in un contesto così estremo, ma tuttavia, non averli specificatamente avvisati di tali rischi e avendoli privati quindi anche della consapevolezza, oltre alla mancanza di  idonei ausili per scongiurare il contagio (mascherine inadeguate; kit  anti contagio mai giunti ecc.), ha palesato un comportamento gravemente colpevole  e che ha tradito persino i Principi fondamentali della nostra Costituzione di cui mi permetto di ricordare l’art. 1 comma 1: “L’Italia è una Repubblica Democratica, fondata sul Lavoro”  e non di meno l’art. 32, in tema di tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, o l’art’ 35 in tema di tutela del lavoro. Ovviamente alla violazione di tali principi si somma anche la violazione di tutte le norme penali che specificatamente obbligano alla protezione della vita e della salute, nei confronti sia dei cittadini che dei lavoratori, ma che in questo momento non esplicito per le suesposte ragioni di riservatezza d’indagine.

Ad ogni modo, l’attuale gravissima situazione è stata altresì evidenziata anche dalla opposta condotta tenuta dai singoli Presidenti delle Regioni, costretti ad attrezzarsi e a superare da soli la grave negligenza e confusione del nostro Governo centrale e quindi provvedere ad emanare, nei limiti delle loro competenze e funzioni, tutte le  prescrizioni regionali possibili, assolutamente necessarie a rallentare la diffusione del COVID 19, che  in alcuni casi hanno rischiato di essere addirittura vanificate da Decreti Ministeriali assolutamente inefficaci, incoerenti, tardivi ed inopportuni.

Inoltre, che il Governo centrale fosse consapevole della tragedia in corso, è fatto noto ed incontestabile anche alla luce di quanto era già accaduto nei primi paesi colpiti dalla diffusione del “COVID 19” come la Cina (già nota come teatro di una vera ecatombe fin dal Gennaio 2020) e della Corea del Sud, dove il 02/02/2020  è scattato l’allarme “COVID 19” e grazie alla quarantena immediata ed al tracciamento delle celle telefoniche, la diffusione del virus è crollata in sole due settimane, passando da 800 ad 80 contagiati al giorno! 

Inoltre, pur a fonte della diffusione del virus già in atto nel nostro Paese, il vertice di Governo ha intrapreso una iniziale politica di colpevolissima superficialità e negligenza, omettendo irrinunciabili attività e l’adozione di atti e provvedimenti assolutamente necessari per garantire la sicurezza pubblica e la protezione sanitaria di massa, come quando ha ingenerato, in tutta la popolazione, il falso convincimento della banalità della patologia, così imprimendo una ulteriore ed inopinata diffusione del virus  anche attraverso i tollerati assembramenti di centinaia se non migliaia di persone fino all’ultima decade del mese di Febbraio dell’anno 2020, come nel caso del mancato divieto dei festeggiamenti del “Carnevale” (21 – 23 Febbraio). 

Pertanto, anche a fronte della sconsiderata indifferenza agli appelli dei Governatori Regionali e di tutti gli Istituti ed Operatori della Sanità e del mondo della Ricerca Scientifica, con macabra ma prevedibilissima puntualità, proprio da tale periodo in poi si è appunto registrata la diffusione incontrollata del “COVID 19”.

Ad oggi, la tragedia italiana poteva dunque essere evitata o quantomeno  mitigata, con risparmio forse non di tutte, ma sicuramente di migliaia di vite umane.

Di qui l’ulteriore tradimento anche di altri Principi Costituzionali basilari, come la violazione dell’art. 2 “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale” quanto dell’art. 3, posto  a tutela della parità e della libertà della persona.

Qualora l’Organo Governativo avesse dunque assunto una doverosa ed irrinunciabile condotta gestionale politica ed amministrativa, minimamente rispettosa dei dati obiettivi ed incontrovertibili che già dal mese di Gennaio del corrente anno 2020 evidenziavano inequivocabilmente l’imminente disastro sociale e sanitario, i danni evidenziati sarebbero stati in tutto in parte già assorbiti e comunque attenuati (come accaduto in Cine ed in Corea del Sud), quando purtroppo ad oggi comprendiamo definitivamente che l’epidemia in atto già ha travolto e continuerà a travolgere le nostre vite ancora per lunghissimi mesi se non forse per anni, spezzandole fisicamente o annientandole nel loro evolversi, con ingiusto ed immane patimento del sottoscritto come di tutti gli altri concittadini Italiani.

Ancora una volta chi ci doveva tutelare non lo ha fatto al meglio, ma le cose devono cambiare. 

Ecco perché ho proposto la mia denuncia, con l’augurio che d’ora in poi cominceremo a lottare con maggiore forza e consapevolezza, affinché la Politica diventi anche servizio per gli Italiani e non solo viceversa, affinché riusciremo ad ottenere definitivamente il rispetto che l’Europa ed il Mondo intero ci devono incondizionatamente.

* L’autore dell’articolo è l’avvocato Giovanni Mastroianni

 

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

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Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

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