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Cronache

Calleri: la video registrazione della deposizione di Borrometi è un fatto inquietante

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“Quanto accaduto ieri al Tribunale di Ragusa, ossia la videoregistrazione non autorizzata della deposizione del giornalista Borrometi, è un fatto inquietante. Un giornalista come Paolo Borrometi che combatte la mafia, minacciato più volte e che rischia la vita, da anni sottoposto alla scorta, non può subire questi comportamenti di cui va verificata attentamente la motivazione. La Fondazione Antonino Caponnetto si pone quindi al suo fianco e gli esprime la propria totale solidarietà”. Questa la dura presa di posizione di Salvatore Calleri, presidente Fondazione Antonino Caponnetto.

Salvatore Calleri

Ma che cosa è successo in Tribunale. È accaduto che uUna donna identificata nell’aula del tribunale di Ragusa ha effettuato delle registrazioni audio e video di parte della deposizione di Paolo Borrometi, vicedirettore dell’Agi e direttore del sito d’inchiesta giornalistica ‘laspia.it’. Il pubblico ministero allertato dalla scorta di cui il giornalista è dotato per il suo impegno anti mafia lo ha prontamente segnalato al giudice che ha disposto, con l’intervento dei carabinieri, l’identificazione della donna che dopo aver ammesso di avere effettuato le registrazioni, si è qualificata come giornalista e si è subito detta disponibile a cancellare tutto. Sono seguiti momenti concitati in cui il pm ha anche chiesto all’avvocato dell’imputato se pure lui avesse effettuato registrazioni sollevando le proteste del legale stesso. La vicenda è stata segnalata subito alla Procura e il giudice ha annunciato in udienza di volere inoltrare anche all’Ordine dei giornalisti i provvedimenti conseguenti. La cronaca del processo riguarda una querela per diffamazione che Borrometi ha sporto nei confronti di Corrado Romano che a commento di un suo articolo dal titolo “Pachino come Napoli, escono dal carcere i ‘fratelli-delinquenti’ Aprile: scatta la festa con selfie e fuochi di artificio”, ha scritto “Sei solo un parassita di m…per dire certe parole sciacquati la bocca con l’aceto”.

Dopo le prime domande del Pm, Borrometi è stato incalzato dal legale di Romano, Giuseppe Gurrieri (che non era presente in aula) che, più volte interrotto dal giudice e dal pm, ha dichiarato l’intenzione di volere sottolineare con le sue domande, la provocazione dell’articolo anche in una eventuale richiesta di applicazione di attenuante. Toni accesi che sono culminati con l’episodio della donna – giunta in aula assieme all’avvocato – alla quale, in corso di udienza, il legale aveva chiesto di rispondere ad una chiamata telefonica visto che lui era impegnato con l’esame del teste Borrometi. Il giudice, dopo la segnalazione del pm, ha chiesto all’avvocato se la donna che aveva effettuato le registrazioni, fosse una collaboratrice del legale. L’avvocato ha negato che fosse una sua collaboratrice. La donna, come detto, ammettendo di avere effettuato le registrazioni si è qualificata come giornalista ed è stata identificata dalle forze dell’ordine. Il giudice ha imposto che venissero immediatamente effettuate le cancellazioni disponendo l’invio di quanto accaduto alla Procura di Ragusa, invitando Borrometi a non uscire dall’aula per la sua sicurezza. L’udienza è stata rinviata al 24 novembre per discussione.

 

 

Su quanto accaduto in tribunale a Ragusa, i vertici di Fnsi parlano di “sfrontatezza di registrare con il telefonino il video della testimonianza di Paolo Borrometi, nel processo per diffamazione nei confronti di Corrado Romano” e definiscono la cosa “preoccupante”. In una nota, il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti, e il segretario dell’Usigrai, Vittorio Di Trapani si dicono “certi che l’Ordine dei giornalisti della Sicilia valuterà con celerità e rigore il comportamento della giornalista pubblicista. Ma ciò che più ci allarma è l’ennesimo atto che richiama alla assoluta necessità di assicurare la massima attenzione su Paolo Borrometi per garantire la sua sicurezza. Ringraziamo pubblico ministero e giudice che hanno gestito questo episodio con la dovuta intransigenza, invitando Borrometi a non lasciare l’aula per motivi di sicurezza”.

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Cronache

Terremoto in Irpinia: 44 anni dopo, il ricordo di una tragedia che unì l’Italia

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Il 23 novembre 1980 è una data incisa nella memoria dell’Italia. Alle ore 19:35, una scossa di terremoto di magnitudo 6,8, seguita da un’altra di magnitudo 5, devastò le province di Avellino, Salerno e Potenza, colpendo anche altre zone della Campania e della Basilicata. Una tragedia che causò migliaia di vittime e distrusse interi paesi, lasciando ferite profonde nel cuore delle comunità.

A 44 anni di distanza, i Vigili del Fuoco di Avellino, insieme alle istituzioni e ai cittadini, vogliono rendere omaggio alle vittime e ai feriti di quella catastrofe, ricordando anche il sacrificio di chi, con coraggio e abnegazione, si mobilitò per portare soccorso.

Il ricordo dei soccorritori
I Vigili del Fuoco furono tra i protagonisti della risposta all’emergenza. Nonostante le difficoltà rappresentate da un territorio montagnoso, dalle condizioni meteorologiche avverse e dalle vie di comunicazione interrotte, operarono senza sosta per mesi. Ragazzi che, con il loro spirito di adattamento, riuscirono a superare ogni ostacolo, guadagnandosi il rispetto e l’ammirazione della popolazione colpita.

«Vogliamo ricordare l’immane lavoro dei nostri colleghi Vigili del Fuoco, che affrontarono sacrifici personali senza precedenti per fronteggiare una situazione straordinaria», sottolineano oggi i rappresentanti del corpo.

Un messaggio dal Ministro Piantedosi
Il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha partecipato alle commemorazioni a Sant’Angelo dei Lombardi, uno dei comuni più colpiti dal sisma, ricordando con commozione il sacrificio delle vittime e il moto di solidarietà che ne seguì.

«Quella tragedia rappresentò uno spartiacque per il nostro Paese, evidenziando la necessità di un Sistema nazionale di protezione civile. Oggi, la Protezione Civile italiana è un modello d’eccellenza riconosciuto a livello internazionale», ha dichiarato Piantedosi.

L’impatto storico e umano
La scossa devastò un’area di 17.000 chilometri quadrati, rendendo i soccorsi estremamente complessi. Cinque giorni dopo il sisma, tutti i corpi erano stati estratti dalle macerie, ma il lavoro di ricostruzione e assistenza durò per mesi. Allora, il presidente Sandro Pertini denunciò i gravi ritardi nei soccorsi, sollevando l’urgenza di migliorare le risposte alle emergenze.

Quella tragedia fu il punto di partenza per la nascita, nel 1982, del Dipartimento della Protezione Civile, che oggi coordina le emergenze sul territorio nazionale con rapidità ed efficacia.

Un tributo all’Italia solidale
L’anniversario del terremoto in Irpinia è un’occasione per ricordare non solo il dolore, ma anche la straordinaria solidarietà che unì il Paese. Da ogni angolo d’Italia arrivarono soccorritori e aiuti per sostenere le popolazioni colpite.

I Vigili del Fuoco di Avellino celebrano oggi il coraggio e la dedizione di chi si sacrificò per portare speranza e sollievo in un momento di disperazione, riaffermando il valore della memoria collettiva e dell’impegno civile.

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Cronache

Terremoto sul Vesuvio: lieve scossa avvertita nella zona di Ottaviano

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Questa mattina, alle ore 8:35, è stata registrata una lieve scossa di terremoto di magnitudo 2,2 della scala Richter sul Vesuvio, precisamente sul versante di Ottaviano. La scossa, localizzata a una profondità di appena 20 metri, è stata percepita dalla popolazione locale, sebbene senza provocare danni.

Un evento di natura superficiale

La particolarità di questo evento sismico è la sua natura superficiale: essendo avvenuto a una profondità molto ridotta, il movimento del suolo è stato avvertito con maggiore intensità nelle aree circostanti l’epicentro, pur trattandosi di una magnitudo contenuta.

La rete di monitoraggio sul Vesuvio

Il Vesuvio, uno dei vulcani attivi più monitorati al mondo, è costantemente sotto osservazione dagli esperti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Gli eventi sismici di bassa intensità e profondità, come quello di questa mattina, rientrano nelle normali attività vulcaniche e tettoniche dell’area.

Cosa significa per la popolazione

Gli esperti sottolineano che una scossa di questa entità non rappresenta un motivo di preoccupazione. Tali fenomeni sono parte della normale attività geodinamica dell’area vesuviana e non indicano necessariamente cambiamenti significativi nel comportamento del vulcano.

Consigli per la cittadinanza

È sempre utile che la popolazione residente in aree vulcaniche adotti semplici pratiche di prevenzione e segua le comunicazioni ufficiali delle autorità locali e degli enti scientifici.

L’evento odierno, pur avvertito dalla cittadinanza, rientra nella casistica di scosse leggere che non destano particolari allarmi, ma che ricordano l’importanza di vivere consapevolmente in una zona caratterizzata da fenomeni naturali unici.

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Cronache

Avellino, una donna e i suoi figli tratti in salvo da Polizia e Vigili del fuoco

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Ad Avellino l’intervento congiunto dei Vigili del Fuoco e della Polizia di Stato hanno portato al salvataggio di una donna e dei suoi figli da una situazione critica.

Il delicato intervento si è svolto ad Avellino, in via Circumvallazione, dove i Vigili del Fuoco sono intervenuti su richiesta della Polizia di Stato per affrontare una grave situazione di emergenza familiare. Un uomo, armato di coltello, minacciava la sua compagna, una donna di origini senegalesi, e i loro tre figli: due bambine e un maschietto.

La donna, temendo per la propria vita e quella dei suoi figli, si era rifugiata in una stanza chiusa a chiave. In cerca di aiuto, aveva portato i bambini sul balcone, attirando così l’attenzione delle forze dell’ordine e dei soccorritori. La tempestività dei Vigili del Fuoco, intervenuti con un’autoscala, ha permesso di mettere subito in salvo le due bambine, che sono state portate in un luogo sicuro.

Mentre l’operazione di soccorso continuava per raggiungere la madre e il figlio, l’uomo è riuscito a sfondare la porta della stanza, aumentando ulteriormente il rischio per i presenti. È stato in quel momento che gli agenti della Polizia di Stato, già sul posto, sono intervenuti con prontezza, riuscendo a bloccare e neutralizzare l’aggressore prima che potesse ferire qualcuno.

Completata la messa in sicurezza dell’uomo, i Vigili del Fuoco hanno riportato le bambine al fianco della madre, concludendo con successo l’intervento. Nessuno tra i coinvolti ha riportato ferite, e la donna e i suoi figli sono stati affidati alle cure dei servizi sociali per il supporto necessario.

 

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