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Bufera sul Csm per le nomine ai vertici delle procure, il caso Palamara apre la questione morale tra le toghe

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Non solo le dimissioni di Luigi Spina, il consigliere del Csm indagato a Perugia per rivelazione di segreto d’ ufficio e favoreggiamento. Sul tavolo del plenum del Csm di oggi dovrebbe arrivare anche la richiesta di un passo indietro per Antonio Lepre e Corrado Cartoni, i due consiglieri di Magistratura Indipendente, non indagati ma che avrebbero partecipato con Luca Palamara – sotto inchiesta per corruzione – a incontri con Cosimo Ferri e Luca Lotti in cui si discuteva della nomina del procuratore di Roma. Non le dimissioni invocate dall’Anm di Milano ma un’autosospensione almeno per un certo periodo. Lepre è il relatore della proposta di maggioranza di nominare Marcello Viola procuratore di Roma, il candidato sostenuto da Palamara, e con Cartoni nei giorni scorsi ha difeso la correttezza del proprio operato, negando qualunque condizionamento. Nessun esito è scontato però’ nella riunione di oggi, dove si affronterà la questione delle nomine ai vertici degli uffici giudiziari, con la richiesta di un deciso cambio di passo nelle procedure, come quella arrivata dal presidente dell’Anm Pasquale Grasso. Intanto sono arrivate al Csm le carte dell’inchiesta di Perugia, che però sono state secretate e visionate solo dal Comitato di Presidenza, che non le ha distribuite né ai consiglieri ne alle Commissioni. E Corrado Cartoni e Antonio Lepre hanno anticipato la richiesta del Cdm e “pur consapevoli e certi della correttezza del nostro operato, per senso istituzionale e per evitare attacchi strumentali al CSM comunichiamo la autososospensione dalle funzioni consiliari in attesa che sia fatta chiarezza sulla vicenda” scrivono in una nota congiunta i consiglieri del Csm.

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Femminicidio a Cagliari, il marito ha confessato

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Ha confessato: dopo oltre sei mesi in cui si è sempre dichiarato innocente ha ammesso le proprie responsabilità Igor Sollai, il 43enne attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere per aver ucciso e nascosto il corpo della moglie, Francesca Deidda, di 42 anni, sparita da San Sperate, un paese a una ventina di chilometri da Cagliari, il 10 maggio scorso e i cui resti sono stati trovati il 18 luglio in un borsone nelle campagne tra Sinnai e San Vito, vicino alla vecchia statale 125.

Sollai, difeso dagli avvocati Carlo Demurtas e Laura Pirarba, è stato sentito in carcere a Uta dal pm Marco Cocco. Un interrogatorio durato quattro ore durante il quale il 43enne ha confessato il delitto descrivendo come ha ucciso la moglie e come poi si è liberato del cadavere. Non avrebbe invece parlato del movente. Nessun commento da parte dei legali della difesa. Non è escluso che l’interrogatorio riprenda la prossima settimana.

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‘Ndrangheta: patto politico-mafioso, assolti i boss

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featured, Stupro di gruppo, 6 anni ,calciatore, Portanova

Mafia e politica, assolti i boss. La Corte di Appello di Catanzaro ha ribaltato totalmente la sentenza di primo grado riformando la sentenza di primo grado del processo “Sistema Rende”. I giudici di secondo grado hanno assolto i boss e gli appartenenti alle cosche di Cosenza e Rende finiti nell’inchiesta su mafia e politica che coinvolse amministratori ed esponenti dei principali clan cosentini. Assoluzione perche’ il fatto non sussiste per Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo (che in primo grado erano stati condannati rispettivamente a quattro anni e 8 mesi di reclusione), l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e per Marco Paolo Lento (condannati in primo grado entrambi a 2 anni di carcere). Confermate poi le assoluzioni di Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo, condannato in passato per aver favorito la latitanza del boss defunto Ettore Lanzino. Secondo l’inchiesta “Sistema Rende”, alcuni politici e amministratori rendesi (tra i quali gli ex sindaci Sandro Principe e Umberto Bernaudo) avrebbero stipulato un patto politico-mafioso grazie al quale avrebbero ottenuto sostegno elettorale in cambio di favori come le assunzioni in alcune cooperative del Comune. Ora la parola spetta alla Cassazione.

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Attacco hacker ad archivi InpsServizi, alcuni server bloccati

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“InpsServizi S.P.A. (Società in House di INPS) ha recentemente subito un attacco informatico di tipo ransomware che ha portato al blocco di alcuni server, rendendo temporaneamente indisponibili alcuni applicativi gestionali e i dati forniti a propri clienti”. E’ quanto si legge in una nota dell’Inps nella quale si precisa che “l’accaduto è stato denunciato prontamente a tutte le autorità competenti”. “Attualmente, sono in corso indagini approfondite. È importante rassicurare i cittadini che il Contact Center, principale servizio di assistenza, non è stato colpito dall’attacco e rimane operativo”. “Le azioni in corso sono concentrate sul ripristino delle infrastrutture compromesse in modo tempestivo e sicuro”.

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