Collegati con noi

Esteri

Brexit ancora senza accordo, i negoziati proseguono

Pubblicato

del

I tecnici passano la palla ai politici e i politici ripassano la palla ai tecnici: i negoziati tra Ue e Londra sul futuro delle loro relazioni commerciali sono di fatto in stallo, ma Boris Johnson e Ursula von der Leyen hanno deciso che i negoziatori devono rimettersi al lavoro gia’ domani, provando a fare progressi in vista del vertice europeo di giovedi’ e venerdi’, ultima chance per avere un’indicazione che scongiuri il ‘no deal’ di fine anno. Anche se i leader non negoziano direttamente lasciando tutto nelle mani della Commissione, da qualche giorno, da piu’ di una capitale, si levano timori per un accordo troppo favorevole al Regno Unito e che quindi possa danneggiare l’immagine dell’Ue. Parigi, ad esempio, ha gia’ detto esplicitamente che non votera’ un’intesa a tutti costi, ma che ne valutera’ i contenuti. Una minaccia che, se ripetuta durante il vertice europeo, potrebbe modificare i rapporti di forza in favore degli europei, spingendo Johnson ad affrontare da solo l’incertezza di una ‘hard Brexit’, cioe’ un’uscita dal mercato unico senza accordo quando, il 31 dicembre, scadra’ il periodo di transizione. Il tempo stringe e una soluzione ancora non si vede all’orizzonte. Tanto che fonti del governo britannico fanno trapelare che le possibilita’ di raggiungere un accordo fra Londra e i 27 non sono piu’ alte del 50%. Una soglia piuttosto bassa, considerati i molti mesi di negoziati alle spalle. “Manteniamo la calma, come sempre, e se c’e’ ancora una strada lo vedremo”, ha detto il capo negoziatore Ue Michel Barnier lasciando Londra questa mattina dopo la settimana di negoziati inconcludenti. Dopo la telefonata con il premier britannico, la presidente von der Leyen stasera ha spiegato che restano “differenze significative su tre questioni critiche”. La prima e’ la parita’ di condizioni, o level playing field, ossia l’allineamento che Bruxelles vorrebbe da Londra sugli aiuti di Stato e su norme come quelle relative alle tutele ambientali o ai diritti dei lavoratori a garanzia d’una futura concorrenza leale. La seconda questione e’ la pesca, con la definizione dello sfruttamento delle acque tra Gran Bretagna, Francia e Danimarca. La terza e’ la governance, cioe’ a quale a organismo giuridico demandare le dispute future. “Entrambe le parti hanno sottolineato che nessun accordo e’ fattibile se questi problemi non vengono risolti”, ha detto von der Leyen, confermando di fatto che la questione e’ di principio e non di sostanza. Gli ostacoli rimasti riguardano solo una piccola parte di un testo che per il resto e’ gia’ chiuso. Ma Johnson non puo’ cedere su nessun dettaglio che abbia a che fare con l’affermazione della sovranita’ di Londra, perche’ rischierebbe di far passare in patria il messaggio di una Brexit tradita. Da parte sua anche l’Unione europea, al di la’ degli interessi dei pescatori francesi e danesi, non ha intenzione di fare ulteriori concessioni e rendere la vita troppo semplice ad un Paese che ha deciso di uscire e a cui guardera’ chi volesse intraprendere la stessa strada. Il negoziato quindi prosegue, anche se potrebbe essere solo un modo per prolungare la guerra di nervi fino a giovedi’. “Pur riconoscendo la gravita’ di queste differenze, abbiamo convenuto che i nostri team negoziali dovranno intraprendere un ulteriore sforzo per valutare se possono essere risolte”, ha annunciato la presidente.

Advertisement

Esteri

Attacco di Hezbollah in Libano, feriti quattro militari italiani della missione UNIFIL

Pubblicato

del

Quattro militari italiani impegnati nella missione di pace UNIFIL in Libano sono rimasti feriti a seguito di un attacco alla base situata nel sud del Paese. Fonti governative assicurano che i soldati, che si trovavano all’interno di uno dei bunker della base italiana a Shama, non sono in pericolo di vita. Le autorità italiane e internazionali hanno espresso forte indignazione per l’accaduto, mentre proseguono le indagini per ricostruire la dinamica dell’attacco.

UNIFIL UNITED NATIONS INTERIM FORCE IN LIBANO. SOLDATI DELLE NAZIONI UNITE  (FOTO IMAGOECONOMICA)

La dinamica dell’attacco

Secondo le prime ricostruzioni, due razzi sarebbero stati lanciati dal gruppo Hezbollah durante un’escalation di tensioni con Israele. Al momento dell’attacco, la base italiana aveva attivato il livello di allerta 3, che impone ai militari l’utilizzo di elmetti e giubbotti antiproiettile. La decisione si era resa necessaria a causa della pericolosità crescente nell’area, teatro di scontri tra Israele e Hezbollah.

Un team di UNIFIL è stato inviato a Shama per verificare i dettagli dell’accaduto, mentre il governo italiano monitora attentamente la situazione.

UNIFIL UNITED NATIONS INTERIM FORCE IN LEBANON. FOTO IMAGOECONOMICA ANCHE IN EVIDENZA

Le dichiarazioni del ministro Crosetto

Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha commentato con durezza l’attacco, definendolo “intollerabile”:

“Cercherò di parlare con il nuovo ministro della Difesa israeliano per chiedergli di evitare l’utilizzo delle basi UNIFIL come scudo. Ancor più intollerabile è la presenza di terroristi nel Sud del Libano che mettono a repentaglio la sicurezza dei caschi blu e della popolazione civile”.

Crosetto ha inoltre sottolineato la necessità di proteggere i militari italiani, impegnati in una missione delicata per garantire la stabilità nella regione.


La solidarietà del Presidente Meloni

Anche la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso solidarietà ai militari feriti e alle loro famiglie, dichiarando:

“Apprendo con profonda indignazione e preoccupazione la notizia dei nuovi attacchi subiti dal quartier generale italiano di UNIFIL. Desidero esprimere la solidarietà e la vicinanza mia e del Governo ai feriti, alle loro famiglie e sincera gratitudine per l’attività svolta quotidianamente da tutto il contingente italiano in Libano. Ribadisco che tali attacchi sono inaccettabili e rinnovo il mio appello affinché le parti sul terreno garantiscano, in ogni momento, la sicurezza dei soldati di UNIFIL”.


Unifil: una missione per la pace

La missione UNIFIL, operativa dal 1978, ha il compito di monitorare il cessate il fuoco tra Israele e il Libano, supportare le forze armate libanesi e garantire la sicurezza nella regione. L’attacco alla base italiana evidenzia la crescente instabilità nell’area e i rischi a cui sono esposti i caschi blu impegnati nella missione di pace.

Continua a leggere

Esteri

La trumpiana Greene lavorerà con Musk e Ramaswamy a taglio costi

Pubblicato

del

La trumpiana di ferro Marjorie Taylor Greene collaborerà con Elon Musk e Vivek Ramaswamy come presidente di una commissione della Camera incaricata di lavorare con il Dipartimento dell’efficienza. “Sono contenta di presiedere questa nuova commissione che lavorerà mano nella mano con il presidente Trump, Musk, Ramaswamy e l’intera squadra del Doge”, acronimo del Department of Government Efficiency, ha detto Greene, spiegando che la commissione si occuperà dei licenziamenti dei “burocrati” del governo e sarà trasparente con le sue audizioni. “Nessun tema sarà fuori dalla discussione”, ha messo in evidenza Greene.

Continua a leggere

Esteri

Pam Bondi, fedelissima di Trump a ministero Giustizia

Pubblicato

del

Donald Trump nomina la fedelissima Pam Bondi a ministra della Giustizia. L’ex procuratrice della Florida ha collaborato con il presidente eletto durante il suo primo impeachment. “Come prima procuratrice della Florida si è battuta per fermare il traffico di droga e ridurre il numero delle vittime causate dalle overdosi di fentanyl. Ha fatto un lavoro incredibile”, afferma Trump sul suo social Truth annunciando la nomina, avvenuta dopo il ritito di Matt Gaetz travolto da scandali a sfondo sessuale. “Per troppo tempo il Dipartimento di Giustizia è stato usato contro di me e altri repubblicani. Ma non più. Pam lo riporterà al suo principio di combattere il crimine e rendere l’America sicura.

E’ intelligente e tosta, è una combattente per l’America First e farà un lavoro fantastico”, ha aggiunto il presidente-eletto. Bondi è stata procuratrice della Florida fra il 2011 e il 2019, quando era governatore Rick Scott. Al momento presiede il Center for Litigation all’America First Policy Institute, un think tank di destra che sta lavorando con il transition team di Trump sull’agenda amministrativa. Come procuratrice della Florida si è attirata l’attenzione nazionale per i suoi tentativi di capovolgere l’Obamacare, ma anche per la decisione di condurre un programma su Fox mentre era ancora in carica e quella di chiedere al governatore Scott di posticipare un’esecuzione per un conflitto con un evento di raccolta fondi.

La nomina di Bondi arriva a sei ore di distanza dal ritiro di Gaetz dalla corsa a ministro della Giustizia dopo le nuove rivelazioni sullo scandalo sessuale che lo ha travolto. Prima dell’annuncio, l’ex deputato della Florida era stato contattato da Trump che gli aveva riferito che la sua candidatura non aveva i voti necessari per essere confermata in Seanto. Almeno quattro senatori repubblicani, infatti, si era espressi contro e si erano mostrati irremovibili a cambiare posizione. Il nome di Bondi, riporta Cnn, era già nell’iniziale lista dei papabili ministro alla giustizia stilata prima di scegliere Gaetz. Quando l’ex deputato ha annunciato il suo passo indietro, il nome di Bondi è iniziato a circolare con insistenza fino all’annuncio.

Continua a leggere

In rilievo

error: Contenuto Protetto