Un giovane di 26 anni della Valle Trompia, in provincia di Brescia, ha denunciato la sua ex fidanzata e la madre di lei per stalking. Il tormento è durato quasi un anno, con episodi ricorrenti di pedinamento che hanno profondamente alterato la sua vita quotidiana. La relazione, durata quattro mesi (da marzo ad agosto 2023), è terminata a causa della gelosia ossessiva della donna. Tuttavia, il comportamento persecutorio è continuato anche dopo la fine del rapporto.
Il giovane ha descritto dettagliatamente una serie di episodi di stalking, iniziati il 2 dicembre scorso, quando si trovava in auto con un amico. I pedinamenti sono proseguiti in numerose occasioni, come il 3 dicembre al semaforo e lungo la strada verso casa di un’amica, il 7 gennaio sotto l’appartamento della sorella e il 22 gennaio in un centro commerciale. Altri episodi si sono verificati il 4 maggio fuori da un ristorante, tre settimane dopo nello stesso luogo, il 13 luglio nel parcheggio della palestra, e infine il 20 luglio nel punto di ritrovo per una gita fuori provincia.
La sera del 23 luglio, l’episodio che ha spinto il giovane a formalizzare la denuncia è avvenuto quando si è trovato di fronte la ex fidanzata e la madre presso il Comando della polizia locale intercomunale. Dopo essere stato seguito e pedinato fino a casa, il giorno successivo ha deciso di sporgere querela, affermando di sentirsi “sottomesso e limitato nella libertà personale”.
Il giudice per le indagini preliminari ha disposto un divieto di avvicinamento di almeno 500 metri per entrambe le donne, imponendo l’uso del braccialetto elettronico per monitorare il rispetto della distanza. In caso di violazione, rischiano gli arresti domiciliari.
Il giovane ha descritto come questa situazione abbia causato un notevole stress psicologico, tanto da costringerlo a trasferirsi temporaneamente da un amico. “Sono veramente esausto di questa situazione, non sono più libero di spostarmi senza il pensiero di essere seguito e osservato”, ha dichiarato. La paura di essere costantemente pedinato e il sospetto che la ex fidanzata e la madre lo controllassero con un dispositivo satellitare hanno contribuito a un crescente senso di ansia e insicurezza.
Il giudice ha ritenuto credibile il racconto della vittima, riscontrando la persistenza di un comportamento ossessivo da parte della ex fidanzata, che sembra non aver accettato la fine della relazione. Questo caso sottolinea la gravità dello stalking e l’importanza di agire tempestivamente per proteggere le vittime. La denuncia del giovane rappresenta un passo fondamentale per recuperare la sua tranquillità e libertà personale, interrompendo un ciclo di comportamenti persecutori che ha minato profondamente la sua vita quotidiana.