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Cronache

Botte e minacce all’ex moglie, Omar Favaro verso il processo

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A quasi ventiquattro anni di distanza dal duplice omicidio di Novi Ligure, Omar Favaro va verso un nuovo processo. Questa volta l’accusa è di violenza sessuale e maltrattamenti in famiglia nei confronti dell’ex moglie. E’ la procura di Ivrea ad aver formulato la richiesta di rinvio a giudizio per il 41enne che nel febbraio 2001, con la fidanzata Erika, uccise la madre e il fratellino di lei con 97 coltellate. Allora aveva 16 anni. L’attuale vicenda si è inserita nell’ambito di una causa di separazione tra Favaro e l’ex moglie. Una vicenda di carattere personale che, ovviamente, come i legali hanno più volte ribadito, non ha nulla a che vedere con i fatti di Novi Ligure. Le indagini, coordinate dal pubblico ministero Ludovico Bosso, si sono chiuse lo scorso mese di marzo. Favaro comparirà in aula il prossimo 21 gennaio davanti al gup Marianna Tiseo del tribunale di Ivrea che dovrà decidere sulla richiesta di rinvio a giudizio. Sono una ventina gli episodi contestati dagli inquirenti: vanno dalle minacce di morte, di sfregiare la faccia della ex con l’acido o di ridurla su una sedia a rotelle, fino a percosse e violenze fisiche e psicologiche.

Al vaglio degli inquirenti anche due episodi di violenza sessuale. Fatti risalenti al periodo tra il 2019 e il 2021. E’ stata l’ex moglie a denunciare le violenze. I due si erano conosciuti attraverso i social network nel 2015; al matrimonio è seguita la nascita di una bambina. Un’unione che si è via via sgretolata e che durante il periodo di lockdown a causa del Covid sarebbe degenerata. A Omar viene contestato di aver creato un clima di paura tra le mura domestiche. Lui, dal canto suo, ha sempre respinto le accuse e la scorsa estate il tribunale del riesame di Torino ha rigettato la richiesta di misure restrittive nei suoi confronti. Nel corso delle indagini, infatti, la procura di Ivrea ha chiesto il divieto di avvicinamento alla vittima. I giudici del riesame, però, hanno ritenuto che la donna non corresse più pericoli, dal momento che già da tempo non viveva più con il 41enne. Omar Favaro, infatti, vive ora in un Comune della prima cintura di Torino e lavora in un’azienda della città. Anche quando è stato interrogato dal pubblico ministero Ludovico Bosso ha respinto ogni addebito, sottolineando di non aver nemmeno mai detto le frasi per le quali è accusato.

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Cronache

Bambino investito e ucciso alla periferia di Perugia

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Un bambino di pochi anni è morto dopo essere stato investito in strada alla periferia di Perugia. L’incidente è avvenuto nella zona di San Sisto. Sono in corso accertamenti della polizia locale per ricostruire quanto successo.

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Eredità Agnelli: disposti sequestri per 74 milioni

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E’ stato disposto dalla procura di Torino un sequestro di beni preventivo per 74 milioni di euro nell’ambito dell’inchiesta che ruota intorno all’eredità di Gianni Agnelli. Il provvedimento riguarda i fratelli John, Lapo e Ginevra Elkann, il commercialista Gianluca Ferrero e il notaio svizzero Urs Robert Von Gruenigen.

Il sequestro è stato disposto da un gip del tribunale di Torino su richiesta della procura ed è finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di beni mobili e immobili fino a 74,8 milioni. A eseguire il provvedimento è stata incaricato il nucleo di polizia economico-finanziaria di Torino della guardia di finanza. Il fascicolo è aperto per dichiarazione fraudolenta e truffa ai danni dello Stato.

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Cronache

Camorra: il pentimento shock di Luisa De Stefano, la boss del rione Pazzigno

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È un vero colpo di scena quello che emerge dalle aule di giustizia napoletane: Luisa De Stefano, leader indiscussa del gruppo camorristico delle “pazzignane”, ha deciso di collaborare con la giustizia dopo otto anni di detenzione. La notizia, riportata oggi dal Corriere del Mezzogiorno, getta nuova luce sulle dinamiche criminali di San Giovanni a Teduccio, rione di Napoli Est, dove il gotha della camorra era solito emettere le sue sentenze di morte.

Il nome di Luisa De Stefano è stato associato a crimini. Siamo in un quartiere dove sono stati commessi due omicidi di spicco  nel 2016: quello di Francesco Esposito, affiliato al gruppo Piezzo, e di Raffaele Cepparulo, scissionista del rione Sanità. Quest’ultimo agguato, avvenuto in un circolo ricreativo di via Cleopatra, costò la vita anche all’innocente Ciro Colonna, appena 19enne. De Stefano, durante una serie di udienze, ha ammesso le proprie responsabilità e ha iniziato a fornire dettagli preziosi sul ruolo del suo gruppo e dei clan rivali.

Secondo le prime dichiarazioni della neo pentita, le riunioni per decidere le sorti delle vittime avvenivano su una scala condominiale, fuori dall’abitazione di Ciro Rinaldi, storico capo dell’omonimo clan. Luisa De Stefano, tuttavia, poteva permettersi il lusso di dare del tu ai capi della malavita e di partecipare attivamente alle decisioni di vita e di morte.

Il suo pentimento, consumato in due udienze consecutive, potrebbe rappresentare un duro colpo per il cartello criminale di Napoli Est e segnare un’importante svolta nelle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia.

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