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Corona Virus

Boom di contagi in Italia, 200 solo in Veneto: il Cts preoccupato per la curva del virus

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I nuovi casi di coronavirus sono piu’ che raddoppiati in tre giorni in Italia – 386 nelle ultime 24 ore -, risalgono ricoverati e pazienti in terapia intensiva e il Comitato tecnico scientifico (Cts) fa trapelare “preoccupazione per l’evoluzione della curva”. “La battaglia non e’ vinta, nemmeno in Europa”, dice il ministro della Salute Roberto Speranza, che pensa ai dati internazionali della pandemia, ai segnali negativi da Francia, Spagna e Germania, e torna a insistere sulla “forza della prudenza”. Il presidente del Veneto Luca Zaia intanto chiede “pieni poteri alle Regioni” per la gestione dell’emergenza Covid-19. Ma e’ proprio dal Veneto che arrivano le brutte notizie di giornata: 200 casi in piu’ da ieri pomeriggio, 131 i positivi solo in un centro di accoglienza per migranti nel Trevigiano (su 330 ospiti). E’ il focolaio piu’ grande scoperto in un colpo solo dopo la fine del lockdown. I casi sono tutti asintomatici e spingono il totale nazionale, al quale la Lombardia contribuisce con 88 casi, la Sicilia con 39 (di cui 28 migranti nell’Agrigentino), l’Emilia Romagna con 35. Le regioni senza nuovi contagiati sono appena 5: Umbria, Sardegna, Valle d’Aosta, Molise e Basilicata. Una situazione da monitorare, pur tenendo conto di quasi 62 mila tamponi fatti, ben oltre la media del periodo. Per converso le vittime dal giorno precedente sono solo 3 (di cui 2 in Emilia Romagna e uno nel Lazio), il livello piu’ basso dagli inizi dell’epidemia, gia’ toccato il 19 luglio. Aumentano di ben 765 unita’ i guariti, ormai vicini a quota 200 mila. Intanto pero’ risale il numero dei pazienti in rianimazione, che passano da 38 a 47 (+9). In aumento anche i ricoverati con sintomi (+31), che sono ora 748. Le persone in isolamento domiciliare sono 11.435 (-412), gli attualmente positivi 12.230 (-386). Da analizzare il dato della Campania, che vede quasi raddoppiare i ricoveri (da 26 a 49) e un aumento di 5 unita’ nelle terapie intensive, che ospitano ora 6 persone. Un aumento seppure lieve (2,3%) dei ricoverati con sintomi – la prima volta da inizio aprile, dopo quasi quattro mesi di costante calo – viene rilevato dalla Fondazione Gimbe nel suo monitoraggio indipendente sulla settimana 22-28 luglio. Nei sette giorni considerati ci sono stati invece il 23% in piu’ di nuovi casi rispetto alla settimana precedente, a fronte di un leggero aumento del numero di tamponi diagnostici; in dettaglio, +328 nuovi casi, +361 “attualmente positivi”. Aumento di casi e di ricoverati per Gimbe sono “due spie rosse” da tenere d’occhio. La percentuale dei positivi rispetto ai tamponi fatti in Italia e’ cresciuta in 2 settimane da 0,45 a 0,62, sempre su livelli bassi, ma in costante salita, in base ai dati del ministero della Salute. Secondo fonti del Cts i numeri degli ultimi giorni “destano preoccupazione e richiedono la massima attenzione”. “Il trend dei contagi e’ in crescita – aggiungono – ed esiste il rischio che la situazione possa sfuggire di mano come in altri paesi europei ed extraeuropei”. Quindi misure di prevenzione, dal distanziamento sociale all’uso della mascherina fino al divieto di assembramento, raccomandano ancora gli esperti. Il ministro Speranza, comunque, fa sapere che valutera’ “con massima attenzione le proposte di ricongiungimento familiare binazionale” da Paesi come la Romania e la Bulgaria sottoposti a ordinanze molto stringenti sugli arrivi. Le buone notizie vengono dal fronte vaccino, con risultati incoraggianti nella sperimentazione del Beth Israel Deaconess Medical Center e dell’azienda Johnson&Johnson. Negli studi pre-clinici sui macachi il vaccino Ad26 ha indotto elevati livelli di anticorpi neutralizzanti, non e’ stata rilevata la presenza del virus nelle basse vie respiratorie, ed e’ riuscito a prevenire infezioni successive, proteggendo i polmoni.

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A Pompei via al numero chiuso, guerra ai bagarini

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“Pompei non può essere associata al turismo di massa, ma deve avere come obiettivo quello della qualità”. Gabriel Zuchtriegel stringe tra le mani il suo biglietto nominativo, quello che da oggi è obbligatorio per entrare negli scavi che dirige dal febbraio 2021. È una delle novità introdotte all’interno del parco archeologico. La più importante riguarda il numero chiuso per gli ingressi giornalieri, che non potranno mai superare quota 20mila. Nel periodo di maggiore afflusso (dal primo aprile al 31 ottobre), poi, saranno anche previste specifiche limitazioni a seconda delle fasce orarie: dalle 9 alle 12 massimo 15mila ingressi; altri 5mila da mezzogiorno alle 17.30. L’acquisto dei ticket è consentito sul posto e online. “Alla base – spiega ancora Zuchtriegel – ci sono soprattutto motivi di sicurezza, sia dei visitatori, sia di tutela del patrimonio. Partiamo in questo periodo di bassa stagione per sperimentare tale misura, i cui numeri saranno poi esaminati con calma in vista delle giornate di maggiore afflusso”.

Obiettivo è anche combattere il fenomeno del bagarinaggio, che portava i turisti ad acquistare biglietti rivenduti a prezzi maggiorati e con l’aggiunta di “servizi” già compresi nel costo abituale del ticket. Altro proposito è puntare a distribuire i visitatori anche sugli altri siti del parco (Boscoreale, Torre Annunziata, Villa dei Misteri, Civita Giuliana e Stabia). Gli scavi di Pompei introducono le novità del numero chiuso e del biglietto nominativo dopo un’estate da record, che ha fatto registrare flussi mai visti in passato, con oltre quattro milioni di visitatori e punte di oltre 36.000 presenze in occasione di una delle prime domeniche del mese (quelle a ingresso gratuito). Questa mattina Zuchtriegel ha deciso di seguire personalmente l’avvio del cambiamento insieme con Prefettura, vigili del fuoco e consulenti dei lavoratori insieme ai quali è stata ravvisata la necessità di prevedere una gestione in piena sicurezza del sito Unesco.

“Abbiamo avuto in autunno, estate e primavera – sottolinea ancora il direttore – giornate in cui il limite dei 20.000 ingressi è stato superato: ci siamo resi conto di dover garantire a tutti i visitatori una esperienza di qualità. Pompei non deve essere un sito per il turismo di massa. Abbiamo un territorio meraviglioso e ci impegneremo a canalizzare maggiormente i flussi, ma anche gli investimenti, la ricerca e la valorizzazione di questi luoghi. Questo non è una misura contro la crescita. Anzi, noi puntiamo sulla crescita”. Nessuna gara sui numeri, come avviene in particolare in occasione delle domeniche ad ingresso gratuito: “La nostra priorità è la sicurezza – conclude Zuchtriegel -. E in caso di emergenza, abbiamo pensato di assicurare uscite controllate ai visitatori. Attenzione, siamo orgogliosi dei dati che abbiamo raggiunto in questi anni: spesso eravamo al primo posto nelle giornate di ingressi gratuiti. Questa classifica è carina, ma logica ci impone di scegliere la conservazione del nostro patrimonio: non vorremmo mai che qualche classifica finisca per danneggiarlo”.

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Casi di Covid in calo, 8.660 in 7 giorni e cresce la variante Xec

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Calano i contagi da Covid-19 in Italia. Nella settimana dal 17 al 23 ottobre si registrano 8.660 nuovi casi rispetto ai 11.433 della rilevazione precedente mentre i decessi sono 116 a fronte di 117. Il maggior numero di nuovi casi è stato registrato in Lombardia (2.693), Veneto (1.206), Piemonte (998) e Lazio (928). Mentre continua la corsa della variante Xec. E’ quanto emerge dal bollettino aggiornato e dal monitoraggio settimanale a cura del ministero della Salute e dell’Istituto Superiore di Sanità. Nell’ultima settimana sono stati effettuati 89.792 tamponi, in calo rispetto ai 94.880 della precedente rilevazione, e scende anche il tasso di positività, da 12% a 9,6%.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero ospedaliero, al 15 ottobre è pari a 0,84 rispetto a 1,06 del 9 ottobre. È in lieve diminuzione, in quasi tutte le regioni, l’incidenza settimanale: la più elevata è stata in Lombardia (27 casi per 100mila abitanti) e la più bassa in Sicilia (con 0,2 casi per 100mila abitanti). Al 23 ottobre, si legge, “l’occupazione dei posti letto in area medica è pari a 3,7%, stabile rispetto alla settimana precedente (3,8% al 16 ottobre). In lieve diminuzione l’occupazione dei posti letto in terapia intensiva, pari a 0,9% (76 ricoverati), rispetto alla settimana precedente (1,0% al 16 ottobre)”. In base ai dati di sequenziamento nell’ultimo mese si osserva la co-circolazione di differenti sotto-varianti di JN.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di KP.3.1.1. In crescita, inoltre, la proporzione di sequenziamenti attribuibili a Xec (17% nel mese di settembre contro il 5% del mese di agosto).

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Salgono del 30% i casi di Covid, in 7 giorni 11.164

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Dopo il calo delle ultime settimane, tornano a salire i contagi da Covid-19 in Italia. Dal 19 al 25 settembre sono stati 11.164 i nuovi positivi, rispetto agli 8.490 della settimana precedente, pari a un aumento di circa il 30%. La regione con più casi è la Lombardia (3.102), seguita dal Veneto (1.683) e Lazio (1.302). E a crescere sono anche i decessi settimanali, passati da 93 a 112. Stabile l’impatto sugli ospedali mentre cresce la variante Xec.

Questi i dati dell’ultimo bollettino settimanale pubblicato dal ministero della Salute e del monitoraggio a cura dell’Istituto superiore di Sanità. Ad aumentare sono stati anche i tamponi, passati dai 81.586 del 12-18 settembre a 85.030, mentre il tasso di positività è passato dal 10% al 13%. Stabile invece il numero di posti letto occupati da pazienti Covid nei reparti di area medica (pari a 3% con 1.885 ricoverati), così come quelli occupati in terapia intensiva (0,7% con 62 ricoverati). I tassi di ospedalizzazione e mortalità restano più elevati nelle fasce di età più alte.

L’indice di trasmissibilità (Rt) basato sui casi con ricovero, è pari a 0,9, in lieve aumento rispetto alla settimana precedente. Mentre l’incidenza è di 19 casi per 100mila abitanti, anche questa in aumento rispetto alla settimana precedente (14 casi per 100mila abitanti). L’incidenza più elevata è in Veneto (35 casi per 100mila abitanti) e la più bassa nelle Marche (1 per 100mila). In base ai dati di sequenziamento genetico, nell’ultimo mese circolano insieme differenti sotto-varianti di Jn.1 attenzionate a livello internazionale, con una predominanza di Kp.3.1.1 (68%). In crescita, e pari a circa il 5%, i sequenziamenti del lignaggio ricombinante Xec, appartenente alla famiglia Omicron.

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